giovedì, marzo 31, 2005

Innamorarsi... che stress!

Lo dice anche la mia psicologa… innamorarsi è un’evento che sconvolge la vita, in modo positivo è chiaro… ma scombina tutte le abitudini, confonde i rassicuranti equilibri raggiunti in salutare solitudine, ti costringe a rivedere i tuoi piani, gli spazi temporali precedentemente dedicati alle amicizie, agli interessi, alla famiglia… ti mette a nudo di fronte a te stesso! E’ lì che viene fuori tutto quello che non hai risolto e che non potevi risolvere da solo! E’ per questo che non si può smettere di fumare mentre ti stai innamorando! Non si può, non si può! :)

mercoledì, marzo 30, 2005

Prima di tutto, amare se stessi!

Spogliarsi dei bisogni, delle convinzioni e delle convenzioni, trovare la voce interiore in mezzo al frastuono della vita che corre e sintonizzarsi su quella, attaccarsi a quell’esile ma tenace filo che non sai dove nasce ma spunta dal centro della tua essenza. La Coscienza di sé è l’unica via di salvezza. La coscienza di sé stessi, dei propri punti deboli e di quelli di forza, senza ipocrisia con coerenza e forza di spirito. Un buon generale non è quello arrogante che si sente superiore e si rifiuta di ammettere la vulnerabilità delle proprie truppe: è colui che conosce uno per uno i propri soldati, ne conosce pregi e difetti e sa come mettere gli uni e gli altri a servizio della vittoria, che impara dalle sconfitte e non si lascia lusingare dagli adulatori e dalla vanità della gloria.
Trovare la propria via, perché non serve a nulla saper camminare se la strada che percorri non è quella tua, così come anche il miglior generale non sarà motivato alla vittoria se non crede nella causa per cui lotta.
Credere, convincersi, sentire di meritarsi il successo in ciò che desideriamo e sapere esattamente cosa farsene, dopo. E’ il segreto. Avere un sogno e non un bisogno, avere il coraggio di raggiungerlo e viverlo e condividerne i frutti e la gioia.
Ognuno di noi ha una Leggenda Personale ed ognuno di noi è chiamato a combattere il Buon Combattimento.

martedì, marzo 22, 2005

La paura di mostrare i propri sentimenti

Fernando Pessoa chiese gli occhiali
e si addormentò
e quelli che scrivevano per lui
lo lasciarono solo
finalmente solo...

Così la pioggia obliqua di Lisbona
lo abbandonò
e finalmente la finì di fingere fogli
di fare male ai fogli...

E la finì di mascherarsi dietro tanti nomi,
dimenticando Ophelia
per cercare un senso che non c'è
e alla fine chiederle:
"scusa se ho lasciato le tue mani,
ma io dovevo solo scrivere, scrivere
e scrivere di me..."

E le lettere d'amore,
le lettere d'amore
fanno solo ridere.
Le lettere d'amore
non sarebbero d'amore
se non facessero ridere.
Anch'io scrivevo un tempo lettere d'amore
anch'io facevo ridere;
le lettere d'amore, quando c'è l'amore,
per forza fanno ridere.

E costruì
un delirante universo senza amore,
dove tutte le cose
hanno stanchezza di esistere
e spalancato dolore.

Ma gli sfuggì che il senso delle stelle
non è quello di un uomo,
e si rivide nella pena di quel brillare inutile,
di quel brillare lontano...

E capì tardi che dentro
quel negozio di tabaccheria
c'era più vita di quanta ce ne fosse
in tutta la sua poesia;
e che invece di continuare a tormentarsi
con un mondo assurdo
basterebbe toccare il corpo di una donna,
rispondere a uno sguardo...

E scrivere d'amore,
e scrivere d'amore,
anche se si fa ridere;
anche quando la guardi,
anche mentre la perdi
quello che conta è scrivere.
E non aver paura
non aver mai paura
di essere ridicoli;
solo chi non ha scritto mai
lettere d'amore
fa veramente ridere.

Le lettere d'amore,
le lettere d'amore,
di un amore invisibile;
le lettere d'amore
che avevo cominciato
magari senza accorgermi;
le lettere d'amore
che avevo immaginato,
ma mi facevan ridere
magari fossi in tempo
se avessi ancora il tempo
per potertele scrivere...

