giovedì, dicembre 20, 2007

Novantanove giorni...

Siamo strani, lo ammetto! Ieri sera abbiamo festeggiato i 100 giorni al matrimonio nel ristorante in cui siamo stati la prima volta che siamo usciti insieme da soli – il primo bacio per intendersi – il non troppo lontano 10 giugno 2004. Ebbene, ci siamo fidanzati! Si, avete capito bene, ieri sera! Corrado mi ha fatto, finalmente, la proposta di matrimonio con tanto di brillantissimo anello e genuflessione.
Mi ha sorpresa ed emozionata, mi tremavano le mani non riuscivo quasi a rispondergli!

giovedì, dicembre 13, 2007

28 marzo 2008

Ecco finalmente on line il sito web dedicato alle nostre nozze! Per il momento è solo una bozza ma sarà costantemente aggiornato fino al fatidico giorno e ben oltre, fino al rientro dal viaggio di nozze! Una bella idea, vi pare? Avendo un creativo web in casa, come non approfittarne?

lunedì, dicembre 10, 2007

Alla mia mamma



Questo è il regalo che (con la collaborazione di Corrado) ho fatto a mia madre per la festa della mamma nel 2005. Abbiamo deciso di restaurarlo avendo adesso dei mezzi migliori a disposizione e l'effetto sarà ancora più forte, ne sono convinta. Stasera consegneremo il dvd alla destinataria e conteremo le lacrime... se si considera che anche io non riesco a guardarlo senza esplodere in singhiozzi. Voglio davvero tanto bene alla mia famiglia, ma proprio tanto...

Metodi moderni, contenuti antichi!

9.58 me: amore, trovato quel che cercavi?

9.59 Corrado: il lunedì mattina sono chiusi

vado nel primo pomeriggio

me: peccato

Corrado: infatti

10.00 ho il timore di non trovare quello di cui ho bisogno

10.01 me: certo che lo trovi, fatti dare esattamente le specifiche tecniche del tessuto e con quelle non rischi di sbagliare

figurati se nn trovi quello che ti serve a Prato

Corrado: non ci sono specifiche

:D

a questo ci pensavo anche io!

me: ce ne sono centinaia di magazzini di scampoli

10.02 quello a Oste è forse il più famoso nella zona ma nn è il solo

comunque DHL ancora nn è venuto eh?

Corrado: no, non ancora


22 minuti

10.25 me: uffa

lo sai come sono fatta io ...

Corrado: che è successo?

10.26 me: nn è ancora arrivato DHL... ecco che è successo

Corrado: :D

me: sono l'esatto contrario di te

Corrado: ossignore

stai tranquilla

appena arriva ti avverto

me: no, nn ci sto perchè alla fine

10.27 mi garba essere agitata

Corrado: allora va bene

me: però fino a un certo punto

Corrado: eh allora

10.28 me: mi ci vorrebbe uno che mi sa tranquillizzare

Corrado: la vuoi proprio come ti pare

me: certo

Corrado: comunque vedi che è andata come ti dicevo ieri

me: te invece mi fai sempre incazzare di più

Corrado: pacco a firenze e consegna per oggi

me: mi contendi sempre

10.29 mi fai du' ovaaaaa

Corrado: sono fatto così

me: ba!

sono fatto così gl'è quello

si impara a stare al mondo...

Corrado: brava, vedi che puoi imparare

10.30 me: te sei abituato a stare da te nel tu guscio

10.31 Corrado: :-O

me: ora ci sono io...

o mi fai entrare o esci

Corrado: esco io

10.32 me: ah si eh?

mi fai entrare

?

ogni tanto voglio entrare

Corrado: ok

me: mh

Corrado: prendi un appuntamento con il segretario

me: sennò busso

busso

busso

busso

10.33 busso

busso

busso

Corrado: va bene

apro!

me: :D

ecco

10.34 senti un po'... ma sto segretario com'è? sei sempre te che fai tutti i ruoli come verdone?

Corrado: mumble mumble

giovedì, dicembre 06, 2007

Sondaggi

Chiuse le urne, ultimato lo spoglio, vi comunico che... ho vinto le elezioni! Non poteva essere altrimenti, il blog è il mio! ;) Adesso non mi resta che fondare un partito… tanto le cose si fanno al contrario no?

Ok ok; questi i risultati.

Abbiamo scoperto che il 70,83 % dei lettori di questo blog sono donne… però, chissà perché i commentatori sono soprattutto uomini… mah… misteri della rete!

Il 13,79 % dei votanti dichiara di essere un lettore abituale de La Posta del Cuore… che ci troveranno mai, mi domando! Comunque non è male, considerando che abituale non significa quotidiano e che ho una media di 45 visite al giorno credo di poter stimare di avere almeno una trentina di amici (che non sono mai abbastanza) di blog! Ventinove veramente, da qualche giorno! (A volte invece sono troppi!) Finalmente! :) (Questa la capiranno solo gli aficionados!)

Avevo poi indetto due sondaggi musicali: fra le mie canzoni preferite, scelte forse un po’ a caso, ma forse no – sono una romantica nel senso più arcaico del termine – vi avevo chiesto di scegliere le vostre; fra quelle di Claudio e fra quelle degli altri.

Le vostre preferite fra le mie preferite di CB sono, a pari-merito con il 18,60 % dei voti La vita è adesso e Avrai; seguono Strada facendo con il 16,3% e Mai più come te con il 14%; fra quelle degli altri vince con uno schiacciante 30,6% I migliori anni della nostra vita, seguito da Non abbiam bisogno di parole al 19,4% e Quello che le donne non dicono con il 13,9%.

Questo è quanto, ho creduto di dovervene dare conto dato che ho chiuso i sondaggi che stavano lì da parecchi mesi…

sabato, dicembre 01, 2007

Di nuovo a noi...

Rieccomi tutta per voi, nella speranza che il messaggio sia stato recepito (ho ricevuto rassicuranti informazioni in merito) e che non ci siano più intrusioni nella mia sfera privata...

Adesso posso finalmente rendervi partecipi di tutto ciò che avrei voluto da tempo ma non mi sentivo libera di fare!

Vi presento la Pieve di San Bartolomeo, che sarà la chiesetta nella quale io e Corrado ci sposeremo. Ha una bella paginetta tutta sua su Wikipedia; cosa non da poco per una piccola chiesa snobbata da tutto il circondario. Il suo organo è molto conosciuto e ho trovato dei video addirittura su youtube!
Ho trovato questa foto su internet ma francamente non rende; ne farò qualcuna da me dato che ne ho bisogno per il fioraio! :)

lunedì, novembre 26, 2007

Raduno Clab 2007

Ma insomma, 'sto raduno si fa o non si fa??? Quando?? Dove??? Nessuna indiscrezione da fonte più o meno certa?

lunedì, novembre 12, 2007

Initium Caiani

Seguendo il consiglio della mia titolare, sono andata a curiosare in quel meraviglioso bacino di conoscenza che è il world wide web per scoprire perché la data che abbiamo scelto per le nostre nozze è proprio quella giusta. Trovo più piacevole fare questa verifica a posteriori – dopo averla scelta insieme - non volendo essere influenzata dagli eventi passati ma cercando in essi una chiave di lettura di buon auspicio.

Ho scoperto che il 28 marzo, nell’antica Roma, si chiudevano i festeggiamenti dedicati alla dea Cibelis (la Magna Mater) con varie iniziazioni e con la rappresentazione delle nozze della Dea con il dio Attis.

Più di buon auspicio di così!

L'Initium Caiani era la cerimonia di iniziazione ai misteri di Attis, che veniva praticata il 28 marzo. L'iniziazione veniva praticata in un santuario frigio situato sul colle Vaticano, fuori dalle mura cittadine. Gli iniziandi consumavano un pasto negli strumenti musicali, cimbali e timpani. Poi veniva una processione, in cui veniva portato il "kernos", un cratere contenente dei lumi. Infine avveniva una "ierogamia", in cui gli iniziati, identificandosi con Attis, celebravano le nozze mistiche con la dea Cibele.

Fonte Wikipedia.

mercoledì, novembre 07, 2007

Routine

E poi dopo una giornata faticosa, torni a casa e tutto quello che desideri ed hai la forza di fare è schiantarsi nel letto ma non sai rinunciare ad un po’ di tenerezza, sennò questa vita, insomma è solo lavoro, impegni, doveri. Per rilassarsi, almeno un po’ di musica e cerchi nell’ipod il genere new age. E poi capita anche l’ipod è impazzito e nella new age ci sta solo Savelli. Perché no. Spegni la luce, ti accoccoli, intrecci le gambe cercando di scaldarsi a vicenda e senti che lo scorrere delle note si adatta perfettamente al tuo mood. Senti una strana emozione che cresce e prende corpo dentro la gola; una sensazione piacevole come di gioia malinconica, che vibra, sale e scende dentro il petto al ritmo del respiro e allora trattieni il fiato per gustartela in silenzio. Scene vivide prendono il controllo della mente, random, come i pezzi che si susseguono.

