martedì, novembre 08, 2005

Il Clan delle Cicatrici

Una cicatrice è lì per ricordarti una ferita. Perché sennò? Una cicatrice può indurti a valutare i rischi e allo stesso tempo ricordarti che ce l’hai fatta e che sei guarita. E che hai saputo superare le prove in passato e quindi potrai superarne delle altre. Se sposto la testa di lato e con la coda dell’occhio guardo indietro al mio passato, è delle cicatrici che sono orgogliosa. Sono loro che rendono robuste le mie gambe. A volte anche pesanti ed è difficile fare un passo avanti. Ma basta che porti la mia attenzione al disagio e là dentro è racchiusa la risposta. I segreti invece sono la morte dell’anima. La Donna Selvaggia continua a vivere e respirare a fatica dentro di noi e a cercare la falla da spaccare per venire fuori ad ululare. Tenere dentro di sé segreti vergognosi, avere dolori di cui non si può parlare, privarsi del perdono, crea ferite che non si cicatrizzano, imputridiscono ed avvelenano la nostra psiche, che non rendono forti ma vulnerabili. Un segreto può essere un tradimento, un desiderio giudicato, una debolezza, un dramma familiare al quale si è costrette a partecipare mantenendo il silenzio, un’ambizione audace repressa, un sentimento mai dichiarato.
[…] Se tuttavia una donna desidera serbare i suoi istinti e la capacità di muoversi liberamente nella psiche, può rivelare il suo o i suoi segreti ad un essere umano degno di fiducia, tutte le volte che lo ritiene necessario. Di solito una ferita non viene disinfettata e poi abbandonata a se stessa: viene pulita e medicata più volte mentre va guarendo.
Quando un segreto viene finalmente rivelato, all’anima occorre di più di una semplice risposta come: “Davvero? Ma che peccato” oppure “Insomma, tanto si sa che la vita è dura”. Chi parla deve cercare di non svalorizzare la questione. Ed è una fortuna se chi ascolta lo fa col cuore aperto e trasale, rabbrividisce, prova quel dolore senza crollare. In parte la guarigione da un segreto sta nel raccontarlo in modo che altri ne siano toccati. Così una donna comincia a riprendersi dalla vergogna ricevendo il soccorso e le cure che le mancarono al momento del trauma. […]
E’ così che si cura la ferita. Condividendo il segreto. Non semplicemente raccontandolo ma condividendolo. Talvolta si racconta per acuire il dolore, si racconta alle persone sbagliate per farsi ulteriormente giudicare e si tace alle persone che ci amano per timore che non ci amino più. O per timore che ci comprendano, più che per il contrario. Una volta ho passato una serata strana con un’amica, complici forse consapevoli due Negroni, in un luogo del tutto inusuale per aprire l’anima, in mezzo alla folla e al rumore assordante ci siamo aperte l’un l’altra e ci siamo scoperte profondamente unite e abbiamo condiviso le paure e il dolore. Mi sa che una delle foto là sotto è stata scattata proprio quella stessa sera.
Quella sera quella mia amica è entrata a pieno titolo nella mia tribù, ovvero nel Clan delle Cicatrici.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche io appartengo al clan delle cicatrici, solo che non si e' ancora formata perche' la ferita e' ancora fresca e sanguina abbondantemente... Non so se quando e come ne usciro', so solo che e' una prova difficile, per me forse la piu' difficile fino ad ora che sono stato chiamato ad affrontare nel campo amoroso. Non so se sto sbagliando, ma questo mio dolore lo sto portando a conoscenza di tutti anche di gente che non conosco, forse ho bisogno di quella forza per andare avanti che non mi sento dentro. Penso anche che e' solo dentro di me che devo trovare la serenita', alla fine nessuno ti puo aiutare piu di tanto, mi ritrovo adesso senza cuore e solo con il cervello che tenta di capirci qualcosa ma e' ancora intorpidito dai fumi dell'abbandono. Mi piace molto come scrivi, ti continuero' a leggere e spero di trovare un qualche punto di appoggio per salvarmi dalla barca in cui sto affondando, sperando di non annegare completamente....

Grazie... un abbraccio

Helga ha detto...

Ti auguro di far presto parte del clan allora! Ma sei un uomo? Non ti sei firmato/a! Perchè altrimenti ti devo informare che il clan è aperto a sole donne! :)
Alle donne che corrono con i lupi!
Questo non significa che non saresti benaccetto qui, eh?! :)
In questo momento stai vivendo un lutto ed è quindi normale e salutare che tu ti senta così male, cerca solo di trovare la tua luce dentro e non fuori di te. Se cerchi appoggio all'esterno è probabilmente perchè vivevi un rapporto di dipendenza.
In altre parole avevi l'abitudine di appoggiarti. Impara a prenderti cura di te stessa/o e a diventare forte anche senza una compagna/o. Solo quando ti conoscerai un po' meglio e difenderai i tuoi confini potrai dirti sereno/a e allora si che potrai guardare la tua ferita e scoprire che è diventata una cicatrice!
In bocca al lupo! Passa quando vuoi (e firmati dai!)

Anonimo ha detto...

