Si parla di Amore. Il difficile bellissimo rapporto fra Uomo e Donna... Ma anche di altre forme di Amore: per la Vita, la Musica, l'Arte, di Sogni. Della Natura Femminile, della Luna e di Streghe.
venerdì, dicembre 29, 2006
Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno (Lc 23,34)
Ho sempre sognato di sposarmi nella casa di Dio, un giorno. Nonostante quello che ho sempre pensato della Chiesa, dell’arrogante prepotenza del clero, dell’ipocrita pretesa di fornire la guida spirituale, dell’ottusità finalizzata al monopolio delle menti degli uomini, mera fonte di reddito economico più che gregge da guidare. Ho sempre pensato però che quella è la casa di Dio e non la loro. Ma ultimamente ne stò dubitando. Pochi servitori onesti, umani, di vero esempio e sostegno sono gli unici veri seguaci della parola di Cristo. Basta che non si ribellino troppo, che parlino poco, che facciano pure il loro lavoro…
Si sono arrogati il ruolo di portatori della voce di Gesù nel mondo, ma sono certa che Gesù non voleva una gerarchia di successori ammantata di oro e porpora che tiene in mano con il ricatto del peccato e delle fiamme dell’inferno le anime più semplici. Stanno a discutere sull’albero pagano e il presepe cristiano quando hanno riadattato ogni festa pagana a loro uso e consumo.
Due notizie mi hanno fatto arrabbiare tanto. La storia di un ragazzo siciliano che voleva farsi prete ed invece di un mentore ha trovato un lurido pedofilo che ha abusato di lui per anni. E lui piangeva e aveva gli incubi di notte e non sapeva perché. Ha trovato il coraggio di denunciarlo, una volta cresciuto e resosi conto del dolore e dell’abominio di quella che gli era stata romanticamente propinata come un’amicizia speciale che gli altri non potevano capire. Ma prima era andato a parlarne ad uno ad uno con tutta la scala gerarchica del pretino. Ed il lurido era stato semplicemente spostato. Dopo anni, la denuncia. Visto che nessuno aveva fatto niente. Visto che, nessuno aveva lui chiesto perdono… anzi, gli era stato consigliato di tacere. Come lui ne sono spuntati altre sette, di vittime. E chissà quanti altri, per vergogna, hanno taciuto. Alcuni di questi ragazzi avevano subito abusi dopo che questo ragazzo aveva reso noto ai superiori del vizio del prete. Ma non è finita qui. Dopo la denuncia, l’indagine. Il prete patteggia, fa due anni in carcere (devono esser stati senza dubbio i migliori anni della sua vita!) e per la legge, pare, se patteggi non significa che sei colpevole. Questa ancora la devo capire, sono senz’altro dei cavilli legali. Insomma, ancora nessuno chiede scusa a quel ragazzo. Dopo tutte le umiliazioni, l’adolescenza rubata, il dolore, l’indifferenza. Allora lui, nell’estremo tentativo di strappare un “avevi ragione, scusa se non ti abbiamo protetto difeso ascoltato come sarebbe nostro compito!” chiede i danni, simbolici, alla Curia. E la Curia che fa? A sua volta chiede i danni, 200 mila euro!, al ragazzo per danno d’immagine!!! E’ una storia vera, documentatevi! Si commenta da sola!
Un’altra storia mi ha fatto arrabbiare. Anzi no. Non ho avuto nemmeno la forza di provare rabbia. Un dolore profondo, incredulo, impotente. La storia credo che la sappiano tutti. Un’immagine su tutte: quella bara in piazza e le porte della Chiesa chiuse.
Staccare una spina non è eutanasia. E’ affidarsi al Signore quando la vita non è più vita e non c’è una possibilità di ritornare alla salute.
Quel pover’uomo aveva già salito il suo Calvario, che senso ha negargli la pietà umana?
Ipocrisia e lotta per mantenere il potere. Ecco che cosa significavano quelle porte chiuse. Se non ci fosse entrata di mezzo la politica, se non fosse stato all’attenzione dei media… nessun prete sarebbe stato interdetto dal dargli l’estremo saluto in Chiesa. Ipocriti! Doveva essere un esempio, un avvertimento. La Chiesa si impone. Eppure so di mafiosi, efferati assassini, mandanti di decine di omicidi, che sono seppelliti nelle Cattedrali del Vaticano. Ipocriti! So di divorziati, suicidi, assassini tranquillamente tumulati con tutti i riti canonici in terra sacra. Ipocriti!
So anche però che qualche prete di campagna, lontano dalle orecchie altolocate delle gerarchie eccelse, nelle proprie omelie di Natale, ha deprecato quelle porte chiuse e scommetto che molti, in cuor loro, hanno benedetto e rimesso alla pietà celeste quell’anima che ha già purgato in vita tutti i suoi peccati. Ma in silenzio. Vigliacchi!
martedì, dicembre 19, 2006
Sabato 16 dicembre, Mandela Forum Firenze, platea fila 10 posto 35
Mi sono divertita da matti! Claudio era in splendida forma, la scaletta entusiasmante… sono arrivata a mezzanotte e mezza stremata ma felice!
Siamo entrati verso le 18.20 per le prove, dopo una decina di minuti è salito su a salutarci e a darci la mano. Peccato che quando ha stretto la mia ha sorriso a quella accanto! :)
Vabbè… non si può pretendere troppo infondo il mio momento a quattr’occhi con lui l’ho già avuto! :)
A volte mi domando se sono io che sono strana che mi capitano cose strane oppure se capitano a tutti ma non se ne accorgono! Ha interrotto le prove verso le 19 perché fuori c’era ressa per via della concomitanza della partita con il concerto e quindi ha deciso di far entrare chi era fuori. Ci siamo accomodati ai nostri posti, noi avevamo due biglietti in platea. Decido di andare a far pipì. Faccio il giro sotto le tribune, scendo le scale… niente fila, che strano. Tutto pulito. Un bagno solo, uno per le donne ed uno per gli uomini. Mentre mi mantengo in equilibrio sulle gambe in bilico sopra la tazza del gabinetto, come si fa nei bagni pubblici, ed inizio a far pipì… sento distintamente una voce conosciuta. Arresto di colpo la pipì… non è possibile… sento diverse voci, chiare, vicine… certamente non toscane, si sente che è gente adulta, di fuori. Alla fine mi decido a finir di fare la pipì e tirare l’acqua. Le voci ci sono ancora. Esco con circospezione, non c’è nessuno. Sulla destra un corridoio illuminato che porta da qualche parte dietro i bagni. Si sente odore di cucina, mi affaccio, carrelli di acciaio apparecchiati con cesti di biscotti e dispenser di bevande calde e le voci vengono da là dietro. Non ho il coraggio di avventurarmi. Torno su e spedisco Corrado a dare un’occhiata. Torna dicendomi che c’è già uno della security all’imbocco delle scale, mi armo della mia foto e torno verso le scale. Nel frattempo è arrivato anche uno dei tizi che avevo già visto a Lampedusa che stà istruendo il ragazzo messo a guardia delle scale, mi vede arrivare e gli dice… ecco, quelle con il pass come il suo non le devi far passare! Per farla breve, non c’è stato verso di scendere e mi è stato definitivamente confermato che Claudio era giù a mangiare! UFFA!
Non che mi sia presa appunto ma questa è stata la scaletta dello show (l'ho vergognosamente copiata):
Tutti Qui
Strada facendo
Noi no
Avrai
Medley : Porta Portese, A modo mio, Signora Lia, W l'Inghilterra, Notti, Serenata in Sol
Mai più come te
Amori in corso
Poster
Medley: Con tutto l'amore che posso, Io dal mare, Le ragazze dell'Est, Quei due, Domani mai, Acqua dalla Luna
Quante Volte
Sono io
Buona fortuna (a cappella)
Medley : Ragazza di campagna, I vecchi, Un po' di piu', Fotografie, Vivi, Le vie dei colori
Cuore d'aliante
Adesso la pubblicità
Notte di note
Medley: Dagli il via, Un nuovi giorno o un giorno nuovo, Io me ne andrei, Quanto ti voglio, Bolero, Grand'uomo
Cinque minuti e poi
Via
Medley: Questo piccolo grande amore, Sabato pomeriggio, Amore bello, E tu, Solo, Tu come stai?Io sono qui
Mille giorni di te e di me
La vita e' adesso
Il pubblico è stato caldo, entusiasta, festoso, partecipe! Credo che Claudio abbia fatto finalmente pace con il Mandela Forum! E spero molto vivamente che decida di riprendere la sua antica abitudine di iniziare o finire i suoi tour da Firenze. Spero che aggiunga altre date e torni a Firenze in Aprile, sarebbe un bel regalo di compleanno!
Adesso che gli appuntamenti sono finiti e non so quando lo rivedrò sento una piccola punta di malinconia.
Link a tutte le mie foto del concerto.
venerdì, dicembre 15, 2006
Un paquet de Marlboro light s’il vous plait!
L’altra sera mio fratello mi chiama e mi chiede di comprargli le sigarette, dato che dovevamo andare a cena da mia madre. Qualche anno fa fumavo le sigarette che fumo anche adesso ma anche le M.L., a seconda della voglia del momento, giravo quindi con due pacchetti diversi di sigarette in borsa. Dato che in Francia le mie non si trovano, quando vivevo là fumavo solo le M.L. Così, ritrovarmi a dover entrare in un tabacchi per comprare le M.L. mi ha risvegliato questo schema nella mente e mi sono detta, avvicinandomi alla porta del negozio “un paquet de Marlboro light, s’il vous plait”…
C’est surprenant, la mémoire. Quand j’habitais à Paris, avant de franchir le seuil d’une boutique ou de me présenter à quelque guichet, je formulais mentalement ce que j’aurais du dire.