E torna in mente quel primo sguardo tenero ed il sorriso che significava “eccomi, sono pronto, più nessun muro” con la gioia di un bambino nel viso. Torna in mente quella prima cena fra amici e l’eco di quelle nostre frasi che celavano la paura. Inconsciamente consapevoli di trovarsi di fronte alla persona che davvero rappresenta il tuo specchio ed aver voglia di fuggire, ma rimanere. Ritrovarsi a pensare che stiamo per sposarci e che è successo tutto così in fretta e sembra di conoscersi da sempre, che abbiamo così tanti ricordi, tante cose abbiamo fatto insieme, che sembra di non aver mai vissuto prima di incontrarsi. Accorgersi che due lacrime scorrono veloci sulle guance, il tuo respiro regolare, mi giro sul fianco, mi vieni dietro abbracciandomi stretta. Buonanotte.

lunedì, novembre 05, 2007

Quello giusto!

Avevo sentito dire si, che le donne perdono la testa quando si preparano al matrimonio. Venerdì sono andata a provare per la prima volta l’abito in una famosa boutique di Pistoia… ne avevano a decine e decine e francamente è stato molto difficile dire “questo si, questo no” anche perché, alla fine… che cavolo ne so come mi starebbe addosso? Chi se l’è mai provato un abito da sposa prima d’ora? Dei circa 15 abiti che ho provato, me ne stavano bene almeno 13 e i due che ho scartato, sono certa che non mi piacevano perché non mi tornavano bene a causa della taglia: prova a schiacciare una terza abbondante in un corsetto all’americana taglia 42! Per forza appiattisce e non valorizza… eh! ;)

Insomma, è stata ardua! Alla fine, ne sono rimasti due, negli occhi e nel cuore, e non è facile decidere… forse non ho ancora trovato quello giusto, perché non avrei dubbi… credo.

Che dicono le donne che passano di qui – quindi il 70% dei lettori di questo blog?

Una visita ad un altro atelier potrebbe risolvermi o complicarmi ancor più la vita!?

lunedì, ottobre 29, 2007

Omaggio alle vittime del felino

Per tutte noi, compagne, fidanzate, mogli del maniaco della MELA, che abbiamo passato un fine settimana a far bagordi con le amiche e che lui, nemmeno se n’è accorto, perché completamente travolto dall’upload del LEOPARDo.



Se anche il tuo uomo guarda lo schermo del suo Mac negli occhi, come mai ha guardato voi allora sei una delle nostre ed hai tutta la nostra solidarietà.


Il Mac Maniaco: Attento ad ogni novità, sparisce ogni mezz’ora per andar a vedere che si dice sul forum o se c’è qualche rumors sui blog. Pronto a scambiare impressioni, discutere dettagli, sottolineare differenze e sfumature, non per ultime quelle estetiche. Lui non va in bagno con GQ o con la Gazzetta dello Sport no, lui ci va con il portatile; naturalmente un i-book wifi wireless integrato. E può starci ore.

Lui, quello che non si accorge se la lavastoviglie è carica di piatti sporchi, quasi pronta per essere lanciata oppure piena, da scaricare… e che in un momento di slancio collaborativo decide di darti una mano in casa e inesorabilmente mescola le posate sporche a quelle pulite, ficca i piatti sporchi fra quelli splendidi splendenti e mentre gridi nooooo, rovescia quel che resta nelle tazzine da caffè su tutte le stoviglie! Lui, quell’essere li, che dichiara di non essere in grado di fare una lavatrice e di non saper scegliere il colore delle palle di Natale, quindi è meglio che fai da te! Lui, potrebbe star ore a discutere con i suoi amici MAC-USERS, sulla sfumatura dei tasti della barra dei comandi. Lui che non sa nemmeno che bolletta ha pagato la scorsa settimana (e bada bene, quella sola ha pagato semplicemente perché solo quella era pagabile on line) è iscritto (e tiene nota di id e passwords in un apposito file creato con un programmino ad hoc per il Mac) e riceve regolarmente le news e tutti gli RSS da tutti i blog legati e correlati al magico mondo della APPLE. Lui, che quando guardate la TV insieme ti fa saltare i nervi finchè, sfinita, non gli togli di mano il telecomando, con il quale salta qua e la dribblando ogni minima forma di spot pubblicitario, così che non riesci mai a vedere nulla per intero… lui, lo stesso che ride come un deficiente guardando ogni nuovo spot della Apple dove ci sono altri due deficienti che si danno la mano “Hi, I’m a Mac” - “Hi, I’m a PC!”… e se li guarda tutti, anzi li va a cercare e sono pure in inglese! Che c’avrà da ridere che tanto non lo capisce!

Lui, che arriva quando la cena è pronta e la tavola apparecchiata e spegne la TV perché, dichiara candidamente, che vuole parlare un po’ con te – tu speri che voglia finalmente chiederti di sposarlo ma lui attacca a parlarti di Steve Jobs e dell’ultimo convegno a Cupertino.

Una volta al mese (in Toscana il penultimo venerdì del mese) va a cena fuori e parte da casa con tre tracolle, tutte perfettamente intonate al contenuto: ogni genere di inutile diavoleria indispensabilmente Mac o Mac compatibile.

Lui che quando vuole fare il romantico e mette su un po' di musica, sa già esattamente cosa vuol farti ascoltare ma prima... prima deve scorrere tutta la galleria dei suoi lp con il cover flow sul suo ipod nano con lo schermo a colori di ben 2 pollici. Fa finta di voler fare il figo, ma la realtà è che gode.

Con terrore attendiamo l'uscita dell' iPhone.

Come definirlo questo genere di MAC-USER?

mercoledì, ottobre 24, 2007

Il giocattolo nuovo

Qualche settimana fa abbiamo comprato la videocamera: naturalmente bisogna far pratica. E qual'è il soggetto vittima sacrificale preferito di Corrado? Comunque, il fatto che ci sia la telecamera cambia poco, perchè noi siamo proprio così! :) Io di più però, Corrado è più... ehm, serio!

martedì, ottobre 23, 2007

Malta, che delusione

Malta non è esattamente come me l’aspettavo e mi dispiace, perché questa settimana di vacanze me la meritavo proprio; ce la meritavamo. Il tempo è stato inclemente, ha aspettato proprio noi per mettersi a fare le bizze. Quindi il mare lo abbiamo visto da lontano, bizzoso e sporco. Vento e pioggia. Ne abbiamo approfittato per scoprire Malta esclusivamente da un punto di vista culturale scontrandoci però con gli abbondanti limiti che un paese che vive quasi esclusivamente sul turismo non dovrebbe avere. In primis l’approssimatezza dei servizi, igienici soprattutto. Malta è una via di mezzo fra un cantiere e una discarica abbandonati, a cielo aperto. Detto questo, capirete che non ve la consiglierei mai per le vostre vacanze: non è nemmeno economica, alla fine.

Però possiede tesori inestimabili, essendo il centro del Mediterraneo è stata vissuta contesa posseduta e spogliata da innumerevoli popolazioni, dai tempi preistorici ad oggi. Laggiù si trovano i segni più antichi del culto della Dea, in Europa. E questo forse basta a riabilitarla.

Un’anticipazione per i miei amici baglioniani; tutti sappiamo che l’intervista rilasciata da Rossella Barattolo al mensile femminile Pink, edizione di settembre, allegato al The Times of Malta ha suscitato infinite polemiche. Sinceramente mi sono un po’ stufata di questa indecente demonizzazione ai danni della compagna di Claudio. Per questo motivo ho deciso di leggermi per conto mio quell’intervista: siamo andati alla Newspapers Associates a La Valletta e siamo stati accolti molto gentilmente; per farla breve ho una copia di Pink e presto metterò on-line in formato pdf una copia scaricabile da chiunque voglia leggersela per conto proprio.

venerdì, ottobre 12, 2007

Chiuso per ferie!

Domani a quest’ora starò già annusando l’aria di Malta ! Corrado storcerà il naso, ma sarà inevitabile dilettarmi un po’ alla ricerca delle orme di Claudio, lasciate un po’ qua e la!

Ci rivediamo il 22 su questo schermo!

martedì, ottobre 09, 2007

Dove?

