lunedì, maggio 29, 2006

Terzo tour de Paris - parte terza


Domenica 14 maggio. Se è vero che a Parigi è difficile trovare una boutique, un panettiere, una farmacia, un ristorante o un caffè che non facciano parte di una fredda catena è altrettanto vero che è anche la città dei mercatini. Fissi, settimanali o bisettimanali, generali, alimentari o di sola frutta verdura e fiori. Una festa di colori, di profumi, un brulicare di gente diversa da quella che incontri sulla metro. Improvvisamente i tratti del viso si distendono, la gente sorride, parla, si chiama da un posto all’altro. Le mille etnie si fondono nelle mille varietà di prodotti esposti sulle bancarelle. Passeggini e carrellini della spesa tipo trolley si incrociano perfettamente in un disordine di traiettorie perfetto. Uscendo dalle rotte turistiche siamo ci siamo immersi nel marché d’Anvers , nel quartiere de la Bastille.
In una botteghina inghiottita dal mercato si vendevano ogni genere di spezia e assaisonnement per ogni varietà di ristoranti, dall’italiano al cinese, dal pachistano al libanese. Siamo entrati dentro e sedotta dagli aromi non ho potuto fare a meno di acquistare qualche colorato pacchettino di spezie e la semoule per il couscous. Nonostante la bottega fosse minuscola la coda era lunga. Invitati dal proprietario che sollecitava “caisse ouverte à l’extérieur!” ci siamo diretti da lui per scoprire che la sua cassa non era altro che un sacchetto tenuto aperto da lui che ti invitava a fare il conto da sola via via che mettevi dentro un pezzo! E nel frattempo chiacchierava con altri clienti! Molto pittoresco!

Ed ancora, lungo la strada i brocantes stavano rimettendo dentro i loro furgoni
le curiose cianfrusaglie, così simili ma così diverse da quelle nostre, com’è simile e diversa la storia recente dei due paesi. Mangiamo qualcosa à la Bastille e poi ci dirigiamo verso place des Vosges, il delizioso giardino interno di una delle tante dimore del re, oggi restituito ai francesi che ne approfittano volentieri. Così come ne approfittiamo noi.
Sotto le logge un concerto di archi improvvisato da degli studenti di conservatorio accompagna un’altrettanto improvvisata mostra di arte: decine e decine di pittori e soprattutto pittrici espongono le loro opere dove un tempo passeggiavano re e regine, cortigiani e prelati.
Per concludere la giornata turistica andiamo a visitare il cimitero monumentale di Père Lachaise . Purtroppo siamo arrivati quasi all’ora di chiusura e non accedendo dall’entrata principale non sapevamo che erano disponibili delle piantine, quindi l’abbiamo girato a caso incontrando qualche tomba di personaggi famosi e di facoltosi parigini, molte delle quali in stato decadente se non fatiscente. Per l’atmosfera lugubre non è mancato nemmeno il classico gatto nero e, dopo aver notato il wc chimico di fianco alle steli di una famiglia in cui si chiamavano tutti uguali… non ho potuto fare a meno di pensare a Totò e alla sua livella! Torniamo stanchi in albergo per una doccia tonificante e ci dirigiamo verso il Quartiere Latino per cenare a prezzo fisso: la migliore cena di tutta la vacanza l’abbiamo fatta lì! Un modesto ristorantino con cucina francese, carne ottima e servizio cortese.

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