Un peu bête, je le sais… mais je vous assure que n’est pas facile de vivre dans un endroit ou à chaque occasion, jour après jour, mois après mois, tu doit toujours t’exprimer dans une langue que n’est pas ton idiome maternel.
Il y a quelque jours, mon frère m’appelle en me demandant de lui acheter un paquet de cigarettes… Il faut savoir que quand j’étais à Paris, je fumais que le M.L. car mes cigarettes habituelles ne se trouvent pas en France. En me rapprochant à la porte du tabac, j’ai formulé donc une pensée… un paquet de Marlboro light, s’il vous plait !
martedì, dicembre 05, 2006
Il mio ragazzo mi prende in giro perchè poi alla fine... parlo sempre di lui
Ascoltando le canzoni comprese nell’ultimo lavoro del più bravo, più sensibile, più carismatico, più simpatico e muscoloso cinquantacinquenne della musica italiana… molte delle quali ad un primo ascolto potrebbero essere definite semplici, ma che racchiudono in realtà una grande passionalità e profondità di sentimenti… non posso fare a meno di fare il paragone con le canzoni più moderne, che parlano d’amore e principalmente, ma non solamente, con le sue.
La differenza che per prima mi salta agli occhi è il perché. Nelle canzoni di altri tempi si inneggiava all’amore e alla profondità del sentimento, non si parlava mai o quasi dell’oggetto dell’amore e del perché lo si amasse tanto, quali fossero le sue caratteristiche. Tant’è che era piuttosto facile che una canzone potesse avere una versione femminile ed una maschile semplicemente cambiando qualche vocale qua e là… ed il senso cambiava poco. Nelle canzoni d’amore di oggi si racconta più dettagliatamente la storia d’amore, la donna o l’uomo dei desideri... i motivi dell’amore.
Le canzoni sono figlie del tempo, si sa. Il nostro modo di vivere l’amore è diverso da quello di un tempo. Siamo mano a mano divenuti più consapevoli ma anche molto più superficiali. Mi ricordo che mia nonna materna, quando avevo 19 anni, mi rimproverò duramente per aver lasciato il fidanzatino con il quale facevo la guerra da 4 anni. Lei, non aveva mai osato risponder male al marito. Si erano scelti a quindici anni e da allora, che l’avesse o meno, gli aveva sempre dato ragione. Un modo inconcepibile per me di vivere l’amore, anche perché, per me, questo non è amore ma dipendenza. E’ altrettanto vero che oggi ci si sposa per forma e senza un reale impegno, si fanno figli con incoscienza, si divorzia con disinvoltura. E credo che anche questo sia dovuto alla stessa forma di dipendenza: le istituzioni mettono sempre al riparo la coscienza! E’ così importante salvaguardare la nostra immagine di fronte alla società! Per esser nel giusto, basta fare le cose che fanno tutti… oggi si divorzia anche, quindi nessun problema.
Un tempo nessun perché, oggi troppi perché. Troppa devozione, troppa pazienza, troppa rassegnazione; nessuna devozione, nessuna pazienza, troppo egoismo ma stessa causa. La mancanza di personalità e carattere da cui è afflitta la maggior parte della gente. Uniformarsi. Uniformarsi. Uniformarsi.
A mio umilissimo avviso, il perchè è importante perchè dev'esser il faro dei momenti bui, in cui la devozione può darti la forza per uscire dal cono d'ombra.
Oggi… nessuno vuol perdersi l’happy hour... e se il compagno è un ostacolo...
venerdì, novembre 24, 2006
Autunno...
Pensieri a vanvera.
Mentre rientravo a casa ieri sera, ascoltavo il nuovo lavoro di Claudio. Un album di cover di canzoni dal ’58 al ’70. Più le ascolto e più mi piacciono. Non sono sue e si sente, ma è un ottimo interprete (come se ci fosse qualcosa che gli riesce male, a quello lì) e riesco a percepire cosa lo ha emozionato in ognuna di esse. Complice il cielo cupo e umido del tardo pomeriggio di novembre, nel mio animo si sono mescolate le musiche e l’atmosfera cruda del dopo guerra in cui vive Mara, a Monteguidi, nella Val d’Elsa. Era così diverso il modo di vedere e vivere le cose in quegli anni… ho riconosciuto in parte alcuni modi di pensare, di sentire che erano ancora vivi ai tempi della mia infanzia, seppur diluiti nell’entrante imperioso consumismo capitalistico degli anni ottanta.
Com’erano dolci certe piccole cose! Com’era bella l’attesa, la trepidazione. L’assenza, la lentezza.
E mi domando perché. Perché l’uomo ha bisogno di soffrire per godere. Perché il piacere, continuo, costante, crescente, insistente alla lunga anestetizza i recettori delle sensazioni e si sente il bisogno di una forte scossa di dolore per resettarli e poter finalmente ricominciare a sentire.
E mi domando anche che cosa ci riservi il futuro, che cosa andremo a cercarci per ritornare a sentire? Ognuno ha la sua storia e la propria vicenda. Sono d’accordo. Ma esiste una coscienza e un destino collettivo. Non vorrei essere fatalista, ma sono sempre più convinta che una guerra sia alle porte.
venerdì, novembre 17, 2006
Cosa vogliono le donne
Anche perché, in genere, quelli che sanno parlare d’amore sono anche degli emeriti fedifraghi che molto approfittano della loro arte. Chissà come si comporta il Claudio con la Rossella!
A tal proposito... ho ricevuto oggi un'email con allegata una striscia esilarante ma piuttosto chiarificante rispetto a ciò che noi donne vogliamo da voi uomini... ma purtroppo era un pdf e non ho idea di come fare ad appicicarlo qui... però ho trovato le stesse vignette su un sito, che tra l'altro ogni tanto vado a sbirciare e la potete quindi trovare qui!
martedì, ottobre 31, 2006
Il Raduno Perfetto
29 ottobre 2006
Di solito, dopo un grande evento come il Raduno, si ha voglia di fare un resoconto, una critica positiva o negativa, delle considerazioni. Questa volta non ci riesco... eppure è stato perfetto. L’organizzazione impeccabile, il clima disteso. Claudio disponibile, attento a tutti, ha risposto a tutte le aspettative, in modo molto diplomatico ha rimesso alcuni clabbers ansiosi di protagonismo al loro posto, come tutti si aspettavano. Era in forma vocale strepitosa, come raramente l’ho sentito.
Ma non mi ha emozionata molto, tanto da farmi tornare a casa felice, come dopo Viterbo ad esempio. E nemmeno incazzata, come l’anno scorso a Firenze, quando era stato ripagato a fischi del suo volerci dare qualcosa di suo personale, presentandoci la gente che bene o male lo ha accompagnato nel suo percorso artistico.
E’ stato molto piacevole, sono stata benissimo e va bene così. Sarò forse in un momento in cui la mia sensibilità è più bassa, forse sono satura, colpa di O’Scià così vicino? O forse è stata un’enorme recita e ci ha dato quello che noi volevamo avere senza metterci, quasi, niente di più? Ci ha dato esattamente tutto quello che “abbiamo” chiesto e ha eliminato tutto quello che “abbiamo” criticato… ma ci ha dato il vero Claudio? Perché… magari ad un concerto me ne frego di questa domanda… ma al Raduno del Clab…
Perché, nonostante sia stato perfetto, io non sono riuscita a provare quei brividi di sempre?
Link alle mie foto del 12° Raduno Clab
sabato, ottobre 28, 2006
Ci risiamo!
giovedì, ottobre 26, 2006
Aggiornamento Estratto Conto
2. 15 marzo 2000, Palasport Firenze, Tour Blu
3. 08 aprile 2000, Palamalaguti Bologna Tour Blu
4. 31 maggio 2000, Palaevangelisti Perugia, Tour Blu
5. 10 giugno 2000, Palaeur Roma, 6° raduno Clab
6. 19 agosto 2000, Anfiteatro Fiesole, Tour “Sogno di una notte di Note”
7. 18 agosto 2001, Sporting Club Salle des Etoiles Montecarlo, Per Incanto
8. 06 ottobre 2001, Foro Italico Stadio Pallacorda Roma, 7° raduno Clab
9. 15 dicembre 2003, Palasport Montecatini, tour Crescendo
10. 09 marzo 2004, Palasport Firenze, tour Crescendo
11. 20 luglio 2004, Parco Mediceo di Villa Demidoff Pratolino, tour Cercando
12. 12 settembre 2004, Viterbo, 10° raduno Clab
13. 07 dicembre 2004, Santa Cecilia Roma, Cercando un Gran Finale
14. 02 luglio 2005, Circo Massimo Roma, Live 8
15. 17 dicembre 2005, Mandela Forum Firenze, 11° raduno Clab
16. 29 luglio 2006, Villa Borbone Viareggio, Intervista pubblica
17. 23 settembre 2006, P.zza Brignone Lampedusa, Buonasera buonasera!
18. 26 settembre 2006, Centro Anziani Lampedusa, finalmente a 4 occhi!
