martedì, maggio 30, 2006

Piccola nota estemporanea...

... per l’invidia di almeno metà dei frequentatori di questo blog: ieri, andando a fare footing nelle campagne intorno a casa – e quando dico intorno non dico a 30 km, ma a 2! – ho fatto un incredibile incontro: Walter Savelli e i suoi occhiali bianchi. Ebbene si… questo significa che uno dei più grandi musicisti italiani abita vicino a noi. E non solo. Beh… potrebbe ricevere visite… in quel caso ho già avvisato Corrado: io mi butto sul cofano! :)

lunedì, maggio 29, 2006

Terzo tour de Paris - parte terza


Domenica 14 maggio. Se è vero che a Parigi è difficile trovare una boutique, un panettiere, una farmacia, un ristorante o un caffè che non facciano parte di una fredda catena è altrettanto vero che è anche la città dei mercatini. Fissi, settimanali o bisettimanali, generali, alimentari o di sola frutta verdura e fiori. Una festa di colori, di profumi, un brulicare di gente diversa da quella che incontri sulla metro. Improvvisamente i tratti del viso si distendono, la gente sorride, parla, si chiama da un posto all’altro. Le mille etnie si fondono nelle mille varietà di prodotti esposti sulle bancarelle. Passeggini e carrellini della spesa tipo trolley si incrociano perfettamente in un disordine di traiettorie perfetto. Uscendo dalle rotte turistiche siamo ci siamo immersi nel marché d’Anvers , nel quartiere de la Bastille.
In una botteghina inghiottita dal mercato si vendevano ogni genere di spezia e assaisonnement per ogni varietà di ristoranti, dall’italiano al cinese, dal pachistano al libanese. Siamo entrati dentro e sedotta dagli aromi non ho potuto fare a meno di acquistare qualche colorato pacchettino di spezie e la semoule per il couscous. Nonostante la bottega fosse minuscola la coda era lunga. Invitati dal proprietario che sollecitava “caisse ouverte à l’extérieur!” ci siamo diretti da lui per scoprire che la sua cassa non era altro che un sacchetto tenuto aperto da lui che ti invitava a fare il conto da sola via via che mettevi dentro un pezzo! E nel frattempo chiacchierava con altri clienti! Molto pittoresco!

Ed ancora, lungo la strada i brocantes stavano rimettendo dentro i loro furgoni
le curiose cianfrusaglie, così simili ma così diverse da quelle nostre, com’è simile e diversa la storia recente dei due paesi. Mangiamo qualcosa à la Bastille e poi ci dirigiamo verso place des Vosges, il delizioso giardino interno di una delle tante dimore del re, oggi restituito ai francesi che ne approfittano volentieri. Così come ne approfittiamo noi.
Sotto le logge un concerto di archi improvvisato da degli studenti di conservatorio accompagna un’altrettanto improvvisata mostra di arte: decine e decine di pittori e soprattutto pittrici espongono le loro opere dove un tempo passeggiavano re e regine, cortigiani e prelati.
Per concludere la giornata turistica andiamo a visitare il cimitero monumentale di Père Lachaise . Purtroppo siamo arrivati quasi all’ora di chiusura e non accedendo dall’entrata principale non sapevamo che erano disponibili delle piantine, quindi l’abbiamo girato a caso incontrando qualche tomba di personaggi famosi e di facoltosi parigini, molte delle quali in stato decadente se non fatiscente. Per l’atmosfera lugubre non è mancato nemmeno il classico gatto nero e, dopo aver notato il wc chimico di fianco alle steli di una famiglia in cui si chiamavano tutti uguali… non ho potuto fare a meno di pensare a Totò e alla sua livella! Torniamo stanchi in albergo per una doccia tonificante e ci dirigiamo verso il Quartiere Latino per cenare a prezzo fisso: la migliore cena di tutta la vacanza l’abbiamo fatta lì! Un modesto ristorantino con cucina francese, carne ottima e servizio cortese.