Io adoro viaggiare, se avessi i soldi per potermelo permettere me ne starei sempre a zonzo! Abbiamo iniziato a parlare del viaggio di nozze e la rotta sta virando verso una nazione, anzi un’unione di stati che ho sempre detto che no, non ci avrei mai messo piede… che ci sono tanti posti belli da vedere prima di quello.

Io vorrei andare nei Carabi oppure in Sud Africa; il mio sogno sarebbe l’India.

Ma a Co piacerebbe tanto andare in America, negli USA; tutti mi dicono che è tanto bella, che va vista, che è meglio andare dove stanno meglio (in effetti, conoscendomi, andrebbe a finire che mi metto a far la missionaria e Corrado chiede il divorzio al rientro)…

Siccome è uno di quei viaggi che si fanno una volta nella vita, per lo meno noi comuni mortali, vorrei fare la scelta giusta. Qual è il posto migliore per il mese di aprile? Sinceramente non disdegnerei nemmeno qualche giorno di spiaggia, dato che da quando sto con Corrado il mare lo vedo sempre più da lontano.

Per adesso voglio pensare alla prossima piccola vacanza che stiamo aspettando da tre mesi; sabato partiamo per Malta per una settimana. Dicono che il tempo è ancora buono e poi ci sono un sacco di cose da vedere!

lunedì, ottobre 08, 2007

Le chiavi?

E’ da un po’ che ci penso, a scrivere un post sulle keywords che vengono usate per accedere al mio blog. Ce ne sono di curiose davvero! Moltissimi accessi continuano a portarmeli il buon caro Coelho e il vecchio Aristofane. Naturalmente molti vengono dalla community filobaglioniana, siamo tanti e molto attenti! E in linea di massima ci conosciamo virtualmente un po’ tutti.

Mi fa sorridere ogni volta che qualcuno approda al mio blog cercando il cantante Baglione: l’ho scritto una volta per battuta… allora è vero che c’è chi è convinto!

Oppure c’è chi viene a visitarmi anche quattro volte al giorno da anni ed ogni volta digita il nome del mio blog su Google! Esistono i feeds oppure (come faccio io per pigrizia: links e “segnalibri”)!

Alcune volte sono rimasta scioccata e disgustata tanto quanto sorpresa che certe frasi abbiano potuto portare, chi sa per quale alchimia internettiana, al mio pulitissimo blog; soprattutto quando c’è qualche richiamo alla pedofilia mi infurio e mi sento impotente!

Tenerezza infinita quando scopro che c’è chi affida al web, come se fosse un’enorme macchina della verità, le domande più intime, più difficili a cui dare una risposta: che cos’è l’amore? perché non riesco a dimenticarlo? una volta addirittura qualcuno ha chiesto “una donna di 56 anni può essere amata?” .

Il nome del mio blog non poteva essere diverso, anche se non è una vera posta del cuore (ogni tanto però qualcuno mi scrive in privato chiedendomi consigli e rispondo sempre volentieri, perché so quanto, in alcuni momenti si abbia bisogno di qualcuno che ti ascolti).

E’ sempre stato il mio ruolo, quello dell’ascoltatrice, dispensatrice di sostegno, instillatrice di autostima e fiducia in sé stessi, illustratrice di punti di vista alternativi, ricercatrice di lati positivi in ogni vicenda. Mi si gela il sangue se ripenso a quando – conseguenza estrema di questa mia propensione alla solidarietà – a scuola, alle superiori, sono arrivata perfino al punto di non aver più nemmeno la possibilità di godermi l’intervallo come tutti, a non potermi nemmeno alzare dal banco perché ogni giorno qualcuno veniva a confidarsi con me. Quando arrivammo al punto che mentre parlavo con qualcuna delle mie compagne dei suoi problemi, qualcun’altra poco distante mi faceva segno oppure veniva addirittura a dirmi che dopo… voleva parlarmi lei… beh, mi sono resa conto che c’era qualcosa che non andava. Adesso l’affido io una domanda al web: perché mi accadeva e mi accade questo? Non voglio sapere il perché le persone mi cercano per confidarsi, quello credo di capirlo e con molta sincerità vi garantisco che darei via un rene per avere un’amica come me, mi rendo conto di cosa sono capace di dare. Ma perché lo faccio io…di essere così disponibile. Qual’è la ragione più profonda? Si accettano ipotesi.

venerdì, ottobre 05, 2007

Che ne pensate di qualcosa del genere?


Non sono molto amante del bianco ottico. Vorrei dire che amo quelli semplici, ma non è esattamente vero. Non mi piacciono quelli a bomboniera, da principessa delle favole. Li trovo ridicoli. Lo voglio sensuale ma non appariscente; voglio essere una sposa radiosa, solare, elegante, femminile. Che ne pensate di questo genere? Mi starebbe bene, che ne dite? Ho intenzione di dimagrire un pochetto ancora... sarò presto una 40/42.

domenica, settembre 30, 2007

Meme o non meme?

Non ho mai partecipato ad un meme e non sono sicura di aver capito come funziona; in ogni caso ringrazio Giovanna per avermi invitata e… dovrei invitare altre 8 persone? Francamente non sono una che fa molta vita mondana nella blogosfera, 8 persone sono proprio tante per me! Allora, fra i miei blogger preferiti, invito quelli che gestiscono un blog personale, quelli che, come me insomma, parlano anche di loro stessi!Quindi Mirko, Sonia, Movida69 (l’ho scoperta da poco ma l’a-do-ro!) e Cristina.

Le regole (copiate e incollate direttamente dal blog di Giovanna)

  • bisogna parlare di otto fatti a caso che riguardino se stessi in un post dedicato
  • scegliere altre otto persone da taggare
  • dire loro che sono taggate

Fino ai ventotto anni avevo dei capelli bellissimi, folti, lucenti e di un intenso colore. Era spesso la prima cosa che chiunque mi incontrasse per la prima volta notava. Poi all’improvviso, hanno cominciato a diventare bianchi ed ho dovuto tingerli: non è più la stessa cosa.


Sono una romantica, vivo di sogni e ideali. Da bambina credevo alle morali delle favole ed ho sempre pensato che fare la cosa giusta in buona fede fosse la sola cosa da fare. Le storie e le fiabe in cui accadevano cose terribili per incomprensioni e fraintendimenti poi, mi lasciavano sgomenta e mi sono quindi sempre ripromessa di essere chiara e cristallina ignorando che nel mondo reale la gente non vuol sapere e gradisce una ragionevole zona d’ombra dove nascondere un’ampia serie di maschere. Quindi non sono capace di mentire, di fare pubbliche relazioni, di dire ciò che non penso. Non è un merito, è il mio carattere. Ed è anche un grosso limite perché a volte saper usare la diplomazia mi sarebbe molto utile.


Sono affascinata dalla parola, da ogni punto di vista: mi piace studiarne l’etimologia e la valenza nei vari contesti comprese le traduzioni nelle varie lingue, i significati arcaici e simbolici e perché no, archetipici. Mi fermo stupita di fronte ad un’assonanza, un sapiente accostamento di un sinonimo ed un contrario, un sostantivo ed un aggettivo. Mi piace leggere, scrivere, ascoltare, confrontarmi. Non mi fermo al puro aspetto estetico ma ritengo la Parola, la più grande ricchezza dell’uomo. Credo che sia questo il motivo che mi ha spinto a scegliere una scuola di lingue quand’ero piccola e ne sono felice oggi.


Adoro i gatti. Ogni volta che ne vedo uno non riesco a resistere alla tentazione di accarezzarlo e giocarci. Infatti è capitato spesso che sia stata fotografata con gatti adottati in vacanza oltre che con i miei. Ho ancora una cicatrice sulla mano destra dovuta al morso di un gatto croato che evidentemente non aveva capito le mie intenzioni pacifiche; non per questo ho smesso di accarezzare i randagi apparentemente sani.


Qualche mese fa un caro vecchio amico mi ha chiesto di non sentirci né vederci più senza darmi una ragione reale. Sbigottita, annientata, ho lealmente preso atto della sua decisione che peraltro non ammetteva repliche; ma la cosa mi ha fatto soffrire molto e continuo tutt’ora a domandarmi perché. A proposito, buon compleanno.


Sto cercando di ricostruire l’albero genealogico della mia famiglia, sia della linea paterna che di quella materna.


Credo che se Dio ha un sesso sia femminile, credo nella reincarnazione, nel potere di guarigione dell'amore, nella magia, negli Angeli e nella divinità e causalità dell'essere umano e la mia vita quotidiana è permeata da queste mie convinzioni.


