martedì, luglio 03, 2007

Capitolo VI - Il bivio

Io non riesco a capire, non ce la faccio proprio a darmi una risposta chiara. Io sono quel genere di persone che sa sempre quello che vuole e non sa proprio convivere con il dubbio, il continuo urgente interrogativo mi dilania. I miei sensi sono all’erta a captare ogni possibile segnale, palese o nascosto che possa darmi la risposta univoca al mio quesito. Ogni volta che un sentiero luminoso si apre di fronte a me la speranza si accende, ma inesorabilmente alla fine c’è sempre un bivio. La lotta fra mente, corpo, spirito si compie ogni giorno, ogni notte, in ogni momento, ora sembra prevalere l’uno ora l’altro e non sempre riesco a riconoscerne i volti essendo una lotta fra pari, potrebbe durare all’infinito. Spossata, esausta cerco aiuto e sostegno negli altri, ma le loro risposte non mi lasciano mai soddisfatta, forse perché sono le loro soluzioni e non le mie.
Eppure l’amore è un sentimento così forte che è impossibile non riconoscerlo. Forse il dilemma è altrove.

“Si possono amare due persone contemporaneamente? Dimmelo perché io sto impazzendo!” implorai. “Certo, l’amore non è mica un sentimento finito!” rispose Gaia con un sorriso.
Trattenni il fiato per non svenire. “A patto di viverne pienamente solo uno; l’altro solo in modo, diciamo così, platonico, da lontano.” continuava a sorridere e sembrava davvero semplice detto così. Solo che dovevo scegliere, lo sapevo. Sapevo già che la soluzione era quella ma non riuscivo a farlo. Non è esatto, non è che non riuscissi a scegliere, a quello non ci avevo ancora pensato in realtà: non riuscivo a rinunciare a nessuno dei due.

Quell’improvvisa libertà mi lasciava un sacco di tempo libero che cercai di colmare con diversi interessi. Non riuscivo proprio a mettermi davanti alla tv e passare così le mie serate. Sul sito internet del Comune nel quale vivevo trovai una miriade di corsi per adulti, molti dei quali interessanti. Desideravo rispolverare la lingua francese, che avevo studiato al liceo ma che non avevo mai più avuto occasione di utilizzare in seguito ed anche accostarmi a qualche nuovo interesse. Ero indecisa fra la fotografia, l’astronomia e la cucina creativa. Intanto mi iscrissi al corso di lingua francese che avrebbe impegnato settimanalmente uno dei miei vuoti dopocena. Se si può chiamare cena quelle due tre cose fredde o riscaldate che mi degnavo di prepararmi. Mi presentai alla lezione un po’ intimorita, non avendo l’abitudine di arrivare da sola in un ambiente sconosciuto ma fu più semplice di quanto credessi. Nell’aula c’erano già due ragazzi che dovevano già conoscersi ma che si erano ritrovati casualmente lì e l’insegnante, un uomo che doveva aver qualche anno più di me, dall’aspetto un po’ sgualcito ma molto cortese e dall’accento inconfondibilmente francese. Arrivarono via via gli altri partecipanti, persone molto diverse le une dalle altre, per età, sesso, cultura ed estrazione sociale. Fu una serata gradevole e rilassante, sentii di non aver sprecato il mio tempo e la settimana successiva tornai al corso con entusiasmo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

sono contenta che il mio blog ti abbia incuriosito.
Volevo ringraziarti della visita e dirti che ho ricominciato a postare :-)

ciao

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