(Le lettere d'amore - Chevalier de Pas - Roberto Vecchioni)

venerdì, marzo 18, 2005

Messaggeri...

Ieri ho chiesto al Manuale del Guerriero della Luce un suggerimento per l’argomento del prossimo post e mi ha risposto così:

Il guerriero sa che nessun uomo è un’isola. Non può lottare da solo. Quale che sia il suo piano, dipende da altri uomini. Ha bisogno di discutere la sua strategia, di chiedere aiuto e, nei momenti di riposo, di avere qualcuno a cui raccontare le storie di battaglia intorno al fuoco. Ma egli non permette che gli altri confondano il suo cameratismo con insicurezza. E’ trasparente nelle sue azioni, e segreto nei suoi piani. Un guerriero della luce danza con i compagni, ma non attribuisce a nessuno la responsabilità dei propri passi.


L’ho trovato molto pertinente al TOPIc di questo blog… commenti?

Oggi dopo molto tempo sono andata a trovare un vecchio amico in un luogo dove abitualmente conversavo con lui… e come al solito non si è fatto attendere, la sua voce si è manifestata dicendomi che NON SEMPRE LE COSE SONO QUELLO CHE SEMBRANO! E all’improvviso ho visto chiaro in faccia una delle mie paure e puff! Dissolta come i vampiri ad un raggio di sole nei vecchi horrors!
Sono felice, vive la vie!

giovedì, marzo 17, 2005

La Gelosia!

Uno dei temi più scottanti e difficili da affrontare all’interno di una storia d’amore è la gelosia! Perché siamo gelosi? Beh… intanto proviamo a circoscrivere per non rischiare di parlare senza cognizione di causa: perché siamo gelose?! Credo che la gelosia maschile e quella femminile siano molto diverse anche se talvolta possono somigliarsi. Un uomo è geloso solo ed esclusivamente se ama o/e è interessato alla donna oggetto del contendere (reale o immaginato che sia) almeno così si vocifera. La donna no! Riesco ad identificare almeno due tipi di gelosia al femminile: quella simile a quella maschile e quella aggressiva della donna competitiva. Ci sono donne che tengono vivo il proprio interesse per il proprio uomo solo sulla base della rivalità con la ex (o la madre) del malcapitato… sparito il rischio ex (passata a miglior vita la suocera), sparisce anche lei – o trovano qualcun’altra con cui competere – magari l’amante! Ci sono donne che corteggiano uomini impegnati per il solo gusto di portarle via ad un’altra, accalappiato il miserrimo, l’interesse precipita. Ci sono donne gelose dell’amore del marito per la propria figlia o viceversa! Madri gelose delle nuore! Ci sono donne gelose delle proprie amiche che, spesso spacciando per obiettività la propria invidia, elargiscono generosamente consigli insinuando pericolose supposizioni nella testa della donna innamorata e felice.
La gelosia trova terreno fertile nell’insicurezza, nutrimento nelle ferite ancora aperte, spazio nei vuoti lasciati dalle paure accumulate nel corso della vita. Se la gelosia non è motivata da una vera ragione andrebbe elaborata e usata per una fruttuosa introspezione. Un’arma a favore e non contro l’Amore, perché è solo conoscendo noi stessi e riconoscendo i nostri schemi che possiamo salvarci. La gelosia è un sentimento doloroso. Una mia cara amica dice che “la gelosia non appartiene mai al presente e noi viviamo solo nel presente!”
"Io non vivo né nel mio passato, né nel mio futuro. Possiedo soltanto il presente, ed è il presente che mi interessa. Se riuscirai a mantenerti sempre nel presente, sarai un uomo felice. La vita sarà una festa, un grande banchetto, perché è sempre e soltanto il momento che stiamo vivendo."
(L'alchimista - Paulo Coelho)

mercoledì, marzo 09, 2005

La Passione!