E’ ufficiale, cioè, manca ancora la data perché quella che avevamo scelto è l’unica in tutto il 2008 che non può essere accettata ma…a primavera mi sposo!

mercoledì, settembre 26, 2007

Intendiamoci!

Non è che non scrivo perché non ho nulla da dire, sia chiaro!

lunedì, settembre 17, 2007

Cambio stagione

A volte, soprattutto noi donne, ci ritroviamo a dover far fronte a repentini quanto inattesi cambi di umore. Ci sentiamo irritabili più del solito, intolleranti, sentiamo il bisogno di estraniarci, allontanarci, isolarci un po’, per riprendere forza, concentrazione, serenità. Questo perché siamo più fragili e vulnerabili. Come gli animali, quando sono feriti o hanno i cuccioli da difendere, siamo più aggressive.

E’ un errore pensare che siamo sul piede di guerra, siamo solo più esposte e per questo alziamo un muro e tiriamo su il ponte levatoio. In realtà, quello che desideriamo è solo essere comprese e protette. Mentre la reazione più spontanea di fronte a chi mostra i denti e tira fuori l’ascia è quella di sfoderare le proprie di armi. Essere attaccate nel momento in cui ci sentiamo più fragili serve solo a farci perdere la fiducia nella persona che ci affronta. Spesso a ragione, purtroppo non dovremmo mai fidarci troppo di chi ci circonda.

Sarà forse perché mi trovo in uno di questi momenti che mi sento più pessimista ma più che cresco e più che mi rendo conto che le relazioni umane sono fatte per la maggior parte di intrigo, ipocrisia, doppiogioco, finzione, congiura, cattiveria, invidia. Chi mi conosce sa bene che sono sempre stata un’ingenua, una sognatrice, un'idealista, onesta e sincera, incapace di fare pubbliche relazioni, a causa della mia proverbiale inabilità a dire le cose con diplomazia, quasi sempre in lotta coi miei sensi di colpa per aver fatto soffrire le persone per la mia impulsività, ammansita solo un po’, con gli anni.

Ci sono due o tre persone (chi è fortunato ne ha di più) dalle quali ci aspetteremmo una reazione diversa. Che capiscano che siamo in un momento in cui avremmo bisogno di maggiore comprensione senza doverla chiedere. Ci dovrebbero conoscere, dovrebbero sapere come reagiamo. Dovrebbero accorgersi del nostro stato d’animo, se solo ci prestassero attenzione. Ma anche gli altri sono persone come noi, con i loro momenti di fragilità. E’ per questo che capita spesso che chi ci ferisce di più è poi anche chi ci ama di più.

Un errore che facciamo molto spesso poi è quello di colpevolizzare noi stesse per questa momentanea mancanza di equilibrio, non riusciamo ad accettare con naturalezza i nostri momenti no e succede che ci forziamo ad essere presenti e reattive, senza concederci la minima debolezza.

Ci raccontiamo che non è il momento, che non possiamo permettercelo.

Ci autobiasimiamo e ci puntiamo il dito contro.

Succede così che la fiducia in noi stesse e l’autostima iniziano a scendere: stiamo tradendo noi stesse, stiamo lasciando disattesi i nostri bisogni. Ci stiamo maltrattando.

Quando ce ne accorgiamo poi, continuiamo ad arrabbiarci con noi stesse per averlo fatto… mentre invece dovremmo solo perdonare e perdonarci. Proprio quando ne abbiamo meno la forza.

venerdì, settembre 07, 2007

La carne del cuore

Abbi cura di lui, è fragile dentro quella sua lucente armatura.
I suoi neri e i suoi bianchi sono solo i cavalieri che proteggono il suo castello di carta.
Basta un alito di insicurezza, una brezza d’abbandono per farlo crollare e morire un po’ di più.

Io sono partita, un giorno di maggio e anche se sono tornata sono lontana e continuo a tornare, ma non busso alla porta.
Sei tu che mi chiami, ma non posso entrare. E non lo so.
E non mi importa niente, davvero. Vorrei solo riuscire a sentire che va tutto bene.

Come posso odiarti anche se mi fai male, se anche tu provi quello stesso amore che io provai, se sei solo tu che hai le chiavi di quella porta e puoi entrare a vedere?
Ti lascio il vuoto, che è tanto, che non ho mai saputo riempire,
fai del tuo meglio con quel poco che ho dimenticato.

Io devo andare, fuori c’è il sole, ho un altro castello da colorare.
Stanze immense piene di fogli bianchi, alcuni rosa, altri blu, appesi al soffitto.
E la notte, un giardino con migliaia di stelle, tutte lontane. Respiro l’aria fresca che dà le vertigini e sono felice come un aquilone.

La carne del cuore

Abbi cura di lui, è fragile dentro quella sua lucente armatura. I suoi neri e i suoi bianchi sono solo i cavalieri che proteggono il suo castello di carta. Basta un alito di insicurezza, una brezza d’abbandono per farlo crollare e morire un po’ di più.
Io sono partita, un giorno di maggio e anche se sono tornata sono lontana e continuo a tornare, ma non busso alla porta. Sei tu che mi chiami, ma non posso entrare. E non lo so. E non mi importa niente, davvero. Vorrei solo riuscire a sentire che va tutto bene.
Come posso odiarti anche se mi fai male, se anche tu provi quello stesso amore che io provai, se sei solo tu che hai le chiavi di quella porta e puoi entrare a vedere? Ti lascio il vuoto, che è tanto, che non ho mai saputo riempire, fai del tuo meglio con quel poco che ho dimenticato.
Io devo andare, fuori c’è il sole, ho un altro castello da colorare. Stanze immense piene di fogli bianchi, alcuni rosa, altri blu, appesi al soffitto. E la notte, un giardino con migliaia di stelle, tutte lontane. Respiro l’aria fresca che dà le vertigini e sono felice come un aquilone.

Si muove come il mare fra l'Africa e la Spagna...


Ieri sera era in concerto a Quarrata. Si, a Quarrata. Uno si domanda, ma come mai si esibisce in un paesino della provincia, che sia così di nicchia, abbia così poco seguito da dover accontentarsi delle piccole piazze?

A parte il fatto che la provincia di Pistoia sta diventando culturalmente sempre più importante, soprattutto per la musica (vedi il Pistoia Blues Festival e il MoonTale Festival a Montale) ma io non sapevo che (lo ha raccontato lo stesso Vecchioni ieri sera) che Roberto Vecchioni si è esibito per la prima volta nella sua carriera, 37 anni fa proprio a Quarrata ed è quindi molto legato alla cittadina.

E’ stato il più bel concerto di Vecchioni che abbia mai visto, anche se sono dovuta star seduta per terra e l’ho visto fra le sbarre delle transenne mentre le due altre volte che sono stata ad una sua esibizione ero comodamente seduta su di una poltrona di teatro.

Devo dire che scrive delle canzoni così belle, piene di emozioni, di suggestioni, di poesia… che riesce quasi a farsi perdonare quel suo stravagante modo di accaparrarsi la simpatia del pubblico con chiacchiere quasi banali e un po’ populiste, che uno si domanda… ma davvero le scrive lui quelle poesie? Ma gli artisti sono così, altrimenti non sarebbero artisti; sono pieni di contraddizioni, di idee strampalate, hanno finestre sul mondo aperte nei luoghi più impensati.

Ha attaccato con Vaudeville, cantando dietro il palcoscenico ed è entrato in scena con La mia ragazza. Una lirica di una tenerezza sempre nuova.

In ordine sparso ha cantato Samarcanda, Tommy, La bellezza, Celia De La Serna, Vincent, Canzone per Sergio, Voglio una donna, Le mie ragazze, Milady, Le lettere d'amore, El bandolero stanco, Velasquez, Viola d'inverno, Sogna ragazzo sogna, Figlia, Luci a San Siro.

giovedì, settembre 06, 2007

E un'altra è andata...


Una per una, le mie amiche si stanno sposando tutte! Anche quelle che non l’avresti detto mai. Quelle che fino a due anni fa si sbattevano da una storia sbagliata all’altra, che si trascinavano dietro mezzi uomini che si facevano vivi ad intermittenza, quelle che… passata la soglia della trentina. Dev’essere un’età magica quella. Appena arrivi nel raggio d’azione dei fatidici trenta, rinsavisci e trovi l’uomo della tua vita, quello che, anche lui, ha passato la trentina. E dire che, erano tutte convinte che avrei fatto prima di loro, io, a sposarmi. Io però, verso la trentina invece… ho perso la testa.