venerdì, maggio 26, 2006

Terzo tour de Paris - parte seconda

Secondo giorno, sabato 13. Saint Sulpice. Una chiesa che mi ha sempre incuriosito ma che non avevo mai trovato l’occasione di visitare. Dopo l’enorme successo de Il Codice da Vinci pare che sia stata presa d’assalto dai turisti. Si trova nell’esclusivo quartiere di Saint Germain des Prés, non distante dalla Sorbona. Per prima cosa ci siamo goduti l’aria fresca del mattino, i suoni attutiti della città – quel rumore sordo di vita che senti solo nelle piazze parigine – seduti sui cilindri di pietra che delimitano la piazza dell’imponente fontana dei quattro cardinali circondata dai castagni in fiore dal piazzale della cattedrale di Saint Sulpice. Per la verità di turisti non ne ho visti molti da quelle parti, ho visto molti più parigini. Ce n’erano molti, vestiti a festa che entravano ed uscivano dalla chiesa. Siamo entrati anche noi e mi è parso di entrare in un altro mondo. Stavano officiando la messa e cantando in francese gli stessi nostri canti, le stesse nostre preghiere. Affascinata dall’atmosfera mi ero dimenticata il segno della croce. Avvicinandoci alla navata centrale ci rendiamo conto che eravamo entrati proprio al momento della conclusione di una cerimonia solenne. Un cardinale ed un vescovo con tutto il loro seguito sfilavano verso l’uscita distribuendo sorrisi e benedizioni.
Ci siamo diretti verso l’Ile de la Cité passando per il mercatino di Saint Germain e per il Quartiere Latino sempre brulicante e denso di odori e profumi. Stava iniziando a piovere e ci siamo riparati dentro Notre Dame, sempre affascinante e suggestiva. Con il cielo fuori nuvoloso, era ancora più cupa e solenne. Abbiamo proseguito il nostro cammino visitando la Sainte Chapelle, proseguendo verso il punto estremo dell’Ile e tornando indietro costeggiando la Conciergerie abbiamo attraversato la deliziosa Place Dauphine . Il famoso mercatino dei fiori con le sue bancarelle e i mille colori e profumi era poco distante e abbiamo concluso li il nostro tour quotidiano prendendo la metro per tornare in zona albergo. Abbiamo optato per un po’ di shopping e ci siamo diretti quindi verso i grandi magazzini.
Siamo tornati in albergo per una doccia, cambiarci e poi a cena à la Souris Verte. Un ristorantino che frequentavo molto spesso quando vivevo a Parigi e del quale avevo un delizioso ricordo… questa volta mi è sembrato mediocre.

