domenica, aprile 14, 2019

Strada facendo

Viaggiare lentamente è diverso. Non ha gli stessi ritmi di quando prendi un aereo e passi da casa a un hotel e segui un programma per ingurgitare in due o tre giorni tutto ciò che ti dicono che va visto nel posto che hai deciso di visitare.
Decidi giorno per giorno come muoverti, cosa vedere, che sia una cattedrale o un giardino, che sia passare una giornata intera seduto ad un caffè guardando il mare o in un centro commerciale a fare la spesa, una ceretta e il bucato alla lavanderia self service. Assorbire l’atmosfera circostante diventa una capacità che si affina giorno per giorno. Sorriso dopo sorriso. Si impara a capire come chi vive lì spende il suo tempo quotidiano, come è organizzata la vita comune.Il livello di felicità medio si percepisce nell’aria, sempre. Ed è istantaneo, basta aprire il cuore e tutto arriva.
Ed è incredibile ma tutto cambia nel giro di pochi chilometri. E di nuovo hai voglia di capire e di respirare questo nuovo mondo. 
Certo... cerchi di ritagliarti il tuo piccolo tran tran, perché si ha sempre bisogno di rassicuranti abitudini, ma poi trovi sempre il modo di cambiare tutto e rimettere in circolo le idee. Avere un piccolo chez moi è basilare; questa casa che ti segue, questo rifugio che si sposta con te, che ti accompagna e che ti accoglie è una componente essenziale di questo cammino, che non è solo fisico.
Condividere la giornata con la tua famiglia, in questo viaggio, è difficile ed al tempo stesso meraviglioso. Passare tutto il tempo insieme, condividere tutti gli spazi e riuscire a restare se stessi è una sfida quotidiana. Scegliere insieme quali esperienze fare, con che ritmo, sopportarsi e supportarsi a vicenda con amore e pazienza diventa imprescindibile. Ritagliarsi spazi personali all’interno di tutto questo diventa talvolta un’operazione difficile, ma basta un libro, un concerto registrato da ascoltare in cuffia, un vecchio film, una corsa sul lungomare in solitaria e tutti gli equilibri si ripristinano. 
E anche dividersi i compiti aiuta molto. Tutto si risolve in una magica parola: volere. Basta volerlo davvero. 
Non so davvero se, quando tutto questo finirà, potremmo di nuovo affrontare la vita allo stesso modo di prima, perché non siamo più le stesse persone. Non abbiamo più gli stessi schemi mentali ed era proprio ciò che volevamo ottenere: occhi nuovi. 


martedì, agosto 28, 2018

Cambio stagione

A volte, soprattutto noi donne, ci ritroviamo a dover far fronte a repentini quanto inattesi cambi di umore. Ci sentiamo irritabili più del solito, intolleranti, sentiamo il bisogno di estraniarci, allontanarci, isolarci un po’, per riprendere forza, concentrazione, serenità. Questo perché siamo più fragili e vulnerabili. Come gli animali, quando sono feriti o hanno i cuccioli da difendere, siamo più aggressive. E’ un errore pensare che siamo sul piede di guerra, siamo solo più esposte e per questo alziamo un muro e tiriamo su il ponte levatoio. La reazione più spontanea di fronte a chi mostra i denti e tira fuori l’ascia è quella di sfoderare le proprie di armi, ma non è quello che vorremmo… vorremmo solo essere tranquillizzate e sentirci protette. Essere attaccate nel momento in cui ci sentiamo più fragili serve solo a farci perdere la fiducia nella persona che ci affronta. Spesso a ragione, purtroppo non dovremmo mai fidarci troppo di chi ci circonda.
Sarà forse perché mi trovo in uno di questi momenti che mi sento più pessimista ma più che cresco e più che mi rendo conto che le relazioni umane sono fatte per la maggior parte di intrigo, ipocrisia, doppiogioco, finzione, congiura, cattiveria, invidia. Chi mi conosce sa bene che sono sempre stata un’ingenua, una sognatrice, onesta e sincera, incapace di fare pubbliche relazioni, a causa della mia proverbiale inabilità a dire le cose con diplomazia, quasi sempre in lotta coi miei sensi di colpa per aver fatto soffrire le persone per la mia impulsività, ammansita solo un po’, con gli anni.
Ci sono due o tre persone (chi è fortunato ne ha di più) dalle quali ci aspetteremmo una reazione diversa. Che capiscano che siamo in un momento in cui avremmo bisogno di maggiore comprensione senza doverla chiedere. Ci dovrebbero conoscere, dovrebbero sapere come reagiamo. Dovrebbero accorgersi del nostro stato d’animo, se solo ci prestassero attenzione. Ma anche gli altri sono persone come noi, con i loro momenti di fragilità. E’ per questo che capita spesso che chi ci ferisce di più è poi anche chi ci ama di più.
Un errore che facciamo molto spesso poi è quello di colpevolizzare noi stesse per questa momentanea mancanza di equilibrio, non riusciamo ad accettare con naturalezza i nostri momenti no e succede che ci forziamo ad essere presenti e reattive, senza concederci la minima debolezza. Ci raccontiamo che non è il momento, che non possiamo permettercelo. Ci autobiasimiamo e ci puntiamo il dito contro. Succede così che la fiducia in noi stesse e l’autostima iniziano a scendere: stiamo tradendo noi stesse, stiamo lasciando disattesi i nostri bisogni. Ci stiamo maltrattando.
Se ce ne accorgiamo poi, continuiamo ad arrabbiarci con noi stesse per averlo fatto… mentre invece dovremmo solo perdonare e perdonarci. Proprio quando ne abbiamo meno la forza.

I’m back!

Quanto mi piace scrivere. Quanto? Almeno quanto mi piace chiacchierare. Chiacchierare sì, ma mica da sola. E mica di cose futili. Ossia... anche, sì. Perché no? Ma cosa c’è di più appagante di una bella chiacchierata con qualcuno con il quale senti di aver raggiunto una nuova vetta della consapevolezza umana? Non rispondete, non è necessario.
Quindi? Tutto qui? Qui, sì. Altrove chissà.

venerdì, luglio 08, 2011

Amore della mamma...


Say cheese!
Originally uploaded by Corrado Matteoni.
... e dolcissimo vampiro di tutto il mio tempo libero!

lunedì, ottobre 19, 2009

Te ne sei andato. E io, adesso, che strega sono senza il mio gatto?


Un giorno, sarò vecchia. Mi siederò sul divano, sull’angolo e mi coprirò le gambe con una coperta, sarà inverno. Ti vedrò arrivare, trotterellando a passo svelto, la coda a bandiera dei momenti felici e mi salterai sulle ginocchia, leggero e delicato come fai tu. Prima di accoccolarti, mi strofinerai il muso sulla mano facendo le fusa e ti prenderai una carezza sulla testa, mi guarderai con quei tuoi dolci occhioni gialli un po' socchiusi e sarà allora che capirò che sei venuto a prendermi. Non importa quanti gatti abbia avuto o avrò in futuro. Il mio gatto sei tu. Ti voglio bene Alì. Ciao…

venerdì, ottobre 16, 2009

Ho la prova!

Che i desideri, quando sono autentici si avverano!
Mi hanno parlato del nuovo romanzo di Coelho e visto che stranamente non ne sapevo nulla
sono andata a curiosare sul suo sito... e li ho scoperto che Coelho sarebbe stato presto in Italia, a Roma, per promuovere il suo romanzo e presentare il lungometraggio "Paulo Coelho' Experimental Witch". Interessante. La Bompiani, sua casa editrice, offriva l'opportunità di incontrare Coelho di persona al fortunato vincitore di un piccolo concorso. Scrivendo un testo, seguendo la traccia di una domanda su tre proposte, riguardanti l'ultimo romanzo, si poteva partecipare. Ho partecipato e ho vinto e martedì lo incontrerò.


giovedì, luglio 02, 2009

Pisolino in giardino al mare


Siamo al mare con un'amica e il suo bimbo. Nel pomeriggio la Caterina fa sempre il suo pisolino al "fresco"...

giovedì, giugno 18, 2009

Piccola vacanza


Sono al mare con la piccola, un paio di giorni per staccare, fare l'esperimento. Un bell'alberghetto vicino alla spiaggia, con una grande terrazza molto ventilata. Mezza pensione... e l'ombrellone a 100 metri. Però di mare non se ne può fare più di tre ore al massimo al giorno, che la pelle dei bebè è davvero delicata e quella di Caterina in particolar modo. E' piena di bolle, le ha fatto reazione la crema solare... di quelle apposta per bebè...

martedì, marzo 10, 2009