Sarà colpa di Saturno forse? Dicono che si ripresenta posizionandosi allo stesso modo del tema di nascita all’incirca ogni trenta anni…

Eh si, perché verso i trenta, tutti cambiano rotta.

E’ un fenomeno diffuso, mi pare di osservare. Pazza gioia e tormenti fino al fatidico Saturno che arriva con il campanellino in mano e…dlin dlin dlin!

martedì, settembre 04, 2007

Detesto il traffico!

Sempre di fretta, non c’è mai il tempo per pensare. Qualche giorno fa, rientravamo a casa, io e Corrado. Lui con la macchina di mia madre, io con la mia. Aveva l’auto parcheggiata in un posto diverso dal mio e quindi siamo partiti in tempi diversi ma verso la medesima meta. E’ buffo come sono arrivata ad elaborare un pensiero, forse scontato, ma, a mio avviso, molto profondo. Fatti pochi chilometri, ci siamo ritrovati vicini, lui davanti e io dietro, senza altre automobili fra noi. Quando si percorre la stessa strada e l’obiettivo è comune, prima o poi ci si ritrova vicini.

E poi. E’ per non sentirsi soli che si cercano le strade più affollate e poi ci si lamenta del traffico e delle code? Si sceglie la strada per aver compagnia e non per la direzione? Altrimenti perché ci troviamo tutti, chi più chi meno, a vivere delle vite che non abbiamo scelto, ad avere dei pensieri in testa che non sono nostri? Solo per l’illusione di una vicinanza con chi poi, alla fine,è li, vicino a noi si, ma per puro e semplice caso? Andiamo nella direzione in cui, siamo sicuri, troveremo certamente qualcun altro, perché è una meta gettonata e sicuramente non ci ritroveremo soli. Abbiamo paura della solitudine e ci ritroviamo ancora più soli di chi ha avuto il coraggio di scegliere la propria meta e nella propria strada ha incontrato poche persone. Persone che non erano lì per caso con le quali ha condiviso un tratto di strada, breve o lungo che fosse. Poi c’è chi cambia meta in corsa. L’importante è non cambiare la propria per quella di qualcun altro, per quella degli altri. Per la paura della solitudine. Tanto, la solitudine è dentro di noi.

Fortuna che a me piacciono le strade alternative, le scorciatoie che poi più corte non sono mai, sono solo meno trafficate. E anche a Corrado. A volte, quando abbiamo tempo e ci vogliamo godere il viaggio dalla partenza, cambiamo le impostazioni del navigatore evitando le autostrade. Non si arriva prima, no. E’ vero. Anzi, di solito ci si mette molto di più. Ma vuoi mettere il gusto?

venerdì, agosto 24, 2007

Aspettando O'Scià 2007

Vi sono mancata? Ma si, lo so lo so! E’ quasi un mese che non scrivo qualcosa e non è nemmeno che sono stata in vacanza. Solo una settimana. In ritiro spirituale a La Verna! Che cosa? Si, che non è che sono allergica alla spiritualità io, tutt’altro, sono allergica ai preti! E credetemi, che adesso lo sono ancor di più!

Siamo stati molto bene, ci siamo letteralmente rilassati e i frutti si vedono ancora. Pensate che, udite udite, sono ormai almeno due settimane piene che non si fa nemmeno una litigatina piccina picciò! E non le due settimane all’inizio del ciclo ma quelle immediatamente precedenti!!!

Che ci volete fare, sono una femminista che non vuol diventar lesbica e allora mi tocca star coi maschi… e inevitabilmente, dato che non ci riesco proprio ad abbassar la testa ed umilmente servire il mio signore finisce sempre che mi scontro col sesso forte. Mica è colpa loro… delle mamme è colpa, che li hanno cresciuti come piccoli principi! Non ci imbarchiamo in simili discorsi, suvvia!

Bene. In questo periodo al lavoro è un bordello, nella maggior parte dei reparti adesso è tranquillo meno che nel nostro. E poi, a dir la verità mi sono dedicata ad altro, come a qualche lavoretto creativo in casa o dando una mano a Corrado. Ci siamo anche divertiti a metter su questo: www.oscia.org. Spero davvero di riuscire a farne qualcosa di speciale, di creativo, insolito. Non mi importa che diventi enorme o popolare, mi importa che diventi quello che voglio che sia e non qualcos’altro!

Che ne pensate? Datemi il vostro parere di utenti della rete!

giovedì, agosto 02, 2007

Ci prendiamo un gelato insieme?


Me l’offriresti un gelato? Dico sul serio… non dico semplicemente un caffè, ma quantomeno una coppa di gelato, con panna e cialda. Magari anche l’ombrellino! Con questo caldo!

Io dico di si, ti sto simpatica, lo so! Ci sederemmo ad un bel tavolino all’aperto in una calda sera d’estate e chiacchiereremmo del più e del meno, ci racconteremmo le nostre avventure sulle tracce di Claudio oppure parleremmo di politica infervorandoci un pochino, forse ci racconteremmo le rispettive vicende amorose. Potrei provare anche a raccontarti qualche barzelletta, quando sono in vena dicono che sono anche molto simpatica! ;)

Peccato che sia una cosa difficilmente attuabile. Però il gelato l’accetto lo stesso molto volentieri. Vorrei però regalarlo ad un bambino. I bambini amano molto il gelato si sa, tutti i bambini dovrebbero poter mangiarne.

Lo so che le raccolte di fondi sono tante, io però voglio regalare il mio gelato a questo qui.

Chi ha un conto online ci metterà solo 2 minuti a farlo.

Queste sono le coordinate bancarie, ma le trovate anche sui blog della sua mamma.

CIN J
ABI 3067
CAB 81030
C/C 000000010423

http://riccardopio.blog.tiscali.it/
http://riccardopio.altervista.org/

Dopo che mi hai offerto questo gelato, ti prego di lasciarmi un commento affinché possa ringraziarti.

martedì, luglio 31, 2007

Che cos'è l'amore?


Lo so lo so… ma che ci volete fare, io lo amo! A volte mi sento un’adolescente quando mi sorprendo rapita a guardarlo e ad ascoltarlo con la bocca leggermente aperta e piegata in un lieve sorriso e gli occhi che brillano! Qualcuno mi disse un tempo che confidava nella mia costanza in amore data la mia ormai consolidata fedeltà a lui. L’altro amore è passato e questo è sempre qui. Non so spiegare, ma d’altronde nessuno c’è mai riuscito a spiegare l’amore, nemmeno lui!

giovedì, luglio 19, 2007

Sindacalismo domestico

Allora, rientriamo un po’ nei ranghi: ogni tanto qui si divaga!!!

Avete un fidanzato poco attento, distratto, indolente? Fatelo un po’ ingelosire, provatene diverse ma con discrezione, non deve accorgersene. Tipo… fate qualcosa di civettuolo che non fate di solito, cambiate acconciatura, profumo, trucco.

Mettete dei fiori in casa e dite che li avete comprati voi ma siate poco convincenti, balbettatelo abbassando gli occhi (così fanno loro quando mentono – riconosceranno in questa reazione la menzogna fedifraga). Poi mettetevi a canticchiare cambiando argomento. O ha problemi sul lavoro e per questo non recepisce oppure la sera stessa vi prenderà con passione animalesca con tanto di ruggito e morsi sul collo!

L’uomo se ha problemi sul lavoro va in crisi, si agita, soffre di insonnia, si porta i problemi a casa e spesso si dimentica di assolvere ai doveri coniugali.

La donna invece se è soddisfatta a casa riesce a sopportare i problemi sul lavoro e al contrario, se non sta bene con il proprio compagno diventa insopportabile sul lavoro e rende la vita difficile alle colleghe… la classica acida c@g@c@zzi! Quindi, per le proprietà delle equazioni… se siete acide con le vostre colleghe può darsi che dipenda dal capoufficio del vostro fidanzato! Sto divagando di nuovo…

Se non si smuove, può darsi che serva un’azione d’urto. Non mettetevi a scrivere lunghe e melense lettere, non servono a nulla. Li per li magari sembra che smuovano qualcosa, ma fidatevi, sono un investimento senza ritorno: non vi prendono sul serio. Vi classificheranno come innocue.

Sparite, per qualche ora, qualche giorno (dipende dalla loro autonomia senza di voi)… per riapparire poi come se niente fosse, fronte in alto e sguardo sicuro: si c@gher@nno sotto! Che è successo? Nulla, perché?

Quello che mi preme sottolineare, qualsiasi sia la tattica che sceglierete o che inventerete autonomamente, è che va rotta la routine, va spezzato il normale fluire della quotidianità, se volete guadagnarvi qualche chance di ottenere l’attenzione che meritate!

