martedì, ottobre 31, 2006

Il Raduno Perfetto

Dodicesimo Raduno Clab, Palasojourner, Rieti
29 ottobre 2006

Di solito, dopo un grande evento come il Raduno, si ha voglia di fare un resoconto, una critica positiva o negativa, delle considerazioni. Questa volta non ci riesco... eppure è stato perfetto. L’organizzazione impeccabile, il clima disteso. Claudio disponibile, attento a tutti, ha risposto a tutte le aspettative, in modo molto diplomatico ha rimesso alcuni clabbers ansiosi di protagonismo al loro posto, come tutti si aspettavano. Era in forma vocale strepitosa, come raramente l’ho sentito.
Ma non mi ha emozionata molto, tanto da farmi tornare a casa felice, come dopo Viterbo ad esempio. E nemmeno incazzata, come l’anno scorso a Firenze, quando era stato ripagato a fischi del suo volerci dare qualcosa di suo personale, presentandoci la gente che bene o male lo ha accompagnato nel suo percorso artistico.
E’ stato molto piacevole, sono stata benissimo e va bene così. Sarò forse in un momento in cui la mia sensibilità è più bassa, forse sono satura, colpa di O’Scià così vicino? O forse è stata un’enorme recita e ci ha dato quello che noi volevamo avere senza metterci, quasi, niente di più? Ci ha dato esattamente tutto quello che “abbiamo” chiesto e ha eliminato tutto quello che “abbiamo” criticato… ma ci ha dato il vero Claudio? Perché… magari ad un concerto me ne frego di questa domanda… ma al Raduno del Clab…
Perché, nonostante sia stato perfetto, io non sono riuscita a provare quei brividi di sempre?


Link alle mie foto del 12° Raduno Clab

sabato, ottobre 28, 2006

Ci risiamo!

Domattina si riparte per un altro viaggio, con nuovi e vecchi amici per una giornata di puro divertimento! Claudio arrivooooo!!! Dodicesimo raduno Clab, Palasejourner, Rieti!

giovedì, ottobre 26, 2006

Aggiornamento Estratto Conto

1. 20 settembre 1985, Stadio Pistoia, Tour Notti di Note
2. 15 marzo 2000, Palasport Firenze, Tour Blu
3. 08 aprile 2000, Palamalaguti Bologna Tour Blu
4. 31 maggio 2000, Palaevangelisti Perugia, Tour Blu
5. 10 giugno 2000, Palaeur Roma, 6° raduno Clab
6. 19 agosto 2000, Anfiteatro Fiesole, Tour “Sogno di una notte di Note”
7. 18 agosto 2001, Sporting Club Salle des Etoiles Montecarlo, Per Incanto
8. 06 ottobre 2001, Foro Italico Stadio Pallacorda Roma, 7° raduno Clab
9. 15 dicembre 2003, Palasport Montecatini, tour Crescendo
10. 09 marzo 2004, Palasport Firenze, tour Crescendo
11. 20 luglio 2004, Parco Mediceo di Villa Demidoff Pratolino, tour Cercando
12. 12 settembre 2004, Viterbo, 10° raduno Clab
13. 07 dicembre 2004, Santa Cecilia Roma, Cercando un Gran Finale
14. 02 luglio 2005, Circo Massimo Roma, Live 8
15. 17 dicembre 2005, Mandela Forum Firenze, 11° raduno Clab
16. 29 luglio 2006, Villa Borbone Viareggio, Intervista pubblica
17. 23 settembre 2006, P.zza Brignone Lampedusa, Buonasera buonasera!
18. 26 settembre 2006, Centro Anziani Lampedusa,
finalmente a 4 occhi!
19. 26 settembre 2006, P.zza Brignone Lampedusa, con l’Orchestra Casadei
20. 28-30 settembre 2006, Spiaggia della Guitgia Lampedusa, O’Scià

