martedì, luglio 31, 2007

Che cos'è l'amore?


Lo so lo so… ma che ci volete fare, io lo amo! A volte mi sento un’adolescente quando mi sorprendo rapita a guardarlo e ad ascoltarlo con la bocca leggermente aperta e piegata in un lieve sorriso e gli occhi che brillano! Qualcuno mi disse un tempo che confidava nella mia costanza in amore data la mia ormai consolidata fedeltà a lui. L’altro amore è passato e questo è sempre qui. Non so spiegare, ma d’altronde nessuno c’è mai riuscito a spiegare l’amore, nemmeno lui!

giovedì, luglio 19, 2007

Sindacalismo domestico

Allora, rientriamo un po’ nei ranghi: ogni tanto qui si divaga!!!

Avete un fidanzato poco attento, distratto, indolente? Fatelo un po’ ingelosire, provatene diverse ma con discrezione, non deve accorgersene. Tipo… fate qualcosa di civettuolo che non fate di solito, cambiate acconciatura, profumo, trucco.

Mettete dei fiori in casa e dite che li avete comprati voi ma siate poco convincenti, balbettatelo abbassando gli occhi (così fanno loro quando mentono – riconosceranno in questa reazione la menzogna fedifraga). Poi mettetevi a canticchiare cambiando argomento. O ha problemi sul lavoro e per questo non recepisce oppure la sera stessa vi prenderà con passione animalesca con tanto di ruggito e morsi sul collo!

L’uomo se ha problemi sul lavoro va in crisi, si agita, soffre di insonnia, si porta i problemi a casa e spesso si dimentica di assolvere ai doveri coniugali.

La donna invece se è soddisfatta a casa riesce a sopportare i problemi sul lavoro e al contrario, se non sta bene con il proprio compagno diventa insopportabile sul lavoro e rende la vita difficile alle colleghe… la classica acida c@g@c@zzi! Quindi, per le proprietà delle equazioni… se siete acide con le vostre colleghe può darsi che dipenda dal capoufficio del vostro fidanzato! Sto divagando di nuovo…

Se non si smuove, può darsi che serva un’azione d’urto. Non mettetevi a scrivere lunghe e melense lettere, non servono a nulla. Li per li magari sembra che smuovano qualcosa, ma fidatevi, sono un investimento senza ritorno: non vi prendono sul serio. Vi classificheranno come innocue.

Sparite, per qualche ora, qualche giorno (dipende dalla loro autonomia senza di voi)… per riapparire poi come se niente fosse, fronte in alto e sguardo sicuro: si c@gher@nno sotto! Che è successo? Nulla, perché?

Quello che mi preme sottolineare, qualsiasi sia la tattica che sceglierete o che inventerete autonomamente, è che va rotta la routine, va spezzato il normale fluire della quotidianità, se volete guadagnarvi qualche chance di ottenere l’attenzione che meritate!

Una volta ottenuta l’attenzione, parlategli francamente ma sappiate che delle 1000 parole che riuscirete a dire prima che cadano di nuovo in catalessi, solo un centinaio non usciranno dall’orecchio opposto a quello di entrata e rimarranno quindi nel cervello del vostro uomo.

Quindi usate quelle giuste, non sprecatele!

Un paio di recriminazioni, insinuate qualche senso di colpa, se proprio non ce la fate a resistere piangete un po’… se il vostro uomo non è proprio una cima.

Altrimenti si fa più dura… fategli capire quali sono le vostre esigenze e che non siete pronte a cedere. Mettete tutte le carte in tavola e chiedete anche ciò che non vi interessa molto: si tratta di chiedere 100 per ottenere 10, sappiatelo! La maggior parte degli uomini (sarà genetico?) dimentica le promesse in tempo inversamente proporzionale a quello che impiegano a farle!

E poi fategli portare fuori la spazzatura.

