Secondo giorno, sabato 13. Saint Sulpice. Una chiesa che mi ha sempre incuriosito ma che non avevo mai trovato l’occasione di visitare. Dopo l’enorme successo de Il Codice da Vinci pare che sia stata presa d’assalto dai turisti. Si trova nell’esclusivo quartiere di Saint Germain des Prés, non distante dalla Sorbona. Per prima cosa ci siamo goduti l’aria fresca del mattino, i suoni attutiti della città – quel rumore sordo di vita che senti solo nelle piazze parigine – seduti sui cilindri di pietra che delimitano la piazza dell’imponente fontana dei quattro cardinali circondata dai castagni in fiore dal piazzale della cattedrale di Saint Sulpice. Per la verità di turisti non ne ho visti molti da quelle parti, ho visto molti più parigini. Ce n’erano molti, vestiti a festa che entravano ed uscivano dalla chiesa. Siamo entrati anche noi e mi è parso di entrare in un altro mondo. Stavano officiando la messa e cantando in francese gli stessi nostri canti, le stesse nostre preghiere. Affascinata dall’atmosfera mi ero dimenticata il segno della croce. Avvicinandoci alla navata centrale ci rendiamo conto che eravamo entrati proprio al momento della conclusione di una cerimonia solenne. Un cardinale ed un vescovo con tutto il loro seguito sfilavano verso l’uscita distribuendo sorrisi e benedizioni.
Ci siamo diretti verso l’Ile de la Cité passando per il mercatino di Saint Germain e per il Quartiere Latino sempre brulicante e denso di odori e profumi. Stava iniziando a piovere e ci siamo riparati dentro Notre Dame, sempre affascinante e suggestiva. Con il cielo fuori nuvoloso, era ancora più cupa e solenne. Abbiamo proseguito il nostro cammino visitando la Sainte Chapelle, proseguendo verso il punto estremo dell’Ile e tornando indietro costeggiando la Conciergerie abbiamo attraversato la deliziosa Place Dauphine . Il famoso mercatino dei fiori con le sue bancarelle e i mille colori e profumi era poco distante e abbiamo concluso li il nostro tour quotidiano prendendo la metro per tornare in zona albergo. Abbiamo optato per un po’ di shopping e ci siamo diretti quindi verso i grandi magazzini.
Siamo tornati in albergo per una doccia, cambiarci e poi a cena à la Souris Verte. Un ristorantino che frequentavo molto spesso quando vivevo a Parigi e del quale avevo un delizioso ricordo… questa volta mi è sembrato mediocre.
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