19. 26 settembre 2006, P.zza Brignone Lampedusa, con l’Orchestra Casadei
20. 28-30 settembre 2006, Spiaggia della Guitgia Lampedusa, O’Scià
giovedì, ottobre 19, 2006
Grazie Claudio
Mi perdo in chiacchiere con Corrado, non so nemmeno io cosa volevo. Ce l’hai la macchina fotografica? No! Come no! Siamo usciti di fretta…
Che cosa si fa in questi casi? Si chiede un autografo, si chiede di fare una foto, si salta al collo del proprio idolo? Gli si parla e gli si racconta tutto quello che in questi anni si avrebbe voluto dirgli? Ma come, da dove escono le parole, il coraggio? Come si fa a mettere tutto l’amore, il conforto, il sostegno, la gioia, le riflessioni, la compagnia, i brividi, le lacrime… tutto questo, in un semplice e banale gesto? Come si può riuscire a far comprendere al cervello che quell’uomo lì, davanti a te è Claudio Baglioni e tutto quello che Claudio Baglioni rappresenta per te? La sua voce, i gesti, le parole. Le mille volte che lo hai visto su un palco, dentro un video, le mille volte che hai ascoltato la sua voce, dal vivo o nelle casse dello stereo… sempre comunque irraggiungibile come un’entità. Ed invece è lì, raggiungibile. Nessuna orda di fans scatenate dietro di te, a farti crollare sulle transenne.
Claudio non c’è più, è entrato nella stanza di fronte.
Vedi? Te lo sei fatto scappare.
Ma che avrei dovuto dirgli?
Che ne so! Siamo qui per lui, no?
Si, però… non ho avuto il coraggio di dirgli niente.
Te ne pentirai per sempre. Vai, raggiungilo.
No, non voglio rompergli le scatole. Ha da fare!
Allora andiamo via?
No!
Mi sta prendendo in giro, il mio ragazzo. Però sono felice, perché mi capisce e non ne è geloso.
Rientriamo nell’aula e mi tremano ancora le gambe. Le ragazze mi circondano per sapere com’è andata, se l’ho visto, se gli ho parlato!
Non riesco a stare in aula però, usciamo a prendere qualcosa da bere al distributore automatico. Offriamo un tè alla pesca all’insegnante. Un sacco di personaggi intorno a noi. Rientriamo in aula. Esco di nuovo. Mi metto in piedi dietro una di quelle enormi scatole nere che contengono gli strumenti, parcheggiata vicino alla porta della mia aula. E guardo. Via vai di tecnici del suono nel corridoio che lavorano sui pulsanti dei loro attrezzi. Anche Corrado mi raggiunge. Ogni tanto ci guardano e parlano fra loro. Ma noi stiamo lì, buoni buoni. Vedo passare Walter Savelli. Vado in cortile a fumare una sigaretta, poi rientro in aula. Dopo poco Corrado viene a chiamarmi in aula e mi dice “vieni a bere qualcosa con me?” e si mette la mia macchina fotografica in tasca. Aveva visto Claudio andare verso il distributore automatico, sistemato non lontano dalla porta d’entrata (o di uscita?). Vado a prendere questo caffè, ma di Claudio nemmeno l’ombra. Forse è andato via, chissà. Dal vetro cemento vedo che la folla fuori dalla porta aumenta. Poco più in là però c’è Savelli e vado a salutarlo. Mi presento, ci siamo scambiati qualche mail in passato, siamo vicini di casa! Si ricorda di me e mi saluta molto cordialmente.
Come mai a Lampedusa?
Mah! Indovina!
Ah… e ti hanno fatto entrare?
Mah… per la verità mi sono infiltrata ad un corso sulla flora e la fauna di Lampedusa!
Ah! Io non ti conosco, eh?! Mi risponde il mitico Generale cambiando espressione.
Ma Claudio, è sempre qui o se ne è andato?
Non lo so… e si allontana. Mamma mia, dev’esser cattivo Claudio! mi viene da pensare. Forse ha pensato che lo avessi salutato per arrivare a Claudio, ma non è così e mi è dispiaciuto molto… gli scriverò certamente nei prossimi giorni!
Ce ne torniamo pazientemente dietro la nostra cassa. E’ divertente vedere tutta quella gente che lavora come se nulla fosse accanto a dei miti! Forse sono anche loro dei miti, nel loro campo, e in pochi lo sanno. Da quella postazione mi rendo conto che esiste un piano superiore che si affaccia a soppalco sulla sala d’entrata, proprio sopra la macchina del caffè, non l’avevo notato, come non avevo notato le scale, proprio là dietro, che portano al piano superiore… faccio qualche passo nel corridoio e scorgo le gambe di alcune persone in piedi, lassù… come un raggio di sole il mio sguardo si illumina. E’ qui, non se n’è andato! Mi giro indietro verso Corrado: Claudio è lassù, è ancora qui! Mi volto di nuovo verso il corridoio e me lo ritrovo davanti che viene verso di me. Mi sento un nodo in gola e le gambe riprendono a tremare. Adesso non posso fare altro che andargli incontro.
Claudio…
Lui mi sorride e mi viene incontro accelerando il passo. Si ferma davanti a me, mi mette le mani sui fianchi e guardandomi negli occhi mi dice. “Dimmi!”
Vi rendete conto? Ogni volta che ci ripenso, GIURO, mi emoziono di nuovo, mi accelera il battito cardiaco e mi prende caldo! Vi immaginate il mio stato psicofisico in quel momento? Tremavo come una foglia.
Ce la faresti una foto con me?
Ma certo, come no! Vieni qua.
Mi abbraccia di fianco e mi stringe contro di se, come se fossimo amici da sempre. Forse gli facevo tenerezza, chissà quante ne avrà viste davanti a lui, mute e tremanti.
Chi ce la fa la foto?
Ve la faccio io? Si propone la bidella che mi osservava sorridendo, felice per me che avessi realizzato il mio desiderio- rivolgendosi a Corrado.
Ce la fai tu? – domanda Claudio.
No no, la faccio io! - dice Corrado (non essendo interessato a rientrare nella foto)
Ecco, siamo qui eh? Io sono quello con la maglietta nera con scritto O’ Scià… - E con le dita si pizzica la maglietta tirando in avanti la parte con la scritta.
Ce l’ho anch’io la maglietta con scritto O’Scià… - non trovo niente di meglio da dire io
Ah, bene… una bella cosa… - mi sfotte Claudio
Scatta la foto ma senza flash, mentre Claudio stava parlando.
Ne facciamo un’altra? – non so più chi l’ha proposto, se Claudio o Corrado. Fatto stà che ne scatta un’altra e io a quel punto avevo già messo troppo a dura prova il mio sistema nervoso… gli dico grazie, sorridendo incerta. E lui mi sorride mettendomi le mani sulle spalle, guardandomi negli occhi e mi risponde: Ma grazie a te!
Avrei voluto dirgli che quel grazie non era per la foto, era per tutte le volte che avevo avuto solo la sua voce per compagnia, solo le sue parole come conforto, solo la sua musica a trasportare la mia anima. Grazie per avermi accompagnato per tutti questi anni, in tutti quei momenti che hanno rappresentato un punto di svolta nella mia vita, nel bene e nel male. Presente ed ignaro compagno di viaggio… non sono mai stata sola, nemmeno per un momento. E invece sono andata via, senza un ciao, con la testa che mi scoppiava.
Ma solo dopo, quando sono rientrata in me, ho capito che lo aveva capito… perché il suo “grazie a te” non poteva aver nulla a che fare con la foto.
martedì, ottobre 10, 2006
Il mio incontro con Claudio Baglioni - Ovvero, come un mito si trasforma in uomo restando un mito - Parte II
Alla spicciolata arrivano le ragazze che frequentano il corso che ci osservano divertite. La bidella di questa sorta di scuola ci promette che ci avvertirà non appena arriva Claudio! Intanto la batteria si fa sentire e il mio cuore ha il suo stesso ritmo. Non posso crederci, mi sembra di essere dentro la scena di un film. C’è una fila di sedie contro il muro, sotto la finestra che dà sul cortile. Dall’altra parte, la finestra della stanza delle prove è aperta e si vedono passare musicisti e tecnici, avanti e indietro. Si accennano le note di diverse canzoni dei Pooh, ma la loro presenza non è annunciata. Forse sono le canzoni che farà Fogli? Il professore, dopo aver fatto vedere ed annusare qualche pezzo di alga alle ragazze, tira giù il rotolante della finestra, avendo cura di lasciarmene uno spiraglio aperto ed accosta i vetri, spegne le luci ed accende un proiettore passando delle diapositive di animaletti e piante che vivono a Lampedusa. Si affaccia in aula un tizio della security, cercandoci con lo sguardo. Appena ci trova, ci guarda e se ne và. Mi distraggo dal pensiero di Claudio seguendo la lezione, confidando nella bidella che ha promesso di avvertire. Entra improvvisamente in stanza. La guardo interrogativa e lei mi fa cenno di no, poi si avvicina, dice che le hanno detto che è ancora a pranzo e si siede ad ascoltare la lezione. Qualche tempo dopo, mi giro distrattamente verso la finestra di fronte e come una sagoma mobile vedo passare l’inconfondibile profilo di Claudio! Un tuffo al cuore!
“Amore! C’è Claudio, è arrivato.” Mi rivolgo sottovoce a Corrado. Ci alziamo silenziosamente e usciamo dalla stanza. “Andiamo verso il bagno sennò ci buttano fuori!” Lo seguo ma non ce la faccio a entrare nel bagno, devo tornare indietro... svolto la colonna ed è lì, Claudio Baglioni è lì, solo, davanti a me. Non si è accorto della mia presenza e continua a cantare in falsetto Storie di tutti i giorni a occhi chiusi, cammina a faccia in su. E’ lì, in tutta la sua umanità, che fa le smorfie, in bermuda e ciabattone. Faccio fatica a restare lucida, mi trema tutto, le gambe, le mani, lo stomaco… lui abbassa il capo e smette di colpo di cantare, mi guarda con l’espressione di uno beccato con le mani nella marmellata … adesso devo parlare, devo dirgli qualcosa - … ciao! - Un ciao che nella mia testa è durato almeno cinque minuti, come nei ralletie dei vecchi films. Lui mi risponde sorridendo… “Ciaooo… abbiamo fatto un bel po’ di casotto qui, eh?” - Che rispondo? Nulla, resto lì, ebete, con lo sguardo da ebete… la faccia da ebete e le ginocchia che si piegano.
