Ho lavorato per un periodo per un tizio piuttosto immondo. Vestiva e si atteggiava da yuppie, vistosamente obeso, non faceva purtroppo mistero delle sue scorribande sessuali, a pagamento, con studentesse straniere che elargivano favori a beneficio della cultura. In ogni questione riusciva sempre ad avere ragione, a chiacchiere. Ho saputo poi però che la sua azienda è fallita, che ha chiuso, non so che fine abbia fatto lui ma sono certa che non faccia la fame. Ad ogni modo aveva delle cospicue riserve!
Una volta, ero nel suo ufficio, parlavamo di una pratica che teneva di fronte a se, sul suo tavolo, tirò fuori un evidenziatore e sottolineando qualcosa disse questa frase:
“Ci vuole sempre un po’ di rosa nella vita di ogni uomo!” .
Questa è l’unica cosa intelligente che io abbia mai sentito uscire dalla sua bocca e mi ha colpito così tanto che ancora la ricordo. A conferma del fatto che nessuno a questo mondo rappresenta solo esclusivamente spazzatura.
Il rosa, un colore che ho sempre odiato. Mi sono chiesta: perché? E ci ho fatto pace.
Mi piace tanto il rosa, in realtà. Ma perché il binomio donna e rosa deve per forza cozzare con la parola intelligenza!? Una donna può essere intelligente ed amare il proprio essere donna, il proprio rosa! Quando è successo che a noi donne ci hanno convinte che essere rosa, e quindi esprimere la nostra femminilità, significa essere bamboline sceme che dicono sempre di si? Da quando ci hanno imposto il rosa e hanno provato ad istruirci su ciò che significa! Io il mio rosa l’ho scelto, ed è pieno delle mie sfumature!
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