martedì, maggio 23, 2006

Resoconto turistico-tragicomico del terzo tour de Paris

Arrivo e primo giorno. Siamo atterrati ad Orly alle 22,30 circa. A quell’ora abbiamo preso il primo bus Orlybus che ci ha lasciati a Denfert Rocherau . Da li abbiamo preso la RER B fino a Châtelet les Halles dove abbiamo preso la correspondance M4 fino a Strasbourg Saint-Denis e quindi la M9 fino a Bonne Nouvelle . Siamo arrivati all’hotel in rue de l’Echiquier che era già mezzanotte. L’accoglienza fredda e formale, piuttosto seccata del portiere di notte ci ha fatto dubitare di essere approdati ad un quattro stelle che chiede di norma per quella stanza 300 € a notte. E nessuno che si offre di portarci le valigie. L’ascensore basculando si arresta con un rimbalzo al primo piano. Percorriamo i corridoi con la carta da parati nuova qua e la rigata e strappucchiata dai carrelli delle cameriere che rifanno le camere al mattino. I fiori finti nel vaso con l’acqua, polverosi. Entriamo nella 111, esausti. Ci spogliamo senza fare nemmeno la doccia e crolliamo sul letto. Il cuscino alto e duro ci costringe ad una posizione innaturale, in qualsiasi modo ci rotoliamo nel letto. Caldo, una sensazione di colla. Ma per quale maledetto motivo i francesi hanno talvolta l’abitudine di mettere coprimaterassi incerati? La stanza da direttamente sul davanti dell’hotel. Gruppi di ragazzi passano per la strada a qualsiasi ora della notte, ubriachi, gridando. Sono stanca. L’atteggiamento del portiere di notte mi ha disturbata. Il pensiero di mia zia mi tormenta tutta la notte che passo in dormiveglia, pregando. La mattina mi sveglio più stanca di prima. Usciamo dopo una doccia e ci fermiamo per un coreografico cappuccino con croissant in un caffè su Boulevard Poissonnière. Io che chiedo sempre un cappuccino con poca schiuma… la barista, sentendo che eravamo italiani ha deciso di far bella figura con due cappuccini stile Monte Bianco… portandoceli orgogliosa al tavolo!
Che si fa stamattina? Imbocchiamo la metro dalla vicina stazione di Bonne Nouvelle, prendiamo la M8 e usciamo à la Concorde per una passeggiata verso la Tour Eiffel, attraversiamo la Senna passando per les Invalides, fermandoci un paio di volte per una piccola pausa sulle numerose panchine nei numerosi piccoli e grandi giardini sparsi per la città. La giornata non è malvagia, non brilla il sole ma non fa freddo. Gli Champs de Mars sono per metà “pelouse à repos” e quindi la gente è assiepata solo sulla metà di destra. Invidio il loro coraggio: la terra è ancora molto umida. Ai piedi della Torre brulicano centinaia di turisti, molti dei quali in fila per salire su. Noi optiamo per un po’ di relax all’ombra della Torre. E’ l’ora di pranzo. Ci allontaniamo per rifornirci di cibo e vettovaglie ed intercettiamo uno dei numerosi paninari parigini con formule sandwich boisson dessert tornando a consumare su una panchina negli Champs de Mars con deliziosa vista sulla Tour Eiffel. Una piccola baguette thon cruditées io, una ai semi di papavero poulet cruditées Corrado. Una classica Orangina, che a Parigi la Fanta non sanno quasi cosa sia e una petite bouteille d’eau, che altro non è che acqua! Ma le opere d’arte sono i dessert. Presi direttamente dalle scenografie di Eurodisney… un rettangolo al caramello e cioccolato per Còcò e una mini torta alle fragole per me. Una sigaretta e un po’ di chiacchiere e siamo pronti per ripartire alla scoperta di Parigi. La scelta è fra salire sulla Torre adesso che i turisti sono tutti a mangiare o di fare un giro in bateau mouche. Optiamo per la seconda e ci apprestiamo a goderci il panorama da un punto di vista diverso: dalla Senna. Un fotografo indiano con una grande macchina ci ritrae tutti, scattando metodicamente su ogni ospite. La guida audio ci accompagna nel tour ma mi stanco presto di ascoltarla, i sedili sono stretti e scomodi e la posizione in cui ti costringe quella sorta di telefonino non è molto confortevole. Decido di godermi l’escursione nature, con il naso in su, un po’ a destra e un po’ a sinistra. Scatto qualche foto. Fa caldo, il sole splende ma una leggera brezza allevia il calore: Corrado è tutto rosso! Coppiette di innamorati un po’ buffi si fanno foto a non finire con sfondo ora questo ora quel monumento - impallando tutti gli altri, che un po’ borbottano e un po’ sorridono divertiti dalle scenette. Vale la pena fare questa gita sul battello anche solo per il giro dell’Ile de la Cité! Rientriamo in albergo per un riposino e usciamo quindi di nuovo per un po’ di spesa per il mattino e dell’acqua, qualche succo di frutta, compote à la poire, pain au lait avec petites de chocolat e del pain brioche. La colazione in albergo era considerata extra: 19 € a testa! Ma siamo matti? Siamo andati ben oltre il fondo dei nostri risparmi per questa vacanza che abbiamo comunque voluto fare! Abbiamo concluso la giornata cenando al McDonald’s dietro l’angolo, che non è propriamente francese… ma di strada e a buon mercato!

venerdì, maggio 19, 2006

A casa!