Una volta ottenuta l’attenzione, parlategli francamente ma sappiate che delle 1000 parole che riuscirete a dire prima che cadano di nuovo in catalessi, solo un centinaio non usciranno dall’orecchio opposto a quello di entrata e rimarranno quindi nel cervello del vostro uomo.

Quindi usate quelle giuste, non sprecatele!

Un paio di recriminazioni, insinuate qualche senso di colpa, se proprio non ce la fate a resistere piangete un po’… se il vostro uomo non è proprio una cima.

Altrimenti si fa più dura… fategli capire quali sono le vostre esigenze e che non siete pronte a cedere. Mettete tutte le carte in tavola e chiedete anche ciò che non vi interessa molto: si tratta di chiedere 100 per ottenere 10, sappiatelo! La maggior parte degli uomini (sarà genetico?) dimentica le promesse in tempo inversamente proporzionale a quello che impiegano a farle!

E poi fategli portare fuori la spazzatura.

Petizioni on-line

Ne ho sentito parlare, forse non abbastanza però. Ho atteso di trovare dei banchetti per poter firmare ma forse non sono stata nei posti giusti ultimamente. Ho avuto voglia allora di cercare, ed ho trovato, come firmare le petizioni anche attraverso il web. Se anche voi come me volete dare il vostro contributo al cambiamento non aspettate, cliccate qua:

per la riforma elettorale, per un parlamento pulito.

martedì, luglio 17, 2007

IIX capitolo - Specchi

Andava bene qualsiasi cosa pur di non rimanere a casa da sola. Capitavano anche quei giorni che al lavoro non c’era proprio più niente da fare, nemmeno di non urgente. Che restare lì a fare qualcosa era come dirselo chiaro in faccia davanti ad uno specchio che la verità era che avevi paura di restare da sola con te stessa. Capitava che tutte le amiche, come se si fossero messe d’accordo alle tue spalle, avevano un impegno improrogabile e non cedevano nemmeno alle proposte che sapevi essere le più allettanti per loro. Troppo orgogliosa per dire loro la verità. Capitava che i tuoi fossero fuori per qualche insolita ragione, dato che non si muovono mai di casa. Capitava infine che ti ritrovavi a casa da sola e che in tv non dessero niente di abbastanza interessante da poter catturare la tua attenzione per il tempo necessario affinché il tuo cervello si spegnesse nel sonno. Capitava che, non ancora sconfitta, prendessi in mano un libro e che dovessi rileggere continuamente le stesse frasi nel tentativo di concentrarti.
E poi alla fine esausta capitava che ti abbandonassi ai pensieri più scuri, alle paure più nascoste, al pianto dirotto, ai moti di rabbia e frustrazione convulsi, i capelli bagnati dalle lacrime, la faccia arrossata, gli occhi gonfi. Poi in silenzio, seduta per terra, sperimenti il vuoto, l’assenza.

Piano piano il respiro torna regolare, apri gli occhi, indugi e poi ti alzi. Scegli un disco, che non faccia troppo male, una musica dalle percussioni accattivanti e ti lasci catturare dal ritmo. Inizi a ballare come capita, come ti va. Cominci a sentire cosa vuole il tuo corpo e lo assecondi, a piedi nudi, con i capelli sciolti. Danzi e balli finché non ti senti di nuovo in comunione con te stessa, dimentica di tutto ciò che è fuori.

Gaia diceva che guardarsi in uno specchio non è solo un atto di vanità è anche prendere contatto con sé stessi, per quanto spaventoso potesse sembrare il dover prendere coscienza di certi meccanismi, se si voleva raggiungere la felicità o vivere anche solo tentando di farlo, non si poteva far altro che guardarsi francamente dentro un riflesso di noi stessi, inutile oltre che sciocco è nascondersi dietro una maschera. Rompere lo specchio è il più grave errore che un uomo o una donna possano compiere e non è un caso se nella tradizione popolare si riferisce che “porta sfortuna”; non è un atto di coraggio ma di estrema vigliaccheria. Precludersi la possibilità di parlare con sé stessi non preserva dal dolore ed è perfettamente inutile, prima o poi accadrà sempre qualcosa che ti rimetterà davanti ai tuoi terrificanti fantasmi. Affrontarli con coraggio ti mette in una condizione di vantaggio. Ma senza fretta. Era evidente che non ero ancora pronta perché non sapevo ancora quali fossero.

giovedì, luglio 12, 2007

Il latitante - tour

Ieri sera concerto di Daniele Silvestri al Parco dell’Aringhese a Montale, nell’ambito del Moon Tale Festival.
Un freddo cane, un’umidità degna di una sera autunnale… porca miseria, non ho mica più l’età per certe cose…. vabbè, colpa mia! Se mi fossi messa jeans, scarpe da ginnastica e mi fossi portata dietro una felpa la serata sarebbe stata certamente più godibile! Comunque non è stata male lo stesso. Quasi tutti i pezzi sono stati completamente ri-arrangiati, versione rock che più rock non si può, il palco pareva esplodere da un momento all’altro. Il pubblico è stato caloroso, Silvestri non si può certo lamentare dell’accoglienza e della partecipazione. La scaletta? Mhmm… sono ancora in fase Rem, vediamo se tiro fuori qualche titolo in ordine piuttosto sparso: Marzo 3039, Il mio nemico, Che bella faccia, Faccia di velluto, Il suo nome, La paranza, Kunta Kinte, Hold me, Domani mi sposo, Si, no… non so, L’autostrada, Gino e l’Alfetta, Occhi da orientale, Manifesto, Aria, Salirò, Il dado, La bomba, Sogno-b, Banalità, Datemi un benzinaio, Io fortunatamente, L’uomo col megafono, Cohiba.

martedì, luglio 10, 2007

VII capitolo - Il caso

Decisi per quello di fotografia. Fotografare è un modo per catturare la realtà e quello che sta fra gli occhi e il cuore, se è nel cuore che risiedono i sentimenti, le sensazioni, le emozioni. Un modo per afferrare il tempo. E così, un’altra sera alla settimana sarebbe stata rubata alla tempesta dei pensieri o avrebbe offerto un alibi a quelle serate organizzate dalle amiche single che, convinte che ti serva una botta di vita, insistono per trascinarti nell’ultimo disco bar dall’arredamento minimal chic pieno di gente triste con il sorriso di plastica ma fashion. Loro non sanno che sono costretta a frequentare tutti i giorni gente di plastica ed anzi mi invidiano perché di quel mondo vedono solo quello che appare. Io invece sentivo proprio il bisogno di frequentare gente normale, che vive una vita normale, con problemi normali e che magari ha voglia di ridere davvero.
Arrivai in ritardo alla prima lezione, entrai nell’aula che erano già tutti presenti. Intravidi una faccia conosciuta che sulle prime non riuscii ad inquadrare. Era l’insegnante di francese. Uscendo ci fermammo a fare due chiacchiere davanti ad un caffè nel piccolo bar antistante. Mi raccontò che era di passaggio in Italia, che da li a qualche mese sarebbe rientrato a Parigi. Aveva accettato di insegnare per guadagnare qualcosa e al corso di fotografia si era iscritto per svago. Conosceva poche persone qui. Non mi disse altro e io non glielo chiesi, non è mia abitudine essere invadente e forse non mi interessava nemmeno sapere altro. Lo trovai simpatico e gradevole. E innocuo.
La mia vita in quei giorni scorreva uguale e tutto sommato questo mi piaceva. Per lo meno non rischiavo di scuotere ulteriormente i miei poveri nervi già messi a dura prova. L’unica novità era rappresentata da questi nuovi appuntamenti serali e dal fatto che di tanto in tanto riuscivo a non pensare a mio marito.