(continua...)
mercoledì, ottobre 04, 2006
Come un mito si trasforma in uomo restando un mito
Ma cominciamo dal principio. Non mi ricordo più quando, se domenica o lunedì, era una serata brutta e ventosa, era tutto chiuso, la gente era probabilmente in albergo o in casa. Non avevamo voglia di andare a dormire e ci siamo messi a girare in motorino per l'isola. L’atmosfera era surreale, non potevamo quasi parlare per via del vento, le poche strade erano deserte e il paesaggio quasi privo di vegetazione completava l’atmosfera da the day after. Unici rumori il sibilo del vento e il rombo fioco del motorino. Padroni di una terra vuota... Ci siamo trovati a passare davanti al Cupola Bianca, che ci avevano detto fosse l'albergo dove alloggiava Claudio.
Io: Andiamo a vedere, magari son tutti là e c’è una festa! E noi siamo gli unici scemi che girano in motorino!
Lui: Ma no, dai! Da qui non si vede nemmeno l’entrata. Arriviamo lassù e poi magari ci cacciano, che figura ci facciamo!?
Io: Macchè, ci saranno abituati. Passiamo a dare solo un’occhiata! Dai!
Saliamo per il vialetto asfaltato che conduce all’albergo, arriviamo all’entrata e fuori c’è solo Fabione con un altro tizio della security che cercano dei cd in macchina, chiacchierando fra loro. Scendo al volo dallo scooter e mi presento lì.
Io: Ciao!
Fabio: Ciao…
Io: Sarebbe possibile un autografo di Claudio?
Fabio: No, adesso sta mangiando ed è stanco.
Io: Non voglio certo disturbarlo non preoccuparti, non è un problema.
Fabio: Stà mangiando e adesso non si può disturbare, davvero.
Io: Certo, non è un problema. Ho solo chiesto. Per te è facile, lo vedi tutti i giorni, magari ne faresti anche a meno! :)
Fabio: Venite domani alla Guitgia o al Centro Anziani.
Io: Nel pomeriggio? Primo pomeriggio o sul tardi? (Non volendo passare la giornata là, Lampedusa è bella)
Fabio: Si pomeriggio. Non lo so. Domani, venite là, dai.
Io: Ok, va bene. Grazie. Ciao.
Sono risalita in sella ed ho raccontato a Corrado quello che mi aveva detto Fabione. Abbiamo continuato a gironzolare ancora un po’ per l’isola… poi ci siamo convinti che non c’era nessuna festa e che erano tutti a letto e quindi ci siamo andati anche noi, e non è stato male!
L’indomani mattina facciamo colazione seduti ad un tavolino di via Roma, brioches e cappuccino. Il tempo è ancora un po’ incerto. Le nuvole vanno e vengono spinte dal vento che non accenna a stancarsi. Vorremmo andare in spiaggia ma sembra che non ne valga la pena. Ancora incerti su ciò che vorremmo fare, risaliamo in sella al nostro scooter e ci avviciniamo ad un vigile che non si scompone per nulla davanti a due senza casco. Chiediamo dove si trovi il centro anziani e ce lo spiega. Corrado ha già metabolizzato la cartografia di tutta l’isola. Decidiamo di farci un salto subito. Trovato il posto, la porta è aperta. Sembra una scuola d’altri tempi. Entriamo in punta di piedi, non c’è nessuno. Non potete immaginare la meraviglia e l’emozione di trovarsi davanti a tutte quelle scatole nere a forma di strumenti musicali, con scritto sopra a pennarello il nome dei musicisti della band di Claudio. Una serie di custodie di chitarre, impilate una sopra l’altra con scritto su “Claudio B.”… Mi tremavano le mani, avevo le palpitazioni. Giuro! Ho fatto qualche foto ma poi ho lasciato il compito a Corrado, tanto mi tremavano le mani! Sono arrivati dei tecnici, che ci hanno detto che Claudio sarebbe, forse, venuto nel pomeriggio per le prove e ci hanno lasciati entrare nella stanza degli strumenti. La batteria, le tastiere, il pianoforte di Claudio, le chitarre. Strumenti, cavi, apparecchi strani dappertutto, in mezzo a cartelloni e disegni colorati. Evidentemente il centro anziani è stato convertito in qualcosa utilizzato per la didattica.
Ringraziamo e ce ne andiamo, silenziosamente come eravamo entrati, come si fa in un luogo sacro.
lunedì, ottobre 02, 2006
Non ce la faccio a tenermela tutta per me!
Fortuna che ne abbiamo fatte due... questa è venuta mossa ma è lo stesso preziosissima per me! Quando mi sarò ripresa da questa meravigliosa vacanza e soprattutto quando avrò il tempo (spero entro qualche giorno perchè altrimenti i particolari si perdono)... vi racconterò questa fantastica avventura che è stato O'Scià!
Grazie a Corrado per avermi accompagnata, supportata e sopportata! :)
mercoledì, settembre 20, 2006
La Strega di Portobello
Già il titolo mi mette i brividi, non vedo l'ora di poterlo avere tra le mani!
Non si sa quando uscirà in Italia, ma on-line Coelho ha già pubblicato i primi 7 capitoli in spagnolo. Per chi ha la fortuna di parlare questa splendida lingua... buona lettura! Non mi resta che attendere la versione italiana.
Nel frattempo approfitterò della vacanza per leggermi Sii come il fiume che scorre che è sul mio comodino da qualche mese così come un altro paio di libri.
lunedì, settembre 18, 2006
Lista degli artisti che saranno presenti a O-Scià 2006
Fonte Patapan
venerdì, settembre 15, 2006
Da bambina...
mercoledì, settembre 06, 2006
Cambiare
Mi devo disintossicare da questo veleno.
mercoledì, agosto 30, 2006
Le salon du Prêt à Porter
martedì, agosto 29, 2006
A volte accadono...
E’ successo una ventina di giorni fa a Catania, la città di Agata. Una giovane madre che cade in coma, una piccola bambina che nasce prematuramente con l’aiuto dei medici… un miracolo.
Ieri. La madre si è risvegliata dal coma ed ha subito chiesto di lei, della sua piccola…
Un evento rarissimo dicono i medici, mai verificatosi in Italia.
venerdì, agosto 25, 2006
Rassegna stampa
MUSICA:AZIONE UNIVERSITARIA,BAGLIONI DEMAGOGICO SU IMMIGRATI(ANSA) - FIRENZE, 22 AGO - ''Al Baglioni demagogico nei panni della versione sfigata di Bob Geldof e Bono Vox, preferiamo un Beppe Grillo concreto e realista”. Lo dichiara Giovanni Donzelli, presidente nazionale di Azione universitaria, movimento studentesco di Alleanza nazionale, commentando la quarta edizione di “O' Scià”, l'evento musicale dedicato all'immigrazione organizzato dal cantante romano sulle spiagge di Lampedusa. ''Il traffico delle carrette del mare - afferma Donzelli - è un dramma che deve essere disincentivato e fermato, non un fenomeno poetico da cantare. Il concerto dedicato all' immigrazione clandestina realizzato sulla spiaggia degli sbarchi potrebbe sembrare invece l'ennesimo invito ad attraversare il mare sulle carrette della disperazione ed è irresponsabile, pericoloso come le sirene di Ulisse”. ''Non capiamo - aggiunge Donzelli - se con questo evento, Baglioni voglia incentivare o disincentivare quella tratta di clandestini che non fa altro che provocare morte e riempire le casse della malavita. Troppo comodo riempirsi la bocca di bei versi e demagogia sciacallando su un dramma di tali dimensioni mentre si trascorrono le vacanze comodamente sdraiati sugli scogli a picco sul mare della propria villa - conclude Donzelli -. Questa volta apprezziamo molto di più Beppe Grillo che nel proprio blog ha avuto il coraggio di affrontare il tema dell'immigrazione con concreta lucidità e coraggio, senza voler cercare il consenso con facili sentimenti e bei versi''. (ANSA).
La risposta di Dalia Gaberscik, portavoce di Claudio (almeno dicono, io non la conosco):
MUSICA: PORTAVOCE BAGLIONI, AZ.UNIV. IGNORA NOSTRI OBIETTIVI(ANSA) - FIRENZE, 22 AGO - ''Sono sorpresa di constatare che, nonostante sia ormai giunta alla sua quarta edizione, gli obiettivi della manifestazione O'Scià risultino ancora sconosciuti ad Azione Universitarià'. È la replica della portavoce di Claudio Baglioni, Dalia Gaberscik, alle critiche mosse dal presidente di Azione Universitaria, Giovanni Donzelli, all' evento musicale organizzato dal cantante romano sulle spiagge di Lampedusa. ''La manifestazione - spiega Dalia Gaberscik - non è dedicata alla immigrazione bensì alla sensibilizzazione su questo dramma per il quale, a fianco di Claudio Baglioni, si sono impegnati oltre 60 artisti italiani. Una iniziativa che ha finora incontrato l'appoggio dei diversi governi nazionali e da quest'anno anche il riconoscimento della Unione Europea”. ''Sono comunque certa - conclude la portavoce di Baglioni - che se la manifestazione O'Scià riuscirà a risvegliare animi assopiti come quelli dell' Azione Universitaria, dopo aver saputo catalizzare l' attenzione di tutte le istituzioni italiane ed anche europee, ci sarà sicuramente più attenzione sul problema”.(ANSA).