I’m back!
Siamo tornati mercoledì sera… stanchi morti! E’ stata una vacanza decisamente alternativa, una visita a Parigi in chiave diversa. In primis per il budget ridotto all’osso… e per dispetto i prezzi sono aumentati anche in Francia! A noi il contraccolpo dell’euro arrivò subito, tanto che per me andare a Parigi significava anche shopping sfrenato! Negli ultimi tre anni ci hanno ripreso e di nuovo superato. Niente più shopping a Parigi! Mi sono sentita finalmente una turista anch’io. Un po’ a malincuore. Ho perso molto della lingua francese, la uso molto poco e mi sono trovata in difficoltà, mi sono dimenticata molte parole di uso comune, modi di dire, espressioni colloquiali, giochi di parole, intonazione. Un po’ sulla fine della vacanza mi sono ripresa, ma tanto ritornando a casa riperderò velocemente tutto quanto. Adesso incespico un po’ nell’italiano, ma domani sarà già tutto a posto! :)
Corrado ha buttato giù un diario giorno per giorno, nei rari momenti di pausa… lo userò come canovaccio per riscrivere il mio e metteremo insieme le nostre foto. Ce ne sono alcune davvero belle. Ora torno al lavoro, che ho una montagna di fogli sulla scrivania!

mercoledì, maggio 10, 2006

Parigi è sempre un punto d'inizio!

Lo possiamo considerare un viaggio di nozze? Domani partiamo per 6 giorni per la nostra meta preferita: Parigi. Molti mi dicono: ma non t’è venuta a noia? Non saprei dire nemmeno quante volte ho volato, viaggiato in treno o in macchina verso Parigi… forse venti o più. Ma Parigi è sempre là che mi aspetta. E fortunatamente anche Corrado si è innamorato di questa bellissima città e questa è la terza volta che ci andiamo insieme! Ci manca ancora tanto da vedere, è una città immensa e generosa, piena di storia e modernissima, suggestiva in ogni angolo! Questa volta il nostro obbiettivo principale è il Louvre, ma anche i luoghi del Codice da Vinci, come spunto di un nuovo percorso. Voglio fare anche un po’ di shopping eno-gastronomico, mi mancano certe cose particolari che qua ovviamente non si trovano e adesso che ho casa mi posso finalmente sbizzarrirre (aggiornerò presto il blog culinario finalmente!) Purtroppo questa volta sembra che il meteo non ci sia amico. A gennaio l’anno scorso abbiamo beccato forse l’unica settimana di sole della stagione, a settembre era quasi afoso. Avevo scelto maggio sperando nella fortuna… vedremo! Ci porteremo anche il mio modesto pc portatile così scarichiamo via via le foto! Abbiamo intenzione di farne molte questa volta! Alloggeremo in due alberghi diversi, Holiday Inn in entrambi i casi. Una figata!
Stasera passerò a trovare una zia molto malata. Spero di ritrovarla al mio rientro, se non altro per star vicina ai miei nel momento peggiore. Mia madre si sta spendendo molto nell’assisterla nonostante sia solo la cognata, infatti sono sei mesi che praticamente non la vedo. Si è persa anche una delle cose più importanti della mia vita – questa mia uscita di casa, che sarà quella definitiva. Ormai è alla fine. In questi casi, il vuoto diventa enorme e coloro che assistono gli ammalati cadono improvvisamente in depressione: avrà molto più tempo e spero che me ne lasci occupare un po’… ci vorrebbe proprio un bel bebè!
:)

martedì, maggio 09, 2006

Gaps

Mi giurano che non si vedono, mi giura che non li sente. Ma i sette anni di differenza ci sono. Adesso poi che io ho compiuto i miei 34 e lui non ancora i suoi 27 sono pure 8! Nemmeno io ci faccio più caso… ma non riesco a capire quanto io mi sia lentamente rimbambinita e quanto lui sia effettivamente più grande della sua età.
Approfitto di questo momento in cui non ha l’adsl ma solo una connessione tramite cellulare, quindi poco propenso al cazzeggiamento virtuale… mi strozza se mi legge!
Come si fa quando il gap di esperienza è così profondo?