io su di te
voglia che striscia disperata
e tu aggrappata alla mia schiena liscia tu
sopra di me
e macchie avide sul collo
e cosce tese
e nelle reni un crollo
e polveri
di luna nei cristalli
degli occhi tuoi
bucati a fare entrare i miei
e noi sciacalli
di baci sulle labbra
unghie rapaci sulla pelle
senza stelle né indulgenza
in questa gabbia

(da Domani mai di Claudio Baglioni)

mercoledì, marzo 02, 2005

martedì, marzo 01, 2005

Il mito dell'Androgino

Nel Simposio di Platone, Aristofane cerca di spiegare l’amore e racconta che all’inizio ciascun Uomo costituiva un intero. In principio l'Uomo era perfetto, bastava a sé stesso ed era felice. Aveva quattro gambe e quattro braccia ed era quindi molto forte ed autonomo; aveva due volti, quindi riusciva ad avere una panoramica visiva a 360 gradi. Questo essere non era ne’ maschio ne’ femmina, era perfetto e felice. Un giorno, Zeus, geloso della loro perfezione, li divise tutti a metà e li disperse ovunque sulla Terra. E così furono creati gli uomini e le donne. Da allora l'Uomo iniziò a cercare disperatamente l’altra metà di se perché senza di questa egli si sente incompleto, infelice…
Beh, tutte le epoche sono ricche di trasposizioni in chiave più o meno religiosa dei sentimenti umani in favole, miti, parabole, leggende… Eros e Psiche, la Ricerca del Sé, il Tao… ma non mi interessa adesso elencare tutte le filosofie e dottrine che hanno raccontato l’Amore fra l’uomo e la donna, concezioni che peraltro si somigliano in modo eclatante a conferma del fatto che siamo figli di un unico padre, ma questa è un’altra storia… c’è un dilemma di fondo che nasconde un tranello… la coppia è un’entità a se stante o è composta da due mutui individui? Un Sole o due fuochi attorno ai quali gira un unico universo? Quanto è giusto cedere al lusinghiero piacere della fusione con l’altro rischiando di annullarsi a vicenda e quanto facile mantenere il proprio senso di sé senza cadere nell’egoismo alienante? Chi è in grado di conservarsi su quella labile soglia oltre la quale l’esplosione dei sentimenti amorosi, che porta con sé un’inebriante sensazione di espansione e onnipotenza diventa un inesorabile buco nero che comprime e annienta ogni valore e la dignità con cui l’Amore nobilita l’uomo?
Il compromesso è l’arte più praticata e quella meno appagante.
La solitudine è la scappatoia illusoria di chi crede che la sua unica scelta sia il compromesso. E non è certamente appagante nemmeno questa.
Mettersi in gioco costa caro, e la poca stima di sé rende perdenti già prima di amare…
“ e meglio è, amare e perdere, che vincere e non amare mai…”
recita un altro mito, ma qui perdere equivale a vincere. La felicità della coppia non sta nella felicità ora dell’uno ora dell’altra a scapito misto… sta semplicemente nell’amare incondizionatamente. Non è per niente facile, lo so bene.
Amore.
Non è una lotta di potere, una gara alla sottomissione, una competizione alla rinuncia (perché esiste anche la violenza dell’eterna vittima, da non sottovalutare), una sfida all’ultima ferita… non significa incanalarsi in una rassicurante rassegna di schemi non scardinabili e vorticosamente rassicuranti. In cui ad A mi rispondi sempre B e se mi rispondi B vuol dire che ci sei e non sono solo e potrò ancora continuare a domandarti A, anche se dico sempre che mi fa male… Interpretare ruoli prestabiliti e rodati, banali e confortanti.
Amore.
Significa crescere insieme, arricchirsi arricchendo l’altro, fermarsi o decelerare ad attendere un passo più lento e se occorre, perché no, stringere il proprio compagno con presa forte e sicura ad indicargli il cammino comune… senza mai fare il nostro, ma il suo bene… sforzandosi di essere il più in buona fede possibile, lavorando molto su noi stessi. Ci vuole arte ad amare e viene facile solo se si ama davvero… abnegazione, dedizione, sacrificio sono valori da tirar fuori nei momenti bui con la fede nel proprio amore a far da fiaccola nel proprio cuore, ma non regole di vita. Amore è gioia, felicità, condivisione che accresce il proprio benessere!