giovedì, ottobre 19, 2006

Grazie Claudio

Mi volto in cerca di Corrado che non c’è, non so cosa fare, cosa dire… finalmente Corrado arriva dal bagno e osserva divertito la scenetta di me che smanetto dietro la schiena facendogli cenno di muoversi e di Claudio che mi guarda con la faccia con un evidente punto interrogativo sopra e saluta anche lui.
Mi perdo in chiacchiere con Corrado, non so nemmeno io cosa volevo. Ce l’hai la macchina fotografica? No! Come no! Siamo usciti di fretta…
Che cosa si fa in questi casi? Si chiede un autografo, si chiede di fare una foto, si salta al collo del proprio idolo? Gli si parla e gli si racconta tutto quello che in questi anni si avrebbe voluto dirgli? Ma come, da dove escono le parole, il coraggio? Come si fa a mettere tutto l’amore, il conforto, il sostegno, la gioia, le riflessioni, la compagnia, i brividi, le lacrime… tutto questo, in un semplice e banale gesto? Come si può riuscire a far comprendere al cervello che quell’uomo lì, davanti a te è Claudio Baglioni e tutto quello che Claudio Baglioni rappresenta per te? La sua voce, i gesti, le parole. Le mille volte che lo hai visto su un palco, dentro un video, le mille volte che hai ascoltato la sua voce, dal vivo o nelle casse dello stereo… sempre comunque irraggiungibile come un’entità. Ed invece è lì, raggiungibile. Nessuna orda di fans scatenate dietro di te, a farti crollare sulle transenne.
Claudio non c’è più, è entrato nella stanza di fronte.
Vedi? Te lo sei fatto scappare.
Ma che avrei dovuto dirgli?
Che ne so! Siamo qui per lui, no?
Si, però… non ho avuto il coraggio di dirgli niente.
Te ne pentirai per sempre. Vai, raggiungilo.
No, non voglio rompergli le scatole. Ha da fare!
Allora andiamo via?
No!
Mi sta prendendo in giro, il mio ragazzo. Però sono felice, perché mi capisce e non ne è geloso.
Rientriamo nell’aula e mi tremano ancora le gambe. Le ragazze mi circondano per sapere com’è andata, se l’ho visto, se gli ho parlato!
Non riesco a stare in aula però, usciamo a prendere qualcosa da bere al distributore automatico. Offriamo un tè alla pesca all’insegnante. Un sacco di personaggi intorno a noi. Rientriamo in aula. Esco di nuovo. Mi metto in piedi dietro una di quelle enormi scatole nere che contengono gli strumenti, parcheggiata vicino alla porta della mia aula. E guardo. Via vai di tecnici del suono nel corridoio che lavorano sui pulsanti dei loro attrezzi. Anche Corrado mi raggiunge. Ogni tanto ci guardano e parlano fra loro. Ma noi stiamo lì, buoni buoni. Vedo passare Walter Savelli. Vado in cortile a fumare una sigaretta, poi rientro in aula. Dopo poco Corrado viene a chiamarmi in aula e mi dice “vieni a bere qualcosa con me?” e si mette la mia macchina fotografica in tasca. Aveva visto Claudio andare verso il distributore automatico, sistemato non lontano dalla porta d’entrata (o di uscita?). Vado a prendere questo caffè, ma di Claudio nemmeno l’ombra. Forse è andato via, chissà. Dal vetro cemento vedo che la folla fuori dalla porta aumenta. Poco più in là però c’è Savelli e vado a salutarlo. Mi presento, ci siamo scambiati qualche mail in passato, siamo vicini di casa! Si ricorda di me e mi saluta molto cordialmente.
Come mai a Lampedusa?
Mah! Indovina!
Ah… e ti hanno fatto entrare?
Mah… per la verità mi sono infiltrata ad un corso sulla flora e la fauna di Lampedusa!
Ah! Io non ti conosco, eh?! Mi risponde il mitico Generale cambiando espressione.