Una parte si compensa con l’intelligenza. Una parte con la pazienza. Una parte resta scoperta.
Il resto è quello che devono affrontare tutte le coppie. In ogni caso l’uomo è generalmente quello più immaturo, all’interno di una relazione. Il mio è talmente intelligente e sensibile da riuscire a compensare l’esperienza che gli manca, rispetto alla mia, ma anche da cogliere la scusa al volo allorquando, preso in contropiede davanti all’evidenza se ne esce candidamente con un “che pretendi, infondo ho solo 26 anni!”
Ma poi, alla fine, tutta questa esperienza serve davvero o tarpa le ali? Anche qui è questione di intelligenza dosata bene con la sensibilità … beh, anch’io, insieme alla modestia, ne ho da vendere, è chiaro! ;)
Entrambe… serve e limita, sostiene e frena. E’ provvidenziale che l’uomo che hai accanto riesca a comprendere quando hai messo in moto l’una o l’altra modalità. E’ già raro che riesca a rendersi conto che vivi due emozioni distinte, figuriamoci che realizzi quali e in quale momento. Il mio si, di solito. Prima e meglio di me. Perché ha le doti migliori dell’uomo: niente seghe mentali, dritto al nocciolo. E non ha i difetti di quelli della mia età… quelli più adatti a me, secondo il costume. I cosiddetti prossimi ai 40. Se sono liberi sono reduci da una o più grosse delusioni, diventano opportunisti ed egocentrici, aridi e introversi. Una palla insomma e io non ho spiccate doti autolesioniste da crocerossina! Nel senso che quando c’è da soccorrere e sostenere il mio uomo sono presente ed attiva, ma non riuscirei mai ad impostare un rapporto in questo modo sistematicamente. Quando e se diventa un’abitudine opportunistica… ciao! Voglio ed ho voluto un uomo che avesse come prima qualità morale la chiarezza d’animo, la serenità interiore. Ma questo uomo meraviglioso ce l’ha un difetto? Si, uno su tutti! E’ lentoooooooooooo… ma di una lentezza che a volte ti leva il fiato dai polmoni! Per me poi che sono il mostro della Tanzania! Mille impegni, mille idee da fare incrociare, combaciare ed intrecciare! Nulla, lui una per volta e lentamente. E poi si riparte dal punto di partenza per fare la seconda! E nel framezzo si trastulla. E non lo smuovi! Questo è e sarà sempre il nostro maggior motivo di scontro perché è una questione caratteriale. Io accrescerò senz’altro la mia pazienza e lui si velocizzerà un po’… ma qui siamo a miglia e miglia di distanza! In continenti diversi. A dispetto delle sue origini sovietiche è piuttosto sudamericano in questo! Siestaaaa!

lunedì, maggio 08, 2006

La nostra prima casa

Finalmente la nostra casa sta prendendo forma. Dato che è in affitto e già arredata non è così semplice sentircisi bene dentro. Dopo una profonda ed accurata pulizia, abbiamo iniziato a prendere possesso degli ambienti e adesso sta iniziando ad assomigliarci un po’. Paradossalmente la prima stanza che abbiamo occupato con qualcosa di nostro e con noi stessi (la camera da letto) è quella che ha ancora bisogno di essere personalizzata. In primis dobbiamo cercare una cornice adatta al poster che Corrado mi ha regalato per il mio compleanno, che dovrà essere posizionata sopra il letto.
Il giardino è ancora un disastro, ma la cosa non mi preoccupa dato che è minuscolo e voglio piantarci solo qualche erba aromatica. Presto saremo in grado anche di invitare qualche amico a cena. Ma prima tocca ai genitori... che i miei e i suoi non si conoscono ancora...

venerdì, maggio 05, 2006

Tutto qua!

Ma nel mondo moderno esiste ancora il ruolo della donna e quello dell’uomo? Dipende. Alla donna materna, che si occupa di tutto, dall’economia domestica alle pulizie, dalla lavatrice al ferro da stiro, dal cambio degli armadi e dei letti, dalla gestione dei rapporti della famiglia con l’esterno all’approvvigionamento del frigorifero e della dispensa… dovrebbe in teoria corrispondere l’uomo paterno, che provvede al fabbisogno economico della famiglia, all’approvvigionamento dei materiali combustibili, alla manutenzione degli impianti di qualsivoglia genere e degli automezzi nonché di tutto ciò che è meccanico. Insomma, da bimbi le femmine giocano a mamme e i maschietti al meccano. Si tratta di predisposizione naturale. La vita di oggi ci costringe ad altro. Oggi sono anche le donne a provvedere al fabbisogno economico e a volte sono la colonna portante dell’economia domestica, con i loro lavori sicuri - senza ambizioni perché la passione la mettono all’interno del nucleo familiare. Le donne sono lì, con le loro calde braccia accoglienti a proteggere sostenere raccogliere i loro uomini. Però non hanno più il tempo per le chiacchiere fra donne, per la vera cura di se stesse, per cercare le erbe e pregare - se non di fretta, in modo insoddisfacente ed incompleto e piano piano dimenticano di ascoltare se stesse. Io voglio fare tutto e farlo bene.


