E’ un luogo comune e poi forse anche una verità, quella che si dice, che è la donna che sceglie. Su che basi allora è sano scegliere? La femmina di qualsiasi animale sceglie il maschio col quale procreare dei piccoli individuando qual è il maschio che possiede i geni migliori da tramandare ai propri cuccioli; ed inoltre, a seconda del ruolo che avrà successivamente al parto, per il sostentamento della prole: in alcune specie il maschio contribuisce all’allevamento dei cuccioli. Il migliore generalmente è il più forte, il più aggressivo, quello che mangia di più.
Quali sono i parametri della femmina umana, sulla base dei quali giudica quale sia il compagno migliore e quali sono i geni che lei giudica preferibili a quelli di un altro maschio? Credo che siano diversi da donna a donna, proprio perché dovremmo essere un genere evoluto e quindi non è un univoco istinto animale che ci guida ma spesso, forse purtroppo, la ragione e rarissimamente, ahimé, il cuore.
Nel caso della Signora di cui sopra, a primo sguardo uno potrebbe anche pensare che il gene da lei preferito sia lo stesso della femmina animale: il ricco è quello che è più forte, vince sempre (che abbia ragione o meno, questo è un dettaglio importante solo per i comunisti, direbbe Silvio) quello che mangia di più. Questo gene infatti, al microscopio, risulta essere a forma di banconota con parecchi zeri, talvolta di carta di credito e così via.
Ma ad un analisi più attenta scopriremmo che non è per il bene del pargolo eventuale e futuro che la Signora fa questa scelta ma per il proprio esclusivo benessere che si realizza in mille esigenze. I figli spesso e volentieri sono la trappola finale, il laccio alla caviglia, l’assicurazione per la vita con la quale il salvadanaio è conquistato per sempre. Non che l’uomo sia una vittima. Tutt’altro! E’ ben consapevole che ha semplicemente acquistato un bell’oggetto da esibire, certamente adatto ad un uomo di potere, forse dei bei geni da tramandare ai suoi futuri figli, senza che questo gli impedisca di usufruire pure delle signorine sopra citate – magari in bordelli di lusso all’estero, dove si reca per il business perché là ha aperto la filiale produttiva della fabbrichetta. Un mutuo accordo, un contratto. Tutti contenti.
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