Ma Claudio, è sempre qui o se ne è andato?
Non lo so… e si allontana. Mamma mia, dev’esser cattivo Claudio! mi viene da pensare. Forse ha pensato che lo avessi salutato per arrivare a Claudio, ma non è così e mi è dispiaciuto molto… gli scriverò certamente nei prossimi giorni!
Ce ne torniamo pazientemente dietro la nostra cassa. E’ divertente vedere tutta quella gente che lavora come se nulla fosse accanto a dei miti! Forse sono anche loro dei miti, nel loro campo, e in pochi lo sanno. Da quella postazione mi rendo conto che esiste un piano superiore che si affaccia a soppalco sulla sala d’entrata, proprio sopra la macchina del caffè, non l’avevo notato, come non avevo notato le scale, proprio là dietro, che portano al piano superiore… faccio qualche passo nel corridoio e scorgo le gambe di alcune persone in piedi, lassù… come un raggio di sole il mio sguardo si illumina. E’ qui, non se n’è andato! Mi giro indietro verso Corrado: Claudio è lassù, è ancora qui! Mi volto di nuovo verso il corridoio e me lo ritrovo davanti che viene verso di me. Mi sento un nodo in gola e le gambe riprendono a tremare. Adesso non posso fare altro che andargli incontro.
Claudio…
Lui mi sorride e mi viene incontro accelerando il passo. Si ferma davanti a me, mi mette le mani sui fianchi e guardandomi negli occhi mi dice. “Dimmi!”
Foto con CB
Vi rendete conto? Ogni volta che ci ripenso, GIURO, mi emoziono di nuovo, mi accelera il battito cardiaco e mi prende caldo! Vi immaginate il mio stato psicofisico in quel momento? Tremavo come una foglia.
Ce la faresti una foto con me?
Ma certo, come no! Vieni qua.
Mi abbraccia di fianco e mi stringe contro di se, come se fossimo amici da sempre. Forse gli facevo tenerezza, chissà quante ne avrà viste davanti a lui, mute e tremanti.
Chi ce la fa la foto?
Ve la faccio io? Si propone la bidella che mi osservava sorridendo, felice per me che avessi realizzato il mio desiderio- rivolgendosi a Corrado.
Ce la fai tu? – domanda Claudio.
No no, la faccio io! - dice Corrado (non essendo interessato a rientrare nella foto)
Ecco, siamo qui eh? Io sono quello con la maglietta nera con scritto O’ Scià… - E con le dita si pizzica la maglietta tirando in avanti la parte con la scritta.
Ce l’ho anch’io la maglietta con scritto O’Scià… - non trovo niente di meglio da dire io
Ah, bene… una bella cosa… - mi sfotte Claudio
Scatta la foto ma senza flash, mentre Claudio stava parlando.
Ne facciamo un’altra? – non so più chi l’ha proposto, se Claudio o Corrado. Fatto stà che ne scatta un’altra e io a quel punto avevo già messo troppo a dura prova il mio sistema nervoso… gli dico grazie, sorridendo incerta. E lui mi sorride mettendomi le mani sulle spalle, guardandomi negli occhi e mi risponde: Ma grazie a te!
Avrei voluto dirgli che quel grazie non era per la foto, era per tutte le volte che avevo avuto solo la sua voce per compagnia, solo le sue parole come conforto, solo la sua musica a trasportare la mia anima. Grazie per avermi accompagnato per tutti questi anni, in tutti quei momenti che hanno rappresentato un punto di svolta nella mia vita, nel bene e nel male. Presente ed ignaro compagno di viaggio… non sono mai stata sola, nemmeno per un momento. E invece sono andata via, senza un ciao, con la testa che mi scoppiava.
Ma solo dopo, quando sono rientrata in me, ho capito che lo aveva capito… perché il suo “grazie a te” non poteva aver nulla a che fare con la foto.