Per fortuna la campagna vendite per la stagione estiva si era conclusa qualche settimana prima e in ufficio potevo occuparmi delle piccole magagne lasciate in fondo al cassetto, che se ne stavano lì buone buone in attesa che trovassi il tempo per loro. Tutte cose che potevo disbrigare senza la necessità di un eccessivo contatto umano e che portavo a termine quasi meccanicamente. Avevo bisogno di rigenerarmi e probabilmente avrei anche potuto pensare di prendermi qualche giorno di vacanza ma questo avrebbe automaticamente comportato un’enormità di tempo libero in più e i pensieri avrebbero fatto a gara per occupare la mia mente. Ero davvero in una di quelle fasi della vita che Paolo Fox stava definendo da qualche settimana come “di passaggio”. Ma di passaggio per dove, mi domandavo. Io non volevo andare da nessuna parte. Avrei voluto che mio marito continuasse ad apprezzarmi, a riempirmi di attenzioni. Avrei voluto un figlio. Avrei voluto continuare a scoprire il mondo insieme a loro. Non avevo mai avuto un’ambizione sfrenata sul lavoro, mi bastava un ruolo interessante, che mi permettesse di crescere e di non annoiarmi, di avere un buono stipendio certamente, ma le gratificazioni maggiori desideravo riceverle fuori dalla porta dell’ufficio. Volevo continuare a vivere a modo mio. Volevo continuare a fare il bucato il mercoledì e a stirare le sue camicie il giovedì, per riporle la mattina dopo, ripiegate e in ordine nell’armadio grande. Volevo fare la spesa insieme ai grandi magazzini. Volevo continuare a leggere gli stessi libri e a commentarli insieme. Volevo continuare ad andare in vacanza al mare in agosto, a fare l’amore il sabato e ad andare a pranzo da sua madre la domenica. All’improvviso mi si gelò il sangue e vidi me stessa dall’esterno, come riflessa allo specchio. Davvero volevo questo, io volevo davvero queste cose? Mi tornò in mente quello che mi diceva Gaia qualche tempo prima: Niente avviene a caso, mia cara! Sei tu che provochi certi avvenimenti nella tua vita, sei un essere causativo, non dimenticarlo!

giovedì, luglio 05, 2007

Siamo o non siamo una bella coppia?


Auguri ai cancerini

Siamo in pieno periodo Cancro. Ho un buon rapporto col segno del Cancro anche se a volte mi disturba la loro lunaticità (come poteva essere altrimenti essendo il loro pianeta la Luna?) tanto che molte delle mie amiche sono Cancro ed anche il mio Còcò è un bel cancerino con tanto di guscio e tanaglie! Sono lenti, nel prendere decisioni, nel trovare soluzioni, nell’organizzarsi. Sono sensibili, infantili, insicuri (anche se lo nascondono bene) ma molto fashion, pr, disponibili quanto un gatto, piacciono a tutti e fanno sempre un’ottima impressione… e una volta che ti adottano non ti mollano più! :)

martedì, luglio 03, 2007

Capitolo VI - Il bivio

Io non riesco a capire, non ce la faccio proprio a darmi una risposta chiara. Io sono quel genere di persone che sa sempre quello che vuole e non sa proprio convivere con il dubbio, il continuo urgente interrogativo mi dilania. I miei sensi sono all’erta a captare ogni possibile segnale, palese o nascosto che possa darmi la risposta univoca al mio quesito. Ogni volta che un sentiero luminoso si apre di fronte a me la speranza si accende, ma inesorabilmente alla fine c’è sempre un bivio. La lotta fra mente, corpo, spirito si compie ogni giorno, ogni notte, in ogni momento, ora sembra prevalere l’uno ora l’altro e non sempre riesco a riconoscerne i volti essendo una lotta fra pari, potrebbe durare all’infinito. Spossata, esausta cerco aiuto e sostegno negli altri, ma le loro risposte non mi lasciano mai soddisfatta, forse perché sono le loro soluzioni e non le mie.
Eppure l’amore è un sentimento così forte che è impossibile non riconoscerlo. Forse il dilemma è altrove.

“Si possono amare due persone contemporaneamente? Dimmelo perché io sto impazzendo!” implorai. “Certo, l’amore non è mica un sentimento finito!” rispose Gaia con un sorriso.
Trattenni il fiato per non svenire. “A patto di viverne pienamente solo uno; l’altro solo in modo, diciamo così, platonico, da lontano.” continuava a sorridere e sembrava davvero semplice detto così. Solo che dovevo scegliere, lo sapevo. Sapevo già che la soluzione era quella ma non riuscivo a farlo. Non è esatto, non è che non riuscissi a scegliere, a quello non ci avevo ancora pensato in realtà: non riuscivo a rinunciare a nessuno dei due.

Quell’improvvisa libertà mi lasciava un sacco di tempo libero che cercai di colmare con diversi interessi. Non riuscivo proprio a mettermi davanti alla tv e passare così le mie serate. Sul sito internet del Comune nel quale vivevo trovai una miriade di corsi per adulti, molti dei quali interessanti. Desideravo rispolverare la lingua francese, che avevo studiato al liceo ma che non avevo mai più avuto occasione di utilizzare in seguito ed anche accostarmi a qualche nuovo interesse. Ero indecisa fra la fotografia, l’astronomia e la cucina creativa. Intanto mi iscrissi al corso di lingua francese che avrebbe impegnato settimanalmente uno dei miei vuoti dopocena. Se si può chiamare cena quelle due tre cose fredde o riscaldate che mi degnavo di prepararmi. Mi presentai alla lezione un po’ intimorita, non avendo l’abitudine di arrivare da sola in un ambiente sconosciuto ma fu più semplice di quanto credessi. Nell’aula c’erano già due ragazzi che dovevano già conoscersi ma che si erano ritrovati casualmente lì e l’insegnante, un uomo che doveva aver qualche anno più di me, dall’aspetto un po’ sgualcito ma molto cortese e dall’accento inconfondibilmente francese. Arrivarono via via gli altri partecipanti, persone molto diverse le une dalle altre, per età, sesso, cultura ed estrazione sociale. Fu una serata gradevole e rilassante, sentii di non aver sprecato il mio tempo e la settimana successiva tornai al corso con entusiasmo.

lunedì, luglio 02, 2007

Corsica

Sono passate talmente velocemente che quasi non ce ne siamo accorte. Fortuna che abbiamo fatto qualche foto a testimonianza di questa fuga nell'isola... che oltre che dell'amore, della bellezza ho scoperto anche essere l'isola delle Streghe ed uno degli ultimi baluardi delle Sciamane d'Europa. Qui la Santa Inquisizione ha faticato ad arrivare – i corsi hanno protetto le loro donne più che in altri luoghi - e sono quindi sopravvissute insieme alle loro scope ed alle loro conoscenze. Sono stati tramandati fra superstizione, credenze popolari e tradizioni anche i saperi antichi ed ancestrali di Madre Natura. Sono stata invitata a tornare a fine dicembre per assistere ad una iniziazione. Ne riparleremo.

venerdì, giugno 22, 2007

Fuga d'amore?

Le vacanze? Con il fidanzato! Se quello ufficiale non può perché iperindaffarato con il proprio business… si va con “quello coi tacchi”! Che problema c’è? Vi saluto, ci vediamo la prossima settimana con il racconto di una minivacanza fra donne nell’isola dell’amore!

Vacances? Avec le fiancé, bien sure! Mais quand celui, l’officiel, est iperoccupé avec son business… faut il s’arranger avec l’autre… celui à talon aiguilles ! Quel est le problème? Je vous souhaite un bon fin de semaine et je vous dis au revoir à jeudi prochain avec les racontes d’une mini-vacance entre femmes dans l’île de l’amour !

giovedì, giugno 21, 2007

Solstizio d’Estate

Impossibile pensare che mi dimentichi di ricordare che oggi è il compleanno dell’estate, vero?! Eh si, salutiamo la Primavera ed accogliamo l’Estate! Se vogliamo fare un paragone fra il nostro ciclo e quello di Madre Terra, possiamo dire che adesso lei si trova proprio all’inizio della fase della Madre: è in ovulazione! :) Auguriamo quindi a Madre Terra una piena fecondità.