I bambini stan sempre soli
le bambine stan sempre sole
i maschietti con i fucili
le femminucce con le bambole
i pirati i terzini e i cow boy
che giocano di qua
le signore le principesse
se ne stanno un po' più in là
ma c'e' un posto che e' un po' nascosto
dove giocano a mamma e papà
tutto qua!

giovedì, maggio 04, 2006

A.A.A. SILENZIO cercasi...

Premetto di essere in fase pre-ciclo in forte ritardo (non sono incinta, ho fatto il test anche se non avevo dubbi) e di esser quindi tendenzialmente piuttosto suscettibile ed irritabile. Non riesco a dormir bene la notte anche per colpa del dolore alla gamba e forse dei pensieri. Alle sette meno dieci di ogni mattina, puntualmente, i volpini della vicina iniziano in coro ad abbaiare. Amo gli animali, gatti in primo luogo e da quando ci sono Jerry e Freddy anche i cani, ma confesso che a quell’ora di mattina mi passano fantasie canicide a forma di polpetta avvelenata per la testa … riesco a cacciarle solo dopo qualche minuto che hanno smesso di guaire pensando che infondo quelle due orribili bestie (abbaiano sempre, continuamente, a tutti… anche al figlio della padrona) sono la quasi unica compagnia di quella povera vecchietta. A quel punto passo alle fantasie omicide. Inizia il via vai di macchine sulla strada. Sembra di essere ad Indianapolis. Credo che passino alla velocità media di trecento all’ora, scambiandosi facendo pericolose gincane. Immagino di srotolare cinghie chiodate a traverso la strada, di piazzare transenne col divieto di transito in cima alla strada…
Come si può pretendere che mi alzi dal letto di buon umore? Non posso nemmeno fumarmi una sigaretta dopo colazione – peggio di un condannato a morte - perché Corrado, costretto ad accompagnarmi al lavoro per tenersi la mia macchina durante il giorno e intasato e rappreso dall’allergia, non riesce proprio a sopportarla! Lui dice che è meglio così perché in questo momento sono pericolosa alla guida, dovrei mettere il triangolino adesivo dietro con scritto “donna in fase pre-ciclo a bordo” …
Lo so che fumare non è una bella cosa... infatti in casa non fumo quasi mai se non seduta sul davanzale della finestra al massimo una volta al giorno. In macchina era proprio l'unica che mi godevo appieno...

martedì, maggio 02, 2006

Dicono che il primo anno sia quello più difficile...

Non sono scappata all’estero… sono solo sommersa fra il lavoro e il trasloco, pratiche, volture, allacciamenti. Come se nn bastasse la macchina di Corrado ha dato forfait ed è passata a miglior vita la prima mattina che si è svegliata a casa nuova! Questo limita l’indipendenza di entrambi. Fra una settimana partiamo per Parigi! E quindi dobbiamo organizzare anche quello… e poi… mi sento spossata e a rilento, il ginocchio ha ripreso a far male e stanotte non mi ha lasciata dormire. Il ciclo è classicamente in ritardo come ad ogni cambio di stagione e cambio di vita… mi sento gonfia, statica, passiva anche se l’indole che oppone resistenza riesce ancora ad avere la meglio! Quindi sono qui, fra distinte assegni e contrassegni, numeri verdi e signorine cortesi disponibili e complicate, bolli, depositi cauzionali, liste e cataloghi, estratti conto, lista della spesa, email, rifiuti solidi urbani... ma felice! :)