Il duro commento di Bruno Siragusa, sindaco di Lampedusa:
MUSICA: SINDACO DI LAMPEDUSA, GRAZIE A BAGLIONI L'UE SI È ACCORTA DI NOI DURA REPLICA AL LEADER DI AZIONE UNIVERSITARIA CHE HA CRITICATO ''O'SCIÀ''Roma, 23 ago. (Adnkronos) - ''Prima di parlare -soprattutto di temi così delicati, complessi e importanti- sarebbe bene accertarsi che il cervello sia stato inserito e che sia collegato alla lingua. Accortezza che il Presidente nazionale di Azione Universitaria, Giovanni Donzelli, ha ritenuto di non avere, perdendo così un'ottima occasione per star zitto ed evitare a se stesso e al suo movimento una pessima figurà'. Usa parole durissime Bruno Siragusa, sindaco di Lampedusa, a proposito delle dichiarazioni polemiche del leader del movimento studentesco di Alleanza Nazionale nei confronti della quarta edizione di ''O'Scià'', il festival-laboratorio ideato e organizzato da Claudio Baglioni per sensibilizzare Istituzioni, mondo politico, media e opinione pubblica sull'emergenza immigrazione clandestina e sulla delicatissima situazione dell'isola di Lampedusa.''Le polemiche di Donzelli contro Baglioni e 'O'Scià' -spiega il primo cittadino di Lampedusa- sono stupide e del tutto fuori luogo. È il segno più evidente di come -malgrado gli sforzi delle istituzioni e della gente di Lampedusa e del nostro amico Baglioni- la situazione reale di quest'isola e il problema immigrazione clandestina continuino ad essere conosciuti poco e male. Il che non solo ci conferma nella convinzione che 'O'Scià' sia un'iniziativa sacrosanta e fondamentale per Lampedusa, ma ci spinge a pensare che di 'O'Scià' ce ne vorrebbe una alla settimana e non una all'anno! È anche grazie all'impegno di Baglioni -aggiunge Siragusa- che in questi quattro anni è riuscito a legare alla causa dell'isola praticamente tutti i più grandi nomi della musica italiana, che Lampedusa comincia ad avere l'attenzione che non ha mai avuto da istituzioni, mondo politico, media e opinione pubblica. Non solo: grazie a Baglioni anche le istituzioni europee si sono, finalmente, accorte di noi e il prossimo 13 settembre nell'emiciclo dell'Europarlamento di Bruxelles si terranno una conferenza stampa internazionale ed un concerto straordinario, proprio per sensibilizzare i parlamentari sul dramma immigrazione e sui potenziali rischi per l'assetto, lo sviluppo e gli equilibri della stessa Europa, ma anche sulla sempre più delicata situazione di Lampedusa, a proposito della quale ho chiesto personalmente al Presidente Frattini urgenti misure di defiscalizzazione”.''Altro che demagogia -prosegue il sindaco- Questi sono fatti. Fatti concreti. Concreti e importantissimi. Si tratta di un punto di partenza, certo. Ma, per tutti noi, è un punto di partenza fondamentale, non solo per cominciare a trovare soluzioni ad una piaga come l'immigrazione clandestina, ma per dare, finalmente, alla gente di Lampedusa l'attenzione e la dignità che merita e le risposte che attende da troppo, troppo tempo''.''Mi chiedo -conclude Siragusa- dov'era Donzelli in tutti questi anni e come i giovani di un movimento serio e da sempre attento alle questioni sociali come Azione Universitaria possano tollerare un Presidente che parla troppo e male di cose che non conosce affatto. Dato che di movimento studentesco si tratta, mi piacerebbe che Donzelli venisse a studiare a Lampedusa. Imparerebbe a conoscere la disperazione della gente che arriva qui e il disagio di quella che quivive da sempre; scoprirebbe cosa significa vivere tra l'incanto e l'inferno e, forse, tornando a casa saprebbe utilizzare meglio il silenzio e dare maggior valore alle parole”.
Poi come se non bastasse, ha pensato bene di metterci bocca anche La Russa, dicendo in parole povere che Baglioni dovrebbe pensare a cantare, che le mani in pasta in politica c’è già chi ce le mette. Non svegliate le coscienze, insomma!
IMMIGRAZIONE: LA RUSSA, BAGLIONI NON È OGGETTO DI POLEMICHEDONZELLI HA RAGIONE A CHIEDERE REALISMO, MA CANTANTE FA ALTRO(ANSA) - ROMA, 23 AGO - ''Sono sicuro che non possa essere Baglioni oggetto di polemiche inerenti l'emergenza immigrazione, ma chi ha il dovere di affrontare e risolvere tali problemi e, come nel caso di Lampedusa, tarda a farlo''. Lo afferma il capogruppo di An alla Camera Ignazio La Russa, in merito alla polemica nata sul festival organizzato dal cantautore a Lampedusa.''Donzelli (il presidente nazionale di Azione Universitaria che ha innescato la polemica, ndr) ha ragione a chiedere realismo su un tema delicato come quello dell'immigrazione, ma non è questo che si può chiedere a un artista-poeta come Claudio Baglioni. A Baglioni - conclude La Russa - si può chiedere di darci emozioni, di sollevare questioni, di catturare l'attenzione con la sua arte; in questo è sicuramente tra i più bravi del mondo''.(ANSA).
Vi pare strano questo attacco da parte di una corrente politica nei confronti di un cantautore come Claudio Baglioni che non ha mai voluto accettare la camicia nera (ma nemmeno quella rossa, sia chiaro!) nonostante abbiano tentato più e più volte di infilargliela? Ecco finalmente la risposta di Claudio Baglioni, autografa, presa direttamente dal suo sito.
CLAUDIO BAGLIONI
Rassegna Stampa del 24/08/2006 13:06
IL CASO
Baglioni replica al «Secolo»: la tre giorni di musica a Lampedusa è un modo per sensibilizzare la politica La polemica, come il sale, dà sapore. Ma un piatto di solo sale sarebbe immangiabile. In politica, però, sempre più spesso accade. Tempo prezioso si spreca a battibeccare. Mentre il cronometro della storia corre avanti. E i problemi si fanno ingovernabili. L'immigrazione clandestina è uno di questi. Un dramma per i Continenti della disperazione, i cui figli, cercando un senso alla parola «futuro», a rischio della vita, approdano sulle coste dell'occidente ricco. Un dramma per noi. Se non saremo capaci di politiche illuminate, dovremo affrontare gli squilibri e le tensioni, creati da una insostenibile pressione migratoria. Un dramma, dunque, non solo africano. E che richiede una risposta europea.Non sono un politico, non sono un economista, non sono uomo di governo. Sono un musicista. Non spetta a me individuare certe soluzioni. Non ne ho gli strumenti, né il ruolo. Quello che posso fare - e faccio - è sollecitare una riflessione, sottolineare un'urgenza, richiamare a una assunzione di responsabilità.Per questo, da quattro anni organizzo una manifestazione che si chiama «O-scià». Tre serate, gratuite e aperte a tutti, di musica dal vivo sulla spiaggia della Guitgia a Lampedusa. L'obiettivo è semplice e non accetta censure: invitare Istituzioni, forze politiche, media e opinione pubblica a non trascurare l'emergenza immigrazione clandestina e a unire intelligenze ed energie per individuare ipotesi di soluzione. Non rappresento, non sponsorizzo, né propongo alcuna linea o visione politica. Conosco il disagio di chi vive e il dolore di chi approda a Lampedusa e, in nome di quel disagio e di quel dolore, chiedo: cosa si può fare? Un primo risultato è stato ottenuto. Il 13 settembre prossimo, a Bruxelles, si terrà una conferenza stampa internazionale su questo tema e un concerto, nell'emiciclo dell'Europarlamento, per sollecitare le Istituzioni europee a non considerare l'immigrazione clandestina un male necessario e inevitabile.Lo faccio senza la protezione di alcuna sigla, senza sventolare alcuna bandiera, semplicemente in nome del bisogno che questa nostra umanità ha di darsi più umanità. Mi permetto di sfruttare la visibilità che la mia condizione privilegiata mi concede per chiedere alla politica di fare ciò per cui è nata: affrontare e, possibilmente, risolvere i problemi e concorrere a costruire un mondo migliore. Lo so: l'indipendenza, almeno in politica, non paga. Non c'è scandalo nemmeno in questo. Non ho mai avuto tessere e non ho mai sbandierato fedi. Ho scontentato tutti e mi sono esposto agli attacchi di tutti. La mia «maglietta fina» è stata nera, rossa, bianca e verde a seconda della convenienza di chi mi giudicava. Fa parte del gioco. Va bene così, anche perché il persistere di certe valutazioni dimostra che non ho mai abdicato alla mia coerenza e alla mia libertà di pensiero.In questa vicenda sto dalla parte dei dimenticati. I lampedusani: da sempre italiani di serie B, dei quali ci ricordiamo solo durante la dolorosa stagione degli sbarchi. E il popolo, senza passato e senza futuro, delle carrette del mare. Mi piacerebbe davvero che, di fronte a un dramma di questa portata, ci scoprissimo capaci di mettere da parte le divisioni e capaci di unire sforzi, intelligenze, energie per approdare a soluzioni per una prospettiva migliore. Per il futuro di chi c'è e per quello di chi arriva. Magari costruendo un mondo nel quale per sopravvivere non si sia costretti ad abbandonare la propria terra. E, soprattutto, mi piacerebbe che, almeno una volta, dimostrassimo che, quando il dito indica la Luna, non siamo tra quelli che si perdono a guardare il dito.
di CLAUDIO BAGLIONI
domenica, agosto 20, 2006
I maschi evoluti...
