mercoledì, novembre 30, 2005

Vaccini

Stò un po’ latitando a causa di un virus (almeno io credo si tratti di questo, anche se il mio collega esperto dice di no) che non mi da modo di collegarmi continuativamente a internet e non mi lascia usare il programma di videoscrittura in modo decente. Stamani dovrebbe arrivare il beneamato intervento del tecnico e quindi sono ad una postazione diversa approfittando dell’assenza di una collega e quindi sono qui!
Ieri sera ho ascoltato alla radio la trasmissione di Mollica… che disappunto non essere li, caspiterina! Perdincibacco!

mercoledì, novembre 23, 2005

Parole parole

Sono riuscita a lasciare il mio nome e il mio numero in segreteria! Giuro che se ce la facciamo ad andare alla trasmissione il 29 novembre, non chiederò niente di più a Babbo Natale!!! :)
Sono una donna che vive d'emozioni e non di cose!
Intanto ho ricevuto l'invito per il Raduno... e faccio il conto alla rovescia!

martedì, novembre 22, 2005

Milano da bere

Ho avuto la bella idea di un «viaggio» mordi e fuggi a Milano. Io non c’ero mai stata; passata si… di striscio in autostrada, come scalo in aeroporto… e ritenevo che fosse una grossa mancanza la mia. Perché credevo che Milano fosse una metropoli europea. Avendo vissuto a Parigi, brevemente a Stoccarda, visitato fugacemente Londra Lione Atene Monaco e Innsbruck, visto città dell’Europa “povera” come Spalato, Fiume, Dubrovnik, Zagabria ma anche grandi città italiane come Roma, naturalmente tutte le toscane, ma anche Bologna, Venezia, Ferrara, Catania, Reggio Calabria... mai mi era capitato di essere così delusa da una città!
Milano è brutta, veramente brutta e anonima.
Ecco, anonima è la parola giusta! Non sa di niente, non dimostra un carattere, uno stile, un’anima. E’ vuota, insipida. Sporca, incompiuta. Non esiste una strada senza una transenna, un cantiere aperto. Una via senza un muro scritto, scarabocchiato, imbrattato. Un locale che dia l’impressione di essere schietto, originale, incontaminato, ricercato in modo sincero e non artificioso.
A Milano si fa il breakfast, il lunch, il brunch, l’happy hour e si spende un capitale per mangiare e bere dei veri porcai! Per Milano girano come zombie personaggi ombre di se stessi che rincorrono inutilmente icone di benessere a discapito della parte vera dell’essere umano. Bruttissima impressione. Non me ne vogliano i “milanesi” ma non li invidio per niente!
Keith Haring
E per fortuna che alla Triennale c’era The Keith Haring Show! Non avrei mai creduto mi potesse piacere così tanto! A prima vista lo si potrebbe prendere per un ciarlatano ed è questa la sua forza, perché ti trascina dentro la sua follia in un battibaleno e dopo qualche tela inizi a pensare che fosse un genio! Un visionario, un utopista che si è dato totalmente al suo sogno – visione onirica - e alla sua missione. Magari se Milano fosse stata bella, non saremmo nemmeno entrati in un museo e ci saremmo persi questo spettacolo!

Credo sia una fortuna non essere mai tristi al momento di rientrare da un viaggio. Perché comunque è sempre una festa accarezzare con gli occhi le care dolci colline trapuntate di vigneti, orlate di cipressi, incastonate di splendidi borghi, ricamate da sinuose strade di campagna della mia cara splendida Toscana. Che sia estate o inverno, primavera o autunno, i colori sono sempre una gioia, gli odori fragranti. Le feste e le sagre non mancano mai a ricordare i cicli della Natura e la Natura è profondamente nella nostra cultura e nel nostro quotidiano.

giovedì, novembre 10, 2005

Doppi e mezzi sensi...

