mercoledì, giugno 07, 2006

Terzo tour de Paris - parte quarta


Parigi, quarto giorno. Lunedì 15 maggio. Oggi si cambia albergo e quindi da Opéra si va a Montmartre. Siccome il martedì il Louvre è chiuso e mercoledì dobbiamo partire è anche l’ultimo giorno utile per visitarlo. E’ anche il giorno migliore il lunedì perché una buona parte della massa dei turisti del fine settimana è tornato a casa. Non ero mai stata al Louvre prima di oggi ed ero molto eccitata, non vedevo l’ora di varcare finalmente quella soglia. Come la spiego l’emozione shockante che mi ha preso alla gola e alla testa? E’ stato come un enorme déjàvue… tutte le immagini viste sui libri fin da quando ero bambina, erano lì in carne ed ossa, una dopo l’altra, in modo incessante e continuo. E’ stato come entrare nella storia in modo consapevole. Gli anni, le persone, tutte le suggestioni del passato erano li, reali che mi gridavano tutti insieme da quelle pietre! Mi sono sentita mancare non appena ho intravisto, entrando nella sala, i colossi della Mesopotamia sulla mia destra. Nello stesso istante la mia attenzione e il mio sguardo è stato attratto dalle statue dell’antica Grecia al piano sottostante. Mi sono sentita avviluppata dentro qualcosa di immenso. Non mi vergogno a dire che non sono riuscita a contenere tutta quell’emozione ed ho iniziato a piangere come una fontana. Poi mi sono lentamente ripresa per scoppiare di nuovo in lacrime di fronte alla Vergine delle Rocce. Non racconto altro perché il Louvre va visto, goduto, gustato in solitudine.
A mezz’ora dalla chiusura ci hanno letteralmente raccolti ed indirizzati verso l’uscita, così come mio padre fa la sera con le galline… in modo più elegante però. Dopo 5 ore dentro il museo siamo tornati