martedì, ottobre 10, 2006

Il mio incontro con Claudio Baglioni - Ovvero, come un mito si trasforma in uomo restando un mito - Parte II

Eravamo comodamente sdraiati al sole, sulla spiaggia della Guitgia, il vento soffiava forte e siamo stati obbligati a prendere due lettini per evitare di mangiar sabbia e gli attacchi di un cucciolo che aveva preso di mira Corrado - con gran divertimento di tutta la spiaggia. Dopo qualche tempo abbiamo notato strani movimenti davanti al Baia Turchese, l’hotel che si affaccia proprio su questa spiaggia. Abbiamo sentito delle voci che dicevano che stavano per iniziare le prove. Ma come, se poche ore fa gli strumenti erano tutti al Centro Anziani? Abbiamo abbandonato i lettini ed in sella allo scooter abbiamo raggiunto di nuovo il Centro Anziani, così com’eravamo. Maglietta e pantapareo, con il segno del costume bagnato, infradito e piedi sabbiosi. Siamo arrivati e le porte erano aperte. I tecnici però ci hanno detto che non potevano farci entrare, che avremmo dovuto aspettare fuori Claudio e i musicisti ed eventualmente ci avrebbero fatto entrare loro. Ci siamo tranquillamente messi fuori, da soli. Corrado sul motorino, io sullo scalino. Dopo qualche minuto si parcheggia davanti all’entrata un fuoristrada, stereo con musica a palla e scende un tipo strano che si dirige verso la porta e sbircia dentro attraverso il vetro cemento. Assomigliava nell’aspetto e nei modi al dott. House del serial tv, e zoppicava pure! Risale in macchina, prende un sacchetto e porgendocelo si rivolge a noi dicendo: “scusate, non ho offerto!” . Corrado accetta e ringrazia. Frutta essiccata. Si affaccia una ragazza dalla finestra e gli chiede perché non sia entrato. E’ chiuso! Protesta lui. Ma no, vieni che apro! Corrado si avvicina al tipo, confabula un po’ con lui a bassa voce e poi si dirige verso la porta facendoci cenno di seguirlo. Io prendo i teli da spiaggia e la borsa frigo da sopra il motorino e seguo sbigottita Corrado che mi dà un’occhiata divertita. Seguiamo questo strano individuo fin dentro un’aula separata dalla stanza delle prove solo da un piccolo cortile interno. Chiude la porta, tira fuori due pietre dalla borsa, le strofina fra loro e ci fa annusare orgoglioso l’odore di zolfo delle sue pietre focaie. Benvenuti al corso sulla flora e la fauna di Lampedusa!
Alla spicciolata arrivano le ragazze che frequentano il corso che ci osservano divertite. La bidella di questa sorta di scuola ci promette che ci avvertirà non appena arriva Claudio! Intanto la batteria si fa sentire e il mio cuore ha il suo stesso ritmo. Non posso crederci, mi sembra di essere dentro la scena di un film. C’è una fila di sedie contro il muro, sotto la finestra che dà sul cortile. Dall’altra parte, la finestra della stanza delle prove è aperta e si vedono passare musicisti e tecnici, avanti e indietro. Si accennano le note di diverse canzoni dei Pooh, ma la loro presenza non è annunciata. Forse sono le canzoni che farà Fogli? Il professore, dopo aver fatto vedere ed annusare qualche pezzo di alga alle ragazze, tira giù il rotolante della finestra, avendo cura di lasciarmene uno spiraglio aperto ed accosta i vetri, spegne le luci ed accende un proiettore passando delle diapositive di animaletti e piante che vivono a Lampedusa. Si affaccia in aula un tizio della security, cercandoci con lo sguardo. Appena ci trova, ci guarda e se ne và. Mi distraggo dal pensiero di Claudio seguendo la lezione, confidando nella bidella che ha promesso di avvertire. Entra improvvisamente in stanza. La guardo interrogativa e lei mi fa cenno di no, poi si avvicina, dice che le hanno detto che è ancora a pranzo e si siede ad ascoltare la lezione. Qualche tempo dopo, mi giro distrattamente verso la finestra di fronte e come una sagoma mobile vedo passare l’inconfondibile profilo di Claudio! Un tuffo al cuore!
“Amore! C’è Claudio, è arrivato.” Mi rivolgo sottovoce a Corrado. Ci alziamo silenziosamente e usciamo dalla stanza. “Andiamo verso il bagno sennò ci buttano fuori!” Lo seguo ma non ce la faccio a entrare nel bagno, devo tornare indietro... svolto la colonna ed è lì, Claudio Baglioni è lì, solo, davanti a me. Non si è accorto della mia presenza e continua a cantare in falsetto Storie di tutti i giorni a occhi chiusi, cammina a faccia in su. E’ lì, in tutta la sua umanità, che fa le smorfie, in bermuda e ciabattone. Faccio fatica a restare lucida, mi trema tutto, le gambe, le mani, lo stomaco… lui abbassa il capo e smette di colpo di cantare, mi guarda con l’espressione di uno beccato con le mani nella marmellata … adesso devo parlare, devo dirgli qualcosa - … ciao! - Un ciao che nella mia testa è durato almeno cinque minuti, come nei ralletie dei vecchi films. Lui mi risponde sorridendo… “Ciaooo… abbiamo fatto un bel po’ di casotto qui, eh?” - Che rispondo? Nulla, resto lì, ebete, con lo sguardo da ebete… la faccia da ebete e le ginocchia che si piegano.
(continua...)