Petizioni on-line

Ne ho sentito parlare, forse non abbastanza però. Ho atteso di trovare dei banchetti per poter firmare ma forse non sono stata nei posti giusti ultimamente. Ho avuto voglia allora di cercare, ed ho trovato, come firmare le petizioni anche attraverso il web. Se anche voi come me volete dare il vostro contributo al cambiamento non aspettate, cliccate qua:

per la riforma elettorale, per un parlamento pulito.

martedì, luglio 17, 2007

IIX capitolo - Specchi

Andava bene qualsiasi cosa pur di non rimanere a casa da sola. Capitavano anche quei giorni che al lavoro non c’era proprio più niente da fare, nemmeno di non urgente. Che restare lì a fare qualcosa era come dirselo chiaro in faccia davanti ad uno specchio che la verità era che avevi paura di restare da sola con te stessa. Capitava che tutte le amiche, come se si fossero messe d’accordo alle tue spalle, avevano un impegno improrogabile e non cedevano nemmeno alle proposte che sapevi essere le più allettanti per loro. Troppo orgogliosa per dire loro la verità. Capitava che i tuoi fossero fuori per qualche insolita ragione, dato che non si muovono mai di casa. Capitava infine che ti ritrovavi a casa da sola e che in tv non dessero niente di abbastanza interessante da poter catturare la tua attenzione per il tempo necessario affinché il tuo cervello si spegnesse nel sonno. Capitava che, non ancora sconfitta, prendessi in mano un libro e che dovessi rileggere continuamente le stesse frasi nel tentativo di concentrarti.
E poi alla fine esausta capitava che ti abbandonassi ai pensieri più scuri, alle paure più nascoste, al pianto dirotto, ai moti di rabbia e frustrazione convulsi, i capelli bagnati dalle lacrime, la faccia arrossata, gli occhi gonfi. Poi in silenzio, seduta per terra, sperimenti il vuoto, l’assenza.

Piano piano il respiro torna regolare, apri gli occhi, indugi e poi ti alzi. Scegli un disco, che non faccia troppo male, una musica dalle percussioni accattivanti e ti lasci catturare dal ritmo. Inizi a ballare come capita, come ti va. Cominci a sentire cosa vuole il tuo corpo e lo assecondi, a piedi nudi, con i capelli sciolti. Danzi e balli finché non ti senti di nuovo in comunione con te stessa, dimentica di tutto ciò che è fuori.

Gaia diceva che guardarsi in uno specchio non è solo un atto di vanità è anche prendere contatto con sé stessi, per quanto spaventoso potesse sembrare il dover prendere coscienza di certi meccanismi, se si voleva raggiungere la felicità o vivere anche solo tentando di farlo, non si poteva far altro che guardarsi francamente dentro un riflesso di noi stessi, inutile oltre che sciocco è nascondersi dietro una maschera. Rompere lo specchio è il più grave errore che un uomo o una donna possano compiere e non è un caso se nella tradizione popolare si riferisce che “porta sfortuna”; non è un atto di coraggio ma di estrema vigliaccheria. Precludersi la possibilità di parlare con sé stessi non preserva dal dolore ed è perfettamente inutile, prima o poi accadrà sempre qualcosa che ti rimetterà davanti ai tuoi terrificanti fantasmi. Affrontarli con coraggio ti mette in una condizione di vantaggio. Ma senza fretta. Era evidente che non ero ancora pronta perché non sapevo ancora quali fossero.

giovedì, luglio 12, 2007

Il latitante - tour

Ieri sera concerto di Daniele Silvestri al Parco dell’Aringhese a Montale, nell’ambito del Moon Tale Festival.
Un freddo cane, un’umidità degna di una sera autunnale… porca miseria, non ho mica più l’età per certe cose…. vabbè, colpa mia! Se mi fossi messa jeans, scarpe da ginnastica e mi fossi portata dietro una felpa la serata sarebbe stata certamente più godibile! Comunque non è stata male lo stesso. Quasi tutti i pezzi sono stati completamente ri-arrangiati, versione rock che più rock non si può, il palco pareva esplodere da un momento all’altro. Il pubblico è stato caloroso, Silvestri non si può certo lamentare dell’accoglienza e della partecipazione. La scaletta? Mhmm… sono ancora in fase Rem, vediamo se tiro fuori qualche titolo in ordine piuttosto sparso: Marzo 3039, Il mio nemico, Che bella faccia, Faccia di velluto, Il suo nome, La paranza, Kunta Kinte, Hold me, Domani mi sposo, Si, no… non so, L’autostrada, Gino e l’Alfetta, Occhi da orientale, Manifesto, Aria, Salirò, Il dado, La bomba, Sogno-b, Banalità, Datemi un benzinaio, Io fortunatamente, L’uomo col megafono, Cohiba.