In questi giorni di vacanza a casa capita di scanalare svogliatamente da un programma noioso a uno disutile. Non guardo molta tv, in genere l’accendo solo quando so che c’è qualcosa che m’interessa. Venerdì sera sono capitata su di un documentario ormai già la fine ma ho fatto in tempo a rimanere colpita dall’argomento. Stavano filmando una tribù di una popolazione ancora allo stato primitivo, al punto che non hanno ancora scoperto come fare il fuoco e ne custodiscono uno sempre acceso preso da un incendio provocato spontaneamente in natura. Non hanno vestiti, né gonnellini o perizoma… viaggiano a pisello e ciocce al vento tutto il giorno, cacciano e mangiano solo ciò di cui hanno bisogno. Francamente non pensavo che esistessero ancora gli uomini primitivi. Ma la cosa che mi ha veramente colpito è che ridono a giornate intere, si sganasciano per un nonnulla. Sono sempre sorridenti, non fanno mai una guerra, non sanno cosa sia una lotta, non si azzuffano mai per nessun motivo. Nessuna competizione, solo ruoli prestabiliti e mai confutati e… udite udite, presi come un dovere non come un privilegio. Era evidente che non fossero molto intelligenti, sono veramente poco più che delle scimmie… ma infondo anche noi. Sono millenni che vanno avanti senza rinnovare i loro geni e si mescolano continuamente fra loro. Ma perché noi Homo Sapiens, il massimo dell’evoluzione della specie, invece facciamo sempre la guerra? Io ho un sospetto… che sia colpa del pisello coperto? Da quando c’abbiamo messo la foglia di fico davanti fino ad arrivare al boxer in microfibra di Dolce & Gabbana, non abbiamo fatto un’opera di igiene o di pudore come vogliamo far credere ma di dissimulazione! La competizione e la lotta iniziano sempre da lì, dalla paura che l’altro ce l’abbia più grosso! Ecco perché ve lo impacchettate ed avete confezionato una società a misura di maschio!
Spero che a Lampedusa ci siano spiagge per nudisti, voglio provare a vedere se riesco a combattere contro l’educazione ricevuta. Poi vi racconto come è andata!venerdì, agosto 18, 2006
Si parte!
Casualità in quel periodo si svolge anche una manifestazione simpatica a Lampedusa, una sorta di festival organizzato da un certo Baglioni… è alla quarta edizione O’Scià! La prima non lo sapevo nemmeno, la seconda non avrei potuto per motivi di lavoro, la terza non poteva Corrado e questa non me la sarei persa a costo di uccidere! :)
E’ una settimana che mi do da fare come una pazza per trovare il volo e l’alloggio (non ci sono più collegamenti aerei da Palermo a Lampedusa a pagarli oro) per poi scoprire, solo ieri, che un’agenzia di viaggi che conosco non solo è specializzata in Lampedusa, ma vende addirittura i pacchetti O’Scià!!! Con tanto di foto di Claudio nel fascicolo! Roba di un kitch allucinante ma rassicurante al momento che ti siedi speranzosa al desk… se non ti sistemano loro tanto vale arrendersi!Intanto fra due settimane si torna a Parigi. Per lavoro questa volta. Parto il 31 agosto e ritorno il 4 settembre. Se qualcuno vuole prendere in affido Corrado per questi giorni, questi sono i requisiti: se è una donna non può avere più della prima di reggiseno oppure deve avere non meno di 50 anni, meglio se bruttina e possibilmente una brava cuoca. Se maschio va bene qualsiasi cosa basta che non sia un puttaniere e me lo porti in giro a donnacce. Presentare domanda entro e non oltre il 25 agosto.
mercoledì, agosto 09, 2006
La cucina delle streghe
Come sospettavo si è trattato solo di una cena con un tema a pretesto per ... non so per cosa, ma le streghe c'entravano proprio poco. Non ho trovato un'informazione reale, una domanda pertinente. Superstizione ed informazioni approssimative tanto per riempire i vuoti. Pretesto per incontri mondani, pubblicità per estetiste, produttori di funghi e palestre. C'era il prefetto, la vicesindaco, un giornalista della Rai e il direttore de La Nazione al tavolo dei non paganti.
Spero solo che serva a Corrado per il suo lavoro.
mercoledì, agosto 02, 2006
Quante emozioni!
Al termine dell’incontro, siamo andati in Darsena per cenare. Ci stava proprio bene! Pesce, vinello fresco, due chiacchiere occhi negli occhi col vento che viene dal mare. Mi sono sentita ricaricata e appagata. Tanto che, anche se Claudio aveva confermato la sua presenza in serata al Festival Gaber, ho accolto la richiesta di Corrado di rientrare a casa senza farmene un problema. Anche se, devo ammettere che quando ho saputo che Claudio, non solo era presente alla manifestazione ma ha anche cantato 4 canzoni, fra cui Patapan, che canta solo in occasioni particolari e comunque non è mai in scaletta in un tour… un po’ ho rosicato.
La domenica l’abbiamo passata interamente dedicandola alla messa in opera del dvd a 8 mani, anzi… a 4 cervelli e due mani (quelle di Corrado)… fino alle 4 di notte! Ma ne è valsa la pena perché l’indomani, fra la macedonia e il taglio della torta, quando ho preso in mano il microfono ed ho invitato gli sposi ad accomodarsi davanti allo schermo del cinema improvvisato è stato un crescendo di emozioni infinito. Il filmato ha riscosso un successo enorme, al di là delle aspettative. Avevamo coinvolto un po’ tutti, in gran segreto, per raccogliere una quantità sufficiente di fotografie degli sposi, dall’infanzia, all’adolescenza, alle vacanze con gli amici e ai momenti insieme. Le musiche giuste, gli accostamenti giusti, le giuste battute. Erano tutti piegati in due con le lacrime agli occhi, dal ridere ma anche dalla commozione. Perché con delle belle risate apri il cuore e se alla fine ci metti un bel tocco di romanticismo le emozioni esplodono… credo che sarà un bellissimo ricordo per gli sposi, da aggiungere ai tanti bei momenti di quella giornata. Non credo sia stato solo il contenuto del filmato a farli così tanto felici, sono due giorni che ci ringraziano continuamente… ma soprattutto il rendersi conto di avere degli amici che ci tengono così tanto alla loro felicità da metterci così tanto impegno nel realizzare e non soltanto pensare, qualcosa per loro. Peccato che gli amici dello sposo non siano stati altrettanto creativi e non abbiano avuto niente di meglio da fare per scherzare, che buttare la sposa in piscina a festa appena iniziata. E’ sceso immediatamente il gelo fra gli ospiti. La mia principessa è stata in un attimo privata del privilegio di ogni sposa, di essere la più bella del mondo per un giorno. L’avrei preso a calci nei denti, quel cretino! Non è uno scherzo quello, la sposa non si tocca! Tutta bagnata, il vestito che le si sfilava di dosso da quant’era diventato pesante, il trucco sciolto in due rivoli neri sulle guance e i capelli bagnati… è divertente? E’ il giorno più bello della tua vita quello, non torna più! E vorresti non finisse mai. Per fortuna ha fatto buon viso a cattivo gioco e si è impedita di affliggersi. Era troppo felice per quella fede al dito e per l’amore tutto intorno a lei… la mia topa, si è sposata!
lunedì, luglio 24, 2006
Lastminute fai da te
giovedì, luglio 20, 2006
Tema: il mio ex
Spesso lo lascio parlare anche se non capisco quello che dice perché se gli chiedo di ripetere si indispettisce. Ha il maledetto vizio di mangiarsi le parole, parla a bocca stretta, da quando da ragazzo gli mancava un dente e se ne vergognava… poi lo ha rimesso ma continua a parlare così! E io non ho più l’orecchio così allenato a capirlo, faccio una fatica micidiale… Devo stare anche attenta ai tempi di intervento – devo calcolare i suoi silenzi e distinguerli in: tempo di un respiro, di una pausa affermativa, riflessiva o intransitiva da una pausa che significa: ora tocca a te! Che perché sennò dice che lo interrompo e si irrita.
Devo anche stare attenta a non contraddirlo, anche quando cambia versione di cose piuttosto serie che riguardano la sua vita, soprattutto sentimentale. Faccio finta di nulla, come se non mi ricordassi che due mesi prima mi aveva detto di pensarla in modo esattamente contrario. Sia io che lui sappiamo quali siano i motivi dell’adattamento, ma è inutilmente crudele ricordarglielo confermandogli così che ha una testimone scomoda alla sua incoerenza e fragilità umana. E questo capita spesso. Lui che non sopporta che io cambi idea su nulla, e probabilmente non lo sopporta in nessun’altro essere umano. Non posso dargli il mio punto di vista sulle cose a meno che non coincida almeno in parte con il suo... vero o presunto… dato che sarei, a suo dire, di parte - quando riguarda la sua vita, un’idiota - quando riguarda qualcos’altro. Anzi. Cretina, per l'esattezza. Poi devo stare attenta a non parlare troppo di me stessa, sennò dice che sono egoista ed egocentrica. Solo un po’, ma non liberamente perché in ogni mia frase cerca annidato il sintomo di una mia presunta infelicità nascosta - che poi mi tocca spiegargli che ha capito male - e lui allora poi dice che giustifico quella cosa perché preferisco non vedere che… e poi mi toccherebbe dargliela vinta e litigarci, perchè è chiaro che se mi costringesse a dirgli tutto quello che penso... ci litigherei! E poi mi terrebbe il muso! E mi dispiace pensare che magari ha bisogno di far due chiacchiere e si sente solo e per orgoglio non mi chiama. E’ già successo. Quando è di buon umore invece è anche piuttosto simpatico… peccato che non lo sia quasi mai.