Amore... sei proprio la mia mezza mela! :)
Credevo di essere la tua BANANA!
Ah... hai ragione scusa. Sei la mia MEZZA banana!:)
Hahaha!
Scusa sai ma te la sei cercata! Me l'hai messa praticamente in bocca! :)

mercoledì, novembre 09, 2005

Mai prendersi troppo sul serio

Un paio di giorni fa stavo parlando con il mio ragazzo al telefono. Presa da un impeto d’amore, parafrasando una recensione scritta sul retro di Donne che corrono coi lupi, gli dicevo qualcosa del tipo: “perché tu sei un uomo che corre con una donna che corre coi lupi”. E lui, per niente scosso o emozionato da questo attestato di stima, con un tono un po’ alla Panariello mi risponde: “senti là in quanti siamo a correre!”.
Sono tre giorni che ogni tanto ci ripenso e rido. E’ proprio l’uomo per me, fatto apposta per me!

martedì, novembre 08, 2005

Il Clan delle Cicatrici

Una cicatrice è lì per ricordarti una ferita. Perché sennò? Una cicatrice può indurti a valutare i rischi e allo stesso tempo ricordarti che ce l’hai fatta e che sei guarita. E che hai saputo superare le prove in passato e quindi potrai superarne delle altre. Se sposto la testa di lato e con la coda dell’occhio guardo indietro al mio passato, è delle cicatrici che sono orgogliosa. Sono loro che rendono robuste le mie gambe. A volte anche pesanti ed è difficile fare un passo avanti. Ma basta che porti la mia attenzione al disagio e là dentro è racchiusa la risposta. I segreti invece sono la morte dell’anima. La Donna Selvaggia continua a vivere e respirare a fatica dentro di noi e a cercare la falla da spaccare per venire fuori ad ululare. Tenere dentro di sé segreti vergognosi, avere dolori di cui non si può parlare, privarsi del perdono, crea ferite che non si cicatrizzano, imputridiscono ed avvelenano la nostra psiche, che non rendono forti ma vulnerabili. Un segreto può essere un tradimento, un desiderio giudicato, una debolezza, un dramma familiare al quale si è costrette a partecipare mantenendo il silenzio, un’ambizione audace repressa, un sentimento mai dichiarato.
[…] Se tuttavia una donna desidera serbare i suoi istinti e la capacità di muoversi liberamente nella psiche, può rivelare il suo o i suoi segreti ad un essere umano degno di fiducia, tutte le volte che lo ritiene necessario. Di solito una ferita non viene disinfettata e poi abbandonata a se stessa: viene pulita e medicata più volte mentre va guarendo.
Quando un segreto viene finalmente rivelato, all’anima occorre di più di una semplice risposta come: “Davvero? Ma che peccato” oppure “Insomma, tanto si sa che la vita è dura”. Chi parla deve cercare di non svalorizzare la questione. Ed è una fortuna se chi ascolta lo fa col cuore aperto e trasale, rabbrividisce, prova quel dolore senza crollare. In parte la guarigione da un segreto sta nel raccontarlo in modo che altri ne siano toccati. Così una donna comincia a riprendersi dalla vergogna ricevendo il soccorso e le cure che le mancarono al momento del trauma. […]
E’ così che si cura la ferita. Condividendo il segreto. Non semplicemente raccontandolo ma condividendolo. Talvolta si racconta per acuire il dolore, si racconta alle persone sbagliate per farsi ulteriormente giudicare e si tace alle persone che ci amano per timore che non ci amino più. O per timore che ci comprendano, più che per il contrario. Una volta ho passato una serata strana con un’amica, complici forse consapevoli due Negroni, in un luogo del tutto inusuale per aprire l’anima, in mezzo alla folla e al rumore assordante ci siamo aperte l’un l’altra e ci siamo scoperte profondamente unite e abbiamo condiviso le paure e il dolore. Mi sa che una delle foto là sotto è stata scattata proprio quella stessa sera.
Quella sera quella mia amica è entrata a pieno titolo nella mia tribù, ovvero nel Clan delle Cicatrici.