martedì, luglio 10, 2007

VII capitolo - Il caso

Decisi per quello di fotografia. Fotografare è un modo per catturare la realtà e quello che sta fra gli occhi e il cuore, se è nel cuore che risiedono i sentimenti, le sensazioni, le emozioni. Un modo per afferrare il tempo. E così, un’altra sera alla settimana sarebbe stata rubata alla tempesta dei pensieri o avrebbe offerto un alibi a quelle serate organizzate dalle amiche single che, convinte che ti serva una botta di vita, insistono per trascinarti nell’ultimo disco bar dall’arredamento minimal chic pieno di gente triste con il sorriso di plastica ma fashion. Loro non sanno che sono costretta a frequentare tutti i giorni gente di plastica ed anzi mi invidiano perché di quel mondo vedono solo quello che appare. Io invece sentivo proprio il bisogno di frequentare gente normale, che vive una vita normale, con problemi normali e che magari ha voglia di ridere davvero.
Arrivai in ritardo alla prima lezione, entrai nell’aula che erano già tutti presenti. Intravidi una faccia conosciuta che sulle prime non riuscii ad inquadrare. Era l’insegnante di francese. Uscendo ci fermammo a fare due chiacchiere davanti ad un caffè nel piccolo bar antistante. Mi raccontò che era di passaggio in Italia, che da li a qualche mese sarebbe rientrato a Parigi. Aveva accettato di insegnare per guadagnare qualcosa e al corso di fotografia si era iscritto per svago. Conosceva poche persone qui. Non mi disse altro e io non glielo chiesi, non è mia abitudine essere invadente e forse non mi interessava nemmeno sapere altro. Lo trovai simpatico e gradevole. E innocuo.
La mia vita in quei giorni scorreva uguale e tutto sommato questo mi piaceva. Per lo meno non rischiavo di scuotere ulteriormente i miei poveri nervi già messi a dura prova. L’unica novità era rappresentata da questi nuovi appuntamenti serali e dal fatto che di tanto in tanto riuscivo a non pensare a mio marito.

Per fortuna la campagna vendite per la stagione estiva si era conclusa qualche settimana prima e in ufficio potevo occuparmi delle piccole magagne lasciate in fondo al cassetto, che se ne stavano lì buone buone in attesa che trovassi il tempo per loro. Tutte cose che potevo disbrigare senza la necessità di un eccessivo contatto umano e che portavo a termine quasi meccanicamente. Avevo bisogno di rigenerarmi e probabilmente avrei anche potuto pensare di prendermi qualche giorno di vacanza ma questo avrebbe automaticamente comportato un’enormità di tempo libero in più e i pensieri avrebbero fatto a gara per occupare la mia mente. Ero davvero in una di quelle fasi della vita che Paolo Fox stava definendo da qualche settimana come “di passaggio”. Ma di passaggio per dove, mi domandavo. Io non volevo andare da nessuna parte. Avrei voluto che mio marito continuasse ad apprezzarmi, a riempirmi di attenzioni. Avrei voluto un figlio. Avrei voluto continuare a scoprire il mondo insieme a loro. Non avevo mai avuto un’ambizione sfrenata sul lavoro, mi bastava un ruolo interessante, che mi permettesse di crescere e di non annoiarmi, di avere un buono stipendio certamente, ma le gratificazioni maggiori desideravo riceverle fuori dalla porta dell’ufficio. Volevo continuare a vivere a modo mio. Volevo continuare a fare il bucato il mercoledì e a stirare le sue camicie il giovedì, per riporle la mattina dopo, ripiegate e in ordine nell’armadio grande. Volevo fare la spesa insieme ai grandi magazzini. Volevo continuare a leggere gli stessi libri e a commentarli insieme. Volevo continuare ad andare in vacanza al mare in agosto, a fare l’amore il sabato e ad andare a pranzo da sua madre la domenica. All’improvviso mi si gelò il sangue e vidi me stessa dall’esterno, come riflessa allo specchio. Davvero volevo questo, io volevo davvero queste cose? Mi tornò in mente quello che mi diceva Gaia qualche tempo prima: Niente avviene a caso, mia cara! Sei tu che provochi certi avvenimenti nella tua vita, sei un essere causativo, non dimenticarlo!

giovedì, luglio 05, 2007

Siamo o non siamo una bella coppia?