mercoledì, ottobre 04, 2006

Come un mito si trasforma in uomo restando un mito

Nonostante non lo abbia seguito sono riuscita ad incontrarlo ed è stato come nei film. Sono rimasta lì… pietrificata davanti ad un Claudio Baglioni in ciabattone e bermuda che faceva le smorfie cantando in falsetto, da solo...
Ma cominciamo dal principio. Non mi ricordo più quando, se domenica o lunedì, era una serata brutta e ventosa, era tutto chiuso, la gente era probabilmente in albergo o in casa. Non avevamo voglia di andare a dormire e ci siamo messi a girare in motorino per l'isola. L’atmosfera era surreale, non potevamo quasi parlare per via del vento, le poche strade erano deserte e il paesaggio quasi privo di vegetazione completava l’atmosfera da the day after. Unici rumori il sibilo del vento e il rombo fioco del motorino. Padroni di una terra vuota... Ci siamo trovati a passare davanti al Cupola Bianca, che ci avevano detto fosse l'albergo dove alloggiava Claudio.
Io: Andiamo a vedere, magari son tutti là e c’è una festa! E noi siamo gli unici scemi che girano in motorino!
Lui: Ma no, dai! Da qui non si vede nemmeno l’entrata. Arriviamo lassù e poi magari ci cacciano, che figura ci facciamo!?
Io: Macchè, ci saranno abituati. Passiamo a dare solo un’occhiata! Dai!
Saliamo per il vialetto asfaltato che conduce all’albergo, arriviamo all’entrata e fuori c’è solo Fabione con un altro tizio della security che cercano dei cd in macchina, chiacchierando fra loro. Scendo al volo dallo scooter e mi presento lì.
Io: Ciao!
Fabio: Ciao…
Io: Sarebbe possibile un autografo di Claudio?
Fabio: No, adesso sta mangiando ed è stanco.
Io: Non voglio certo disturbarlo non preoccuparti, non è un problema.
Fabio: Stà mangiando e adesso non si può disturbare, davvero.
Io: Certo, non è un problema. Ho solo chiesto. Per te è facile, lo vedi tutti i giorni, magari ne faresti anche a meno! :)
Fabio: Venite domani alla Guitgia o al Centro Anziani.
Io: Nel pomeriggio? Primo pomeriggio o sul tardi? (Non volendo passare la giornata là, Lampedusa è bella)
Fabio: Si pomeriggio. Non lo so. Domani, venite là, dai.
Io: Ok, va bene. Grazie. Ciao.
Sono risalita in sella ed ho raccontato a Corrado quello che mi aveva detto Fabione. Abbiamo continuato a gironzolare ancora un po’ per l’isola… poi ci siamo convinti che non c’era nessuna festa e che erano tutti a letto e quindi ci siamo andati anche noi, e non è stato male!
L’indomani mattina facciamo colazione seduti ad un tavolino di via Roma, brioches e cappuccino. Il tempo è ancora un po’ incerto. Le nuvole vanno e vengono spinte dal vento che non accenna a stancarsi. Vorremmo andare in spiaggia ma sembra che non ne valga la pena. Ancora incerti su ciò che vorremmo fare, risaliamo in sella al nostro scooter e ci avviciniamo ad un vigile che non si scompone per nulla davanti a due senza casco. Chiediamo dove si trovi il centro anziani e ce lo spiega. Corrado ha già metabolizzato la cartografia di tutta l’isola. Decidiamo di farci un salto subito. Trovato il posto, la porta è aperta. Sembra una scuola d’altri tempi. Entriamo in punta di piedi, non c’è nessuno. Non potete immaginare la meraviglia e l’emozione di trovarsi davanti a tutte quelle scatole nere a forma di strumenti musicali, con scritto sopra a pennarello il nome dei musicisti della band di Claudio. Una serie di custodie di chitarre, impilate una sopra l’altra con scritto su “Claudio B.”… Mi tremavano le mani, avevo le palpitazioni. Giuro! Ho fatto qualche foto ma poi ho lasciato il compito a Corrado, tanto mi tremavano le mani! Sono arrivati dei tecnici, che ci hanno detto che Claudio sarebbe, forse, venuto nel pomeriggio per le prove e ci hanno lasciati entrare nella stanza degli strumenti. La batteria, le tastiere, il pianoforte di Claudio, le chitarre. Strumenti, cavi, apparecchi strani dappertutto, in mezzo a cartelloni e disegni colorati. Evidentemente il centro anziani è stato convertito in qualcosa utilizzato per la didattica.
Ringraziamo e ce ne andiamo, silenziosamente come eravamo entrati, come si fa in un luogo sacro.

lunedì, ottobre 02, 2006

Non ce la faccio a tenermela tutta per me!



Fortuna che ne abbiamo fatte due... questa è venuta mossa ma è lo stesso preziosissima per me! Quando mi sarò ripresa da questa meravigliosa vacanza e soprattutto quando avrò il tempo (spero entro qualche giorno perchè altrimenti i particolari si perdono)... vi racconterò questa fantastica avventura che è stato O'Scià!

Grazie a Corrado per avermi accompagnata, supportata e sopportata! :)