giovedì, giugno 26, 2008

La scelta

E io, quali geni ho scelto io, per esempio? Cosa cerco in un uomo?

Cominciamo dall’aspetto fisico che - qualche anno fa avevo deciso fosse poco importante – poi dopo aver scoperto che l’anima bella del cesso di cui mi ero innamorata non era poi così bella – ho deciso che - se proprio devo prendere una fregatura, che sia per lo meno una bella fregatura! I canoni di bellezza sono i miei. De gustibus ovviamente. Eccoli.

La mia mamma ha sempre avuto una vera fissazione per gli uomini alti e robusti e credo che me l’abbia trasmessa. Magari non abbiamo proprio gli stessi gusti – nel senso che quando lei dice di qualcuno che è un bel ragazzo – spesso e volentieri non sono d’accordo perché per lei, alti e piazzati son belli tutti! Però quando le ho fatto conoscere Corrado l’ho stesa! Questo si che è bello! mi ha detto piano con una certa aria soddisfatta e maliziosa! Ma il capitolo mamma forse lo affronteremo in un altro momento!

Allora dicevamo… al di sotto di un metro e ottanta un uomo non riesco proprio a classificarlo nei trombabili: può esser carino, ben fatto, sodo, può avere lo sguardo più magnetico ma difficilmente riuscirà a suscitare in me qualcosa di più della tenerezza. Un’altra imprescindibile caratteristica dell’uomo attraente sono le spalle larghe e il torace ampio. Le mani devono essere di grandezza media e curate, detesto le mani troppo piccole o troppo grandi o con le unghie mangiucchiate. E’ importante anche che abbia un bello sguardo, diretto, un bel taglio degli occhi. Non transigo sui denti: niente macchie di nicotina!E adoro un leggero accavallamento degli incisivi inferiori… non so perché, lo trovo intrigante. E poi lo ammetto… si, sono una di quelle svergognate che guarda il culo! Il mio preferito è quello stile David di Michelangelo. Maschio.

Passiamo oltre e lasciamo l’arte per avventurarci nella metafisica.

Le qualità non fisiche che mi attraggono in un uomo sono l’intelligenza vivace – la particolare predisposizione a ragionamenti creativi e avanzati rappresenta il non plus ultra; una schietta propensione allo humor, freddo e caldo – abilità naturale e spontanea in battute e giochi di parole; ironia, solo talvolta dissacrante e capacità di instaurare un filo di sottile ed esclusiva intesa, naturalmente con me. Deve anche avere un’ottima cultura generale e qualche interesse particolare. Deve amare la musica, il cinema, leggere, la buona cucina e viaggiare e sapersi adattare a tutte le situazioni; deve essere brillante e saper stare fra la gente ed aver spesso voglia di fare lunghe rilassanti passeggiate chiacchierando, con me, ovviamente. Nell’intimità lo voglio tenero, romantico e appassionato e con molta fantasia. Sempre pronto a farmi sognare insomma… ma anche comprensivo, quando non lo sono io! ;)

Passiamo alle qualità morali. Deve avere saldi e solidi ideali e principi: onestà, sincerità, senso del dovere e della famiglia, fedeltà, coerenza, costanza ma anche una notevole apertura mentale, curiosità, ottimismo.

Certamente mi sono scordata qualcosa...

Dite che sono esigente? Magari invece vi state domandando se… dato che mi sono sposata da poco, abbia trovato quel che cercavo. Si, credo proprio di si. Non è al regime massimo tutti i giorni ma diciamo che queste caratteristiche all’80% sono sempre presenti. A volte ne scappa una, a volte un’altra. Un paio, quasi mai avvistate…

Ma va bene così, nemmeno io… lo confesso, sono perfetta! ;)

E l'amore? Che c'entra l'amore?

Stavo riflettendo sulle chiacchiere per chat di due amiche che dal lavoro, con il caldo, forse poco da fare, si scambiano opinioni sulle ragioni della scelta del partner, loro e delle altre donne. Alcune volte è sfacciatamente evidente che la dote principale richiesta sia il portafoglio gonfio ed un’estrema generosità. Non ho mai nascosto la mia opinione al riguardo: la donna che si da per denaro, sotto qualsiasi forma di rispettabilità si possa o voglia nascondere è e resta una meretrice. Anzi. La signorina che passeggia sul marciapiede lo dice chiaro e tondo di essere una prostituta – io in questo, perdonatemi, ci trovo una terribile dignità; quella che si sposa perché lui c’ha i soldi, perché la farà star bene, senza più preoccuparsi di nulla, quella che vuole la borsa di Gucci e la sera quando va a letto con il marito, se lui si gira dall’altra parte è meglio, quella che giura davanti ad un Dio di amare ed onorare sempre, quella, invece vuol esser chiamata Signora, Amen.

E’ un luogo comune e poi forse anche una verità, quella che si dice, che è la donna che sceglie. Su che basi allora è sano scegliere? La femmina di qualsiasi animale sceglie il maschio col quale procreare dei piccoli individuando qual è il maschio che possiede i geni migliori da tramandare ai propri cuccioli; ed inoltre, a seconda del ruolo che avrà successivamente al parto, per il sostentamento della prole: in alcune specie il maschio contribuisce all’allevamento dei cuccioli. Il migliore generalmente è il più forte, il più aggressivo, quello che mangia di più.

Quali sono i parametri della femmina umana, sulla base dei quali giudica quale sia il compagno migliore e quali sono i geni che lei giudica preferibili a quelli di un altro maschio? Credo che siano diversi da donna a donna, proprio perché dovremmo essere un genere evoluto e quindi non è un univoco istinto animale che ci guida ma spesso, forse purtroppo, la ragione e rarissimamente, ahimé, il cuore.

Nel caso della Signora di cui sopra, a primo sguardo uno potrebbe anche pensare che il gene da lei preferito sia lo stesso della femmina animale: il ricco è quello che è più forte, vince sempre (che abbia ragione o meno, questo è un dettaglio importante solo per i comunisti, direbbe Silvio) quello che mangia di più. Questo gene infatti, al microscopio, risulta essere a forma di banconota con parecchi zeri, talvolta di carta di credito e così via.

Ma ad un analisi più attenta scopriremmo che non è per il bene del pargolo eventuale e futuro che la Signora fa questa scelta ma per il proprio esclusivo benessere che si realizza in mille esigenze. I figli spesso e volentieri sono la trappola finale, il laccio alla caviglia, l’assicurazione per la vita con la quale il salvadanaio è conquistato per sempre. Non che l’uomo sia una vittima. Tutt’altro! E’ ben consapevole che ha semplicemente acquistato un bell’oggetto da esibire, certamente adatto ad un uomo di potere, forse dei bei geni da tramandare ai suoi futuri figli, senza che questo gli impedisca di usufruire pure delle signorine sopra citate – magari in bordelli di lusso all’estero, dove si reca per il business perché là ha aperto la filiale produttiva della fabbrichetta. Un mutuo accordo, un contratto. Tutti contenti.