venerdì, giugno 01, 2007

Chiara

Ha sempre avuto la sensazione che le mancasse un tassello al mosaico della propria vita. Fin da piccola, sebbene avesse ricevuto un’educazione prettamente cattolica, era sempre stata convinta di aver fatto qualcosa di sbagliato in una vita precedente, di doversi meritare una punizione nella vita attuale e per questo era condannata a non essere capita. Era una cosa che le dava tremendamente fastidio quella di non essere compresa, la faceva impazzire di rabbia essere imputata di un pensiero, un’idea spesso contraria a quella che lei nutriva in realtà. Era arrivata a domandarsi se fosse lei a sbagliare, a comunicare le proprie idee in modo incomprensibile e travisabile. Oppure a credere di pensare una cosa e vivere poi in modo incoerente ai propri pensieri. Poi capì che la gente capisce quello che vuole capire. Anche lei era vittima di questa debolezza umana, a volte le capitava di fraintendere un messaggio solo perché in testa sua era vera una cosa e delle parole altrui ascoltava solamente ciò che dava conferme a questo suo pensiero. Finché il pensiero non muta dall’interno non riesce a scorgere il proprio inganno. A volte il mutamento avviene velocemente, altre volte l’inganno l’accompagna per molto tempo. Le parole la affascinano, lo strumento più diretto che ci è dato per interagire ingannare ed ingannarsi. Però la domanda rimane. Si chiede ancora cos’è che ha fatto di così terribile che non riesce ancora a perdonarsi. Sa che deve sciogliere questo nodo ma che non è ancora arrivato il momento. Intanto sogna di avere un figlio. Anzi, una figlia. Sa che una buona parte di questo desiderio è generato dal bisogno di coccolare ed accudire la bambina interiore che da dentro reclama un amore speciale. Qualcuno che la capisca come nessuno ha mai fatto fino in fondo. Un complice. Un rapporto rischioso, ne è consapevole. Ma il desiderio è forte.

1 commento:

Finazio ha detto...

Bel post, complimenti!