Auguri ai cancerini

Siamo in pieno periodo Cancro. Ho un buon rapporto col segno del Cancro anche se a volte mi disturba la loro lunaticità (come poteva essere altrimenti essendo il loro pianeta la Luna?) tanto che molte delle mie amiche sono Cancro ed anche il mio Còcò è un bel cancerino con tanto di guscio e tanaglie! Sono lenti, nel prendere decisioni, nel trovare soluzioni, nell’organizzarsi. Sono sensibili, infantili, insicuri (anche se lo nascondono bene) ma molto fashion, pr, disponibili quanto un gatto, piacciono a tutti e fanno sempre un’ottima impressione… e una volta che ti adottano non ti mollano più! :)

martedì, luglio 03, 2007

Capitolo VI - Il bivio

Io non riesco a capire, non ce la faccio proprio a darmi una risposta chiara. Io sono quel genere di persone che sa sempre quello che vuole e non sa proprio convivere con il dubbio, il continuo urgente interrogativo mi dilania. I miei sensi sono all’erta a captare ogni possibile segnale, palese o nascosto che possa darmi la risposta univoca al mio quesito. Ogni volta che un sentiero luminoso si apre di fronte a me la speranza si accende, ma inesorabilmente alla fine c’è sempre un bivio. La lotta fra mente, corpo, spirito si compie ogni giorno, ogni notte, in ogni momento, ora sembra prevalere l’uno ora l’altro e non sempre riesco a riconoscerne i volti essendo una lotta fra pari, potrebbe durare all’infinito. Spossata, esausta cerco aiuto e sostegno negli altri, ma le loro risposte non mi lasciano mai soddisfatta, forse perché sono le loro soluzioni e non le mie.
Eppure l’amore è un sentimento così forte che è impossibile non riconoscerlo. Forse il dilemma è altrove.

“Si possono amare due persone contemporaneamente? Dimmelo perché io sto impazzendo!” implorai. “Certo, l’amore non è mica un sentimento finito!” rispose Gaia con un sorriso.
Trattenni il fiato per non svenire. “A patto di viverne pienamente solo uno; l’altro solo in modo, diciamo così, platonico, da lontano.” continuava a sorridere e sembrava davvero semplice detto così. Solo che dovevo scegliere, lo sapevo. Sapevo già che la soluzione era quella ma non riuscivo a farlo. Non è esatto, non è che non riuscissi a scegliere, a quello non ci avevo ancora pensato in realtà: non riuscivo a rinunciare a nessuno dei due.

Quell’improvvisa libertà mi lasciava un sacco di tempo libero che cercai di colmare con diversi interessi. Non riuscivo proprio a mettermi davanti alla tv e passare così le mie serate. Sul sito internet del Comune nel quale vivevo trovai una miriade di corsi per adulti, molti dei quali interessanti. Desideravo rispolverare la lingua francese, che avevo studiato al liceo ma che non avevo mai più avuto occasione di utilizzare in seguito ed anche accostarmi a qualche nuovo interesse. Ero indecisa fra la fotografia, l’astronomia e la cucina creativa. Intanto mi iscrissi al corso di lingua francese che avrebbe impegnato settimanalmente uno dei miei vuoti dopocena. Se si può chiamare cena quelle due tre cose fredde o riscaldate che mi degnavo di prepararmi. Mi presentai alla lezione un po’ intimorita, non avendo l’abitudine di arrivare da sola in un ambiente sconosciuto ma fu più semplice di quanto credessi. Nell’aula c’erano già due ragazzi che dovevano già conoscersi ma che si erano ritrovati casualmente lì e l’insegnante, un uomo che doveva aver qualche anno più di me, dall’aspetto un po’ sgualcito ma molto cortese e dall’accento inconfondibilmente francese. Arrivarono via via gli altri partecipanti, persone molto diverse le une dalle altre, per età, sesso, cultura ed estrazione sociale. Fu una serata gradevole e rilassante, sentii di non aver sprecato il mio tempo e la settimana successiva tornai al corso con entusiasmo.

lunedì, luglio 02, 2007

Corsica

Sono passate talmente velocemente che quasi non ce ne siamo accorte. Fortuna che abbiamo fatto qualche foto a testimonianza di questa fuga nell'isola... che oltre che dell'amore, della bellezza ho scoperto anche essere l'isola delle Streghe ed uno degli ultimi baluardi delle Sciamane d'Europa. Qui la Santa Inquisizione ha faticato ad arrivare – i corsi hanno protetto le loro donne più che in altri luoghi - e sono quindi sopravvissute insieme alle loro scope ed alle loro conoscenze. Sono stati tramandati fra superstizione, credenze popolari e tradizioni anche i saperi antichi ed ancestrali di Madre Natura. Sono stata invitata a tornare a fine dicembre per assistere ad una iniziazione. Ne riparleremo.