E' il mio carattere, non riesco a dire quel che non penso. Semmai stò zitta se vedo che non vuoi sentirtelo dire. Stò zitta, stò zitta... stò zitta... ma mai ti dirò quel che non penso solo perchè vorresti sentirtelo dire. E lui lo sa...
Probabilmente gli capiterà anche di passare qualche serata con gli amici con i quali ridere, fare battute e scherzare e si racconta con questo di esser sereno, tranquillo. Ma non è così e mi dispiace. O forse si comporta così solo con me? Io ce la metto davvero tutta la mia pazienza per non dargli modo di irritarsi ma sembra tutto inutile. A questo punto, qualsiasi persona sana di mente si domanda… ma perché hai tutta questa pazienza e come mai lui ce l’ha tanto con te? Non sarebbe forse molto più semplice interrompere questa amicizia? Troppo semplice.
Io qualche idea me la sono fatta e di certo tutto questo ha poco a che fare con amore…
Vediamo se impara a lasciare i commenti, mi pare strano che non abbia nulla da obiettare a tutto quello che ho scritto!
lunedì, luglio 17, 2006
Fiocco rosa rimandato...
giovedì, luglio 13, 2006
Lampada Osram
E se fossi incinta? Premettendo che non sarebbe il momento giusto perché: 1. non l’ho deciso e quindi: a) sono un po’ soprappeso e volevo presentarmi all’appuntamento in forma; b) volevo smettere di fumare prima; 2) non è il momento economicamente più rassicurante; 3) mi volevo un attimino abituare a questi nuovi impegni prima di prendermi un’ulteriore responsabilità…
Ma se ha deciso di venire al mondo adesso è la/il benvenuta/o…
Comunque per la cronaca ho fatto il test ed era negativo. Ma dicono che non sono sempre attendibilissimi… costano una sassata ma non sono attendibilissimi! Soprattutto se sei appena rimasta incinta. Grazie al piffero! Se fossi di due mesi non avrei mica bisogno del test, lo vedrei da me! Insomma… ieri compro il test in farmacia all’ora di pranzo ed attendo pazientemente di tornare a casa per farlo. Mica è giusto che tocchi sempre a me e da sola, eh! Torno a casa, bicchierino di carta, vado in bagno, porta aperta… Corrado va nello studio.
Io: Amore, appena ho fatto lo lascio qui sulla finestra e poi vieni te a vedere il risultato!
Lui: Come vuoi, va bene…
Io: Prendi il tempo, tre minuti da adesso…
Lui: Ok
Io: Eccomi (vado nel suo studio e mi siedo sulla poltrona a fianco della sua scrivania)… amore, allora… (pensando di non essere incinta, ovviamente) se nelle due finestrelle vengono una righina in ognuna non sono incinta. Se invece vengono in una si e una no… sono incinta… capito?
Lui: Come come?
Io: due no, una si
Lui: Ok… vado… due si, una no
Io: no! il contrario: due no, una si (mentendo spudoratamente)
Lui: (va in bagno, verso la finestra, si sofferma, zitto immobile… barcolla) Amore? Sei incinta…
(si gira con il test in mano e mi viene incontro con un’espressione indecifrabile)
Io: (ridendo) ma sei sicuro?
Lui: eh, una righina sola… mi prendi in giro eh?!
Io: Si amore, una righina sola non sono incinta!
Avrei voluto avere la macchina fotografica per cogliere le due espressioni! La prima di quando ha messo a fuoco il test e la seconda quando gl’ho detto che non era vero!
Se fossi incinta adesso metterei al mondo un’altra ariete! Eh eh!
martedì, luglio 11, 2006
Accadde oggi
lunedì, luglio 10, 2006
CAMPIONI DEL MONDO!!!!
L’avevo pronosticato, me lo sentivo ! Campioni del Mondo!!!
E’ il cuore, il lavoro di squadra, il credere in ogni palla che ti porta fino in fondo a realizzare i sogni! Dove non può la tecnica, dove non arriva l’esperienza è il cuore che può e arriva! In ogni momento fino all’ultimo, ognuno a modo suo col proprio sudore, la propria grinta e determinazione. Bravi ragazzi! E’ solo un gioco, d’accordo. Ma lo sport ha un grande compito, quello erroneamente attribuito in modo più frequente alle divise militari: di insegnare grandi valori come il senso di appartenenza, lo spirito di sacrificio gratuito, la dignità, il rispetto dell’avversario non come nemico ma come antagonista e la capacità di gioire a pieni polmoni della VITTORIA! Il brivido che corre lungo la schiena e le braccia, la commozione che vela gli occhi e il nodo in gola alle prime note dell’inno nazionale è qualcosa che non si può spiegare…
Un solo rammarico… dovremmo sentirci un po’ più spesso orgogliosi di essere ITALIANI e smetterla con il disfattismo e credere un po’ più spesso nelle nostre risorse! La sfiducia non ha mai portato a nulla di buono. Gattuso insegna!
domenica, luglio 09, 2006
Italia Francia 1-0
Ormai è divenuto un tormentone... pooo popo popo pooo pooo popo popo pooo!!! Che altro non è che il refrain di un pezzo degli White Stripes.
giovedì, luglio 06, 2006
Karma e sport
PS: Oggi è il compleanno del mio Cò… il mio piccolino compie 27 anni!
mercoledì, luglio 05, 2006
E tu vuliv'a pizz a pizz a pizz, ca' pummarola en COPPA!
Con una risata sadica m’è scappato un “E non c’è stato nemmeno bisogno di rimandarli a casa! C’erano di già!”
Che gusto! Soprattutto dopo tutta la cattiveria che aveva manifestato la stampa nei confronti della squadra e del popolo italiano in generale! E dopo tutti i fischi durante tutta la partita, cominciando dal nostro inno nazionale! E magnateve sta pizza, va!
Carino da morire lo sfottò di Mirko sul suo blog!
martedì, luglio 04, 2006
Italia Germania 1-0
Stasera tutta la famiglia riunita a casa nostra con relativi annessi (c’è anche la fidanzata di mio fratello - la Catia) e connessi (ovviamente Corrado) e cena fredda davanti al maxi televisore nuovo con: taboulet estivo, pollo arrosto della Coop da scaldare nel microonde, piatti di carta e birra ghiacciata! Poropò-poropò...
lunedì, luglio 03, 2006
Pronti attenti… via!
Settimana mondiale
venerdì, giugno 30, 2006
Italia Ukraina 1-0
Ieri sera comunque, il povero Corrado… è stato a cena fuori con gli ex compagni di scuola (fanno ancora le cene! e con i professori! vabbè… si son diplomati mica tanti anni fa, loro… io 15, ommamma…) e quindi avrà mangiato, finalmente. Oggi però… a pranzo è tornato a casa, pregustandosi il prosciutto crudo che sapeva in frigo è andato a comprarsi il panino fresco al panificio sulla strada. Era al telefono con me mentre apriva e chiudeva gli sportelli della cucina e stava apparecchiandosi la tavola…
Lui: Perché si, vedi… (mi parlava del lavoro, solite cose…) ... amore, ma dov’è il prosciutto? (tono allarmatissimo)
Io: L’ho mangiato io…
Lui: Ma… ma come?!
Io: Col pane, amore…
Lui: Ma… ma quando!?
Io: Ierisera amore, quando tu sei andato a cena fuori…
Lui: E io col che lo mangio il panino…
Io: C’è la mortadella confezionata preaffettata…
Lui: Ma che schifo c’è anche la brina dentro!
Io: Ma no… è buonissima! Sennò c’è il tonno...
Lui: Ma io voglio il prosciutto.
Io: Amore, rassegnati… l’ho mangiato io. Buono!
Lui: Ma il macello qui accanto sarà chiuso.
Io: Son l’una e mezza… fai te!
Lui: Mi ci vorrebbe la maionese… col tonno.
Io: C’è… l’ho aperta giusto ieri sera…
Lui: Pure!
Io: Si, ed ho anche mangiato l’ultimo gelato!
(rido diabolicamente con le lacrime che mi scendono a goccioloni!)
Lui: NO! Il gelato no. Non è vero, mi prendi in giro, fammi vedere… (cigolio dello sportello del congelatore)… stronza!
Io: Amore, ma te hai mangiato l’antipasto misto toscano ieri sera, gli gnocchi alla polpa di granchio, le penne alla boscaiola e gli spaghetti allo scoglio e la panna cotta ai frutti di bosco… eh!
giovedì, giugno 29, 2006
Fase dell'Incantatrice
Ieri sera, io sulla soglia di casa sul retro, Corrado nella piccola corte, lavando la moto:
Io: Amore, che vuoi per cena?
Lui: La pasta! (tono entusiasta)
Io: La pasta? (tono deluso)
Lui: Eh, mi chiedi cosa voglio… la pasta! Stasera ho fame, me la merito!
Io: (dubbiosa: se lo merita? e che ha fatto di straordinario… ) Ma… io volevo fare il secondo!
Lui: Beh, fai anche il secondo.
Io: Mh. Vuoi il pesce o le bistecchine di maiale? C’è anche il pollo, ma l’ho fatto anche ieri sera. (Fettine di pollo leggermente infarinate e dorate in padella con abbondante paprika, ndr)
Lui: (tira su la testa preoccupato, senza guardarmi in faccia per non farmi accorgere dell’espressione che ha fatto) No! Il pollo stasera no… l’abbiamo mangiato ieri… pesce!
Io: Allora lo metto a scongelare nel microonde.
Io, scarsa voglia, soprattutto pensando all’enorme quantità di pentole padelle e tegami che mi sarebbero voluti per cucinare mi metto all’opera frugando nella dispensa e nel frigo. Non ho voglia di preparare il sugo per la pasta, la sostanza è quella. C’è il pesto pronto ma a lui il pesto non piace. Un po’ stucchino ma mangiare mangia… manca poco alle tre cifre sulla bilancia ormai. Uffa… ci sono i funghi in frigo, una manciata di rucola… ci sarebbe la pancetta, ma mh, troppo pesante poi…
Io: Amore? Ma il pesce come lo faccio, al pomodoro?
Lui: Si, si va benissimo al pomodoro.
Mi metto all’opera. Un caldo ‘sti fornelli.
Dopo una mezz’oretta si va a tavola.
Io: Acc’… non ho fatto nulla di contorno, però.
Lui: Non fa niente, non ti preoccupare. Tanto nel pesce c’è il pomodoro.
Io: (ma il pomodoro mica è a fette… vabbè, non ne ho voglia) eh si, hai ragione…
Lui si siede, io riempio il suo piatto e glielo metto davanti.
Lui: (sorpreso e deluso) Ma non è pasta!
Io: Amore è... risotto, ti ho fatto il primo!
Lui: Ah… va bene.
Comincia ad allargarlo sul piatto colla forchetta e ne assaggia un po’. Espressione da Fantozzi con arancino vulcanico.
Io: Amore, brucia… attento!
Lui: (tira su la testa con le lacrime agl’occhi) Amore, c’è il peperoncino…
Io: Beh… si forse è un po’ troppo salato e forse il peperoncino… non dovevo proprio mettercelo eh? Sai, stò facendo gli esperimenti… (bugiarda! so cucinare benissimo!) per capire cosa ti piace (non gli piace il peperoncino ho già sperimentato varie volte! lo sopporta, ma in modiche quantità)
Lui: No no va bene… (poco credibile, gli si leggeva la sofferenza in faccia ma da bravo, forchettata dopo forchettata lo mangia tutto)
Io: Ma quanto mi ami?
Lui mi sorride.
Io: Mi devi proprio amare tanto eh?
Lui: Si! (sorride)
Io: Se te l’aveva fatto la tua mamma un piatto così…
Lui: (interrompendomi)… col cavolo!
Questo invece un dialogo di qualche giorno fa, riportato da lui sul suo blog. Dimostra quanto sia in soggezione nei confronti di questi particolari, pericolosi momenti del ciclo femminile.
mercoledì, giugno 28, 2006
Poropò-poropò-poropoppoppoppopò!
Quello che mi piace del Mondiale è l’atmosfera - fermo restando che i calciatori restano pur sempre sostanzialmente dei bifolchi in mutande con uno stipendio sproporzionato ed in balia degli ormoni e di personaggi con ben pochi scrupoli – in quel momento quegli undici ragazzi su un campo verde ci rappresentano tutti, di destra e di sinistra, imprenditori ed operai, uomini e donne, colti ed ignoranti. Lo sport ha questo potere. Le strade sono piene di orgogliose bandiere. Cantiamo tutti l’inno con la pelle d’oca e le lacrime agl’occhi! E allora – con tutto il fiato che ho in gola, e chi mi conosce sa quanto non abbia una connotazione politica – FORZA ITALIA!!! FORZA AZZURRI!!! Questa, lo so, è la volta buona!
lunedì, giugno 26, 2006
Tutti Qui, il Tour!!!
Direttamente via mail dal Clab: bla bla bla …
Di seguito le date finora confermate: NOVEMBRE 2006 3 Venerdì Caserta Palamaggio' 6 Lunedì Andria (BA) Pala Andria 9 Giovedì Palermo Palasport 13 Lunedì Acireale (CT) Palasport 16 Giovedì Taranto Palamazzola 20 Lunedì Eboli (SA) Pala Sele 22 Mercoledì Perugia Palaevangelisti 25 Sabato Livorno Pala Algida 27 Lunedì Genova Mazda Palace DICEMBRE 2006 4 Lunedì Verona Palasport 7 Giovedì Bologna Palamalaguti 9 Sabato Treviso Palaverde 12 Martedì Milano Datch Forum 13 Mercoledì Milano Datch Forum 16 Sabato Firenze Mandela Forum 19 Martedì Roma Palalottomatica 20 Mercoledì Roma Palalottomatica ... il tour continua...
Praticamente a Firenze è la stessa data del raduno dell’anno scorso! Mi dispiace per Vale ma non ci sarò nemmeno quest’anno al suo compleanno… Chi mi ama mi segua, non è un raduno ma solo un concerto!
E il 12° raduno allora? Dovrebbe temporalmente posizionarsi fra dopo O’scià e prima dell’inizio del Tour! Oppure poco prima di O’scià come due anni fa? Magari… a metà settembre sarebbe l’ideale! Oh Claudio, quanto mi manchi!!!
venerdì, giugno 23, 2006
La tortura del sonno
Ieri pomeriggio sono uscita prima dal lavoro per vedere la partita e dopo mi sono addormentata un po’ sul divano. Al risveglio mi sentivo un'altra persona. Stanotte abbiamo chiuso tutte le finestre, come se fosse inverno, ed abbiamo tenuto il ventilatore acceso. Ho riposato male perché faceva caldo, ma per lo meno mi sono svegliata solo due volte! La relatività delle cose. In altri momenti, due volte mi sarebbero sembrate troppe…
Devo trovare una soluzione.
Anche perché, quando vivi con un’altra persona non puoi fare come ti pare. Non ci sono solo le tue di esigenze. Ad esempio, un paio di settimane fa, prima di andare a letto ho chiuso la finestra dello studio, dalla quale la mattina arrivano i rumori dei furgoni che vengono a scaricare dal macellaio accanto e i simpatici trilli degli uccellini che si svegliano. Simpatici la domenica mattina quando fai colazione fuori! Lui, senza rendersi conto che l’avevo chiusa io e del perché, la riapre senza che io me ne accorga. La mattina, puntualmente, uno dei tanti risvegli ad opera dei portatori di ciccia. L’aveva aperta per far circolare l’aria. Che fai, glielo dici?… è giusto, fa caldo. Lo lasci riposare bene, almeno lui. Il bagno è proprio infondo al corridoio. Perfetta per il ricircolo d’aria, quindi vietato chiudere la porta del bagno. Peccato che dia a nord ed appena fa giorno entra la luce, la finestra ha le persiane ma non gli scuretti e punta dritta sulla nostra faccia. Lui non se ne rende conto, a casa dei suoi dormiva con una semplice tendina anche in piena estate.
E’ vero che quando si vive insieme non si può tener conto solo delle proprie esigenze ma anche di quelle dell’altro. Ma se per rispettare l’altro arrivi alla pazzia, poi rischi di ucciderlo. Ma perché gli uomini, se non provano in prima persona quello che provi tu, non sanno rendersi conto che hai bisogno di qualcosa? Esempio. Sono le sette, una donna sa che il proprio uomo torna alle 8,30 allora si mette a far qualche faccenda in casa, poi prepara la cena in modo che sia pronta alle 8,30 e cena col suo uomo. Un uomo: sono le sette e sa che la donna torna a casa 8,30… fruga nel frigo e nella dispensa, tira fuori Pringles e birra e forse si fa un panino sbriciolando tutto sul divano davanti alla tv… la donna si farà da mangiare da sola quando torna.
Secondo me manca qualcosa nel cervello degli uomini che inibisce la percezione delle esigenze della donna. Quella cosa è invece presente nel cervello della donna. Allora, affinché lui si renda conto che convivenza significa anche collaborazione passiamo alla fase espressiva, cioè manifestiamo le nostre necessità. Niente, non serve a niente. Solo a farci appiccicare l’etichetta addosso di rompicoglioni. Riuscirà sempre ad addurre qualche scusa per giustificare, anzi motivare, anzi legittimare il proprio operato. E inizia la guerra. No! Non è così che si fa con un uomo, ho scoperto! Non serve e sfianca. Bisogna fargli provare le tue stesse esigenze, bisogna aver la forza di comportarsi come loro, ad oltranza finché non capiscono la lezione e si comportano con te come vorrebbero che tu ti comportassi con loro. Le loro mamme hanno messo loro in testa che il pisello è uno scettro che da loro diritto a fare quel che gli pare. La mia suocera serve i figli a tavola come se fossero al ristorante. Ad esempio, suo fratello ma anche la sorellina – lui non si spinge fino a tanto – se hanno finito la pasta e ne rivogliono ancora, prendono il piatto lo porgono alla madre che lo prende, si alza fa il giro dietro al tavolo e rimette la pasta nel piatto dalla pentola sul fornello che è esattamente dietro alla schiena del figlio! Ma siamo matti?!
Vorremmo solo che foste un po’, solo un po’ più sensibili! Così ci evitereste di far diventare le nostre esigenze le vostre esigenze!
Tutto questo per dire che sono stata costretta a tenere sveglio Corrado una notte con la tortura del sonno, così s’è reso conto e ha trovato, o almeno c’ha provato, una soluzione. Ha chiuso tutte le finestre ed ha comprato un bel ventilatore.