Non avevo capito che il clan delle cicatrici e' esclusivamente femminile..beh si dovrebbe creare anche uno maschile oppure meglio fare un bel mix visto che le ferite e cicatrici sono unisex, il dolore e consapevolezza di non essere accettati e' lo stesso (penso) per entrambi i sessi. Pensavo si capisse che sono un ragazzo, cmq ho scoperto il tuo blog dal sito di Massimo, e vista la mia situazione personale mi e' venuto spontaneo scrivere qui sul tuo blog, me ne sono appropriato per un attimo, un attimo di sfogo, non perche' mi piaccia far sapere agli altri le mie storie, ma piu' che altro per condividere (e non raccontare come anche tu hai detto) con qualcuno il mio dolore. Probabilmente non sono cosi forte, forse non lo sono mai stato, giustamente devo trovare la forza dentro di me ma ad oggi non riesco ancora ad aprire gli occhi, a riempire il mio cuore nuovamente e a svuotare il cervello. Tutti dicono passera', il tempo e' l'unico alleato, spero sia cosi, prima che sia andato troppo a fondo.
Crepi per il lupo...

Helga ha detto...

Ciao Andry! La condivisione (sincera) e il dialogo (sincero)sono gli unici strumenti per vivere una vita degna, almeno secondo me. Quindi evviva la condivisione! E il materiale sono i sentimenti e le relazioni. In questo momento credo (pensando forse erroneamente che alla fine le reazioni sono le stesse per tutti - uomini e donne) il tuo cervello sta frugando dappertutto per cercare di capire ed è per questo che uno si sente spossato e la testa piena di voci. Ma ci si passa tutti. Il dolore è talmente grande che sembra impossibile che ci siano passati in molti e che tutto si risolverà semplicemente con il tempo. Ma intanto che il tempo non passa, che si fa? Si soffre. Non c'è alternativa. Anzi, è salutare. La sofferenza è necessaria. Ma questo, sono certa, vale per una donna... per un uomo non so. La sofferenza è creativa! Se ha un'utilità è quella. Cerco sempre di trovare il lato positivo anche nella cosa più nera e ti confesso che mi ha aiutato molto nella vita. Perchè il lato positivo c'è sempre. Ma questa è la modalità femminile, per venirne fuori.

Anonimo ha detto...

E' tutto vero quello che hai detto, probabilmente le altre volte che mi e' accaduta questa cosa, non ho sofferto a questo livello, per questo mi sembra di essere stato mandato su un altro pianeta da un momento all'altro. Hai detto bene tu, il tempo sembra non passare mai, la sofferenza c'e' sempre, continuamente; non so se questa sofferenza sia necessaria al fine di farti crescere, mi devo in qualche modo fidare (da quello che la maggior parte delle persone dicono) che questa sia l'unica via da attraversare per arrivare ad una vita migliore: come mi ha detto Massimo alla fine si puo' rinascere soltanto se si passa nella notte piu' buia. Volendo proprio pensarla positiva, e' anche vero che alla fine penso di meritare di piu e forse e' meglio che sia successa adesso che fra 2 anni, ma adesso i lati positivi si nascondono molto bene fra tutti i negativi che popolano il mio cervello: mi devo veramente sforzare di trovarli, anche se so che pian piano verranno fuori e saranno piu' chiari e guardero' indietro sorridendo. Nel frattempo ho sofferto, soffro e soffriro' non c'e' alternativa, forse ho un carattere troppo sensibile e mi fido troppo dei sentimenti (dei miei e degli altri), penso sempre che la cosa si possa risolvere, forse questa e' la mia debolezza vera...
Non so che idea ti stai facendo di me, forse te la sto dando sbagliata, sono un po negativo adesso lo ammetto, vorrei trovare un po di serenita', solo questo...
A presto, un abbraccio...

Adry (non Andry....) :)

Helga ha detto...

Scusami Adry! :)
Vedi, lo sai già come andrà a finire!
Non pensare che sia una debolezza quella di credere nei propri sentimenti e in quelli degli altri. La debolezza è lasciarsi ingannare: a volte non è che non ci si renda conto di quali siano i veri sentimenti e le manovre degli altri, ma non si vuole rendersene conto... perchè la verità fa male. L'illusione è molto subdola. Quando diventi consapevole di questo, il passo successivo è quello di diventare un po' cinici e e dubitare anche di ciò che è sincero. A questo punto si presenta un bivio. O ti chiudi in te stesso e ti proteggi (anche mettendoti una persona accanto che non ti prenda più di tanto, se proprio non ce la fai a star solo... mica è detto che devi star solo per forza - lo fanno in molti, credimi). Oppure ti butti a braccia aperte nel vuoto. E quel salto è roba mica da ridere! Basta avere il coraggio di scommettere di nuovo su noi stessi e rimettersi in gioco.
Comunque ancora è presto per te! ;) In media ci vuole un anno per uscirne davvero, se basta! :)
Per il momento ti suggerisco, se hai voglia e tempo, di leggere un po': Gli Uomini vengono da Marte, le Donne da Venere. Io l'ho trovato un po' maschilista (è stato scritto da un uomo) ma offre buoni spunti di riflessione. Dato che al tuo cervello piace stare in moto in questo periodo, magari in questo modo gli offri una pista! :)
Ti presto un lato positivo: se ti sei lasciato è perchè lei non era la donna giusta o non era più la donna giusta. Se fossi rimasto con lei non avresti mai potuto avere la splendida opportunità che ti si presenta adesso: la possibilità di incontrare la donna della tua vita. Fra qualche tempo, ti sveglierai la mattina e lei non sarà più il tuo primo pensiero ma ti affaccerai alla finestra a goderti il sole del mattino e avrai voglia di cantare! :)