lunedì, giugno 18, 2007

V capitolo - Un vicolo cieco

Da un’amica comune ero venuta a conoscenza del fatto che mio marito aveva ripreso a frequentare dei vecchi amici, soprattutto uno, Michele, un tizio con il quale non ero mai andata d’accordo per i suoi modi arroganti e la sua smodata misoginia. Michele era di famiglia benestante e la vita era sempre stata facile per lui. Gestiva una piccola azienda che il padre gli aveva procurato ma era sempre in giro con la sua macchina sportiva e dei suoi affari si occupava poco. Troppo poco, appunto. Ci eravamo scontrati varie volte, rimanendo su toni cortesi, ma era evidente che non mi sopportava e a lungo andare avevamo smesso di frequentarlo. L’occasione deve essergli parsa ghiotta: aveva finalmente la possibilità di farmela pagare. Roberto era in un momento di forte fragilità e anche se quella di separarci era stata una decisione comune si sentiva abbandonato. Era soprattutto tanto arrabbiato con me, covava un infinito risentimento ma non riusciva, o non voleva riuscire, a focalizzarne la ragione. Ci pensò Michele a insinuare nella sua mente tutti i dubbi e le incertezze che poté. Ogni sera se lo trascinava dietro per locali ed ogni sera Roberto rincasava ubriaco e spesso, in quello stato, mi chiamava. Per me ricevere quelle telefonate nel cuore della notte e sentirlo in quello stato era uno strazio. Trascinava le parole e mi diceva cose orribili e senza senso che mi lasciavano in uno stato di forte choc. Conclusa la telefonata me ne restavo per ore seduta sul letto, tremando. Molte volte ero stata tentata di dirgli di tornare a casa ma facendo violenza su me stessa mi trattenevo. Sapevo infatti che, in caso avesse accettato, la convivenza sarebbe stata disastrosa. Ma temevo soprattutto che non accettasse. Sapevo che avrei avuto una sola occasione con lui. Una volta che mi avesse detto no, no sarebbe rimasto per sempre. Era troppo orgoglioso, Roberto. Ma sapevo, ero certissima che mi amava da morire, così come io amavo lui. Era solo un periodo nero, tutte le coppie ne affrontano diversi nella vita, di periodi così.
Non sopportavo quelle telefonate, eppure le aspettavo. Quando il telefono non suonava facevo le peggiori congetture e vivevo nell’ansia fino a che non riuscivo ad avere sue notizie per vie traverse. Mi rifiutavo di cercarlo direttamente. Il suo orgoglio mi aveva contagiata e le cose andavano sempre peggio; questa separazione, invece di aiutarci a trovare un equilibrio ci stava allontanando sempre di più. Eravamo entrati in un circolo vizioso di rancore e risentimento, rabbia e frustrazione. Avevo perso quel po’ di lucidità che mi aveva guidata durante tutto quel periodo, che mi rendeva certa del fatto che stavo facendo la cosa giusta. All’inizio desideravo che riuscisse da solo a trovare la propria serenità, ero convinta che solo così poteva trovare una serenità vera. E invece, da solo era sempre più smarrito. E anche io.

Ci eravamo conosciuti dieci anni prima, io e Roberto. Eravamo entrambi molto giovani. Rimasi subito affascinata dai suoi modi cavallereschi, dai suoi occhi sinceri e magnetici. Parlavamo per ore ed ore, dimenticandoci di tutto intorno a noi. Ci raccontavamo tutto e ci sorprendevamo continuamente di pensieri e desideri comuni. Ci innamorammo perdutamente uno dell’altra in pochissimi giorni. Aveva molti interessi e una discreta cultura nonostante avesse interrotto gli studi – all’epoca disse perché aveva bisogno di lavorare e gli credei perché non poteva esserci altra ragione valida – oggi so che lo fece perché non era sicuro di potersi meritare di avere ambizioni che lo spingessero più in là di ciò che aveva fatto suo padre.
Sulle prime mi sentii un po’ soffocata dalla sua continua richiesta di attenzioni ma allo stesso tempo non avrei saputo fare a meno delle sue. Era un po’ troppo possessivo forse e dovetti a mano a mano rinunciare a molte delle mie amicizie e a difficoltà riuscivo a mantenere una certa indipendenza. Non era geloso solo degli amici ma anche dei colleghi e a fatica si tratteneva dal fare commenti spiacevoli. Era però molto garbato con me, mi riempiva di pensieri romantici, riusciva sempre a sorprendermi con piccoli gesti. Il nostro tempo libero lo passavamo quasi esclusivamente insieme e riuscivo a coinvolgerlo in molte delle mie iniziative. Facevamo tanti progetti e fin da subito eravamo certi che il nostro futuro sarebbe stato insieme. Ero felice, nonostante oggi mi renda conto che il nostro era un rapporto forse un po’ troppo esclusivo che ci isolava dal resto del mondo impedendoci una crescita individuale parallela a quella di coppia. Fu questo soprattutto che ci portò inesorabilmente a quella rottura, non certo la mancanza di amore.

L’acqua è ormai fredda e la mia pelle raggrinzita. Uno spasmo di brividi mi scuote riportandomi ad una certa lucidità. Esco dalla vasca, mi avvolgo in un morbido telo di spugna e mi siedo sullo sgabello di legno intagliato, cimelio di uno dei tanti viaggi fatti in Europa orientale. Ripenso a quando lo acquistammo, io e mio marito. Eravamo in Bosnia, l’anno dopo la fine della guerra. Ripenso allo sgomento nei nostri occhi visitando quelle regioni martoriate dalla barbarie della guerra, rifletto sul senso dell’odio, a cosa porta all’incapacità di dialogare e alla scelta della violenza come soluzione. Non riesco ad andare oltre in questi pensieri, finisco di asciugarmi, vado in camera da letto e mi metto sotto le coperte. John Carter mi segue e si accomoda sui miei piedi.

venerdì, giugno 15, 2007

IV capitolo - Il gatto

Ogni donna dovrebbe avere un gatto. E’ un animale indispensabile alla donna, l’unico animale capace di starle accanto in modo paritario. Il gatto e la sua donna - forse è più corretta come definizione del rapporto - sono legati da profondo rispetto e fiducia. Il gatto insegna l’arte del distacco, della pazienza, insegna a sentire, a riconoscere i segnali, ad acuire i sensi, ad affinare le percezioni sottili. Apprende alla donna a cogliere i segni ed i messaggi, a formulare le risposte alle proprie domande partendo dalle coincidenze e a schivare i tranelli della psiche. A spogliarsi dal mondo contingente e a scendere dentro il proprio inconscio. A sentire la ciclicità della Natura e quindi la propria. Nessuno però, può capire la loro lingua segreta, fatta di sguardi, passi, contatto, movimenti, posizioni fisiche, rituali. Questo non significa che ogni donna che possiede un gatto presti attenzione ai suoi insegnamenti.
Quando decisi di prenderlo con me, John Carter, era molto piccolo, non aveva ancora aperto gli occhi del tutto. Era in una gabbia con i suoi otto fratellini ed attirò subito la mia attenzione. Decisi però di prendere una femmina visto che i due maschi che avevo avuto precedentemente erano morti a causa delle loro scorribande procurandomi molto dolore. Appena allungai la mano nella gabbia per prelevare una femminuccia bianca dal mento nero però, proprio lui, quel maschietto che avevo a malincuore scartato, mi saltò sul braccio e si arrampicò sulla manica della maglia. Mi scelse, così come istintivamente io avevo scelto lui e non esitai un attimo a ritornare sulla mia decisione. Ce lo portammo a casa, allora vivevo ancora con mio marito, eravamo sposati da poco. Lo allevai con una siringa senza ago mescolando omogeneizzati e latte, dormendo la notte con una mano nella sua scatola per rassicurarlo e perché non piangesse. Mi faceva un enorme tenerezza quel piccolo essere che dipendeva da me per ogni piccola cosa. Ricordo che ci mettemmo una settimana a scegliere il nome adatto a quel piccolo essere tremante e poi, proprio per questa sua mancanza di coraggio, confermatasi poi nel tempo, lo chiamammo antiteticamente John Carter, come il valoroso eroe del ciclo di Marte.

Mio marito era morto. Era questa l'atroce realtà dalla quale cercavo ad ogni costo di sfuggire. Avevamo litigato furiosamente, non riuscivo più a sopportare la sua crescente arroganza e la sua presunzione. Ero certa che la sua rabbia dipendesse dalla frustrazione e non riusciva nemmeno ad ammettere di esserne tormentato. Non si sentiva realizzato sul lavoro e non vedeva prospettive e via d’uscita e per questo se la prendeva con me che affrontavo la vita con entusiasmo. Avevo una grande stima per lui, questo lo faceva sentire forte e sicuro. Ma quando si rese conto che capivo il suo disagio, che mi rendevo conto della voragine che lo stava divorando, della sua fragilità, si sentì smarrito, temette che avessi smesso di vederlo come il mio eroe e non mi perdonò mai per questo. Non accettava le mie rassicurazioni, la mia comprensione, il mio sostegno, i miei incoraggiamenti. Erano come pugnalate al suo amor proprio. Cominciò a comportarsi in modo strano, ad allontanarsi. Litigavamo continuamente ormai oppure ci ignoravamo per giorni. Così, dopo poco più di un anno decidemmo di separarci per un po’. Io restai nella nostra casa con John Carter. Lui invece se ne andò nel piccolo appartamento in città lasciatogli da suo nonno paterno. Non era completamente abitabile, aveva quindi deciso di fare delle modifiche e delle piccole ristrutturazioni e speravo che tenendosi occupato con dei lavori manuali, in cui, tra l’altro, era molto bravo, sarebbe riuscito a rasserenarsi.