Eppure ero una bella bambina sana, intelligente e sensibilissima. Sempre attiva e a volte solitaria persa nelle mie fantasie e nelle mie mille domande. Molto creativa e curiosa. Ero molto brava a scuola, riuscivo a tener testa agli adulti nelle conversazioni, seppur con l’innocenza di una bimba. Gli argomenti che attiravano la mia attenzione erano gli stessi di oggi. Ero già io. Mentre mio fratello è sempre stato una peste, ha sempre rotto tutto quello che gli capitava fra le mani, ha sempre fatto dispetti anche piuttosto gravi agli adulti, a scuola non combinava nulla, era distratto e litigioso. E’ stato bocciato diverse volte, gli hanno dovuto mettere l’insegnante di sostegno.
La mente di una bambina non riesce a comprendere il motivo di una così evidente differenza di rapporto. Ho sentito chiaramente che la mia unica colpa, irrimediabile, era quella di essere FEMMINA. Nonostante questo non ho mai rinnegato la mia femminilità. Non è stata questa la mia reazione. L’ho sentita e vissuta come un’ingiustizia ed ho fatto della mia vita una rivendicazione del diritto di essere FEMMINA. Forse sono riuscita a perdonare almeno un po’ mia madre… che infondo è sempre stata orgogliosa di me. Lei ha sicuramente subito lo stesso atteggiamento da bambina, anzi… probabilmente l’attacco al suo diritto di esser femmililmente un individuo è stato molto più feroce ed ha inevitabilmente assorbito gran parte di quella cultura stupida, inutile, deleteria. Mi ha cresciuta come poteva e come sapeva. E forse, se non fossi stata costretta a farlo, non avrei cercato di comprendere i doni che noi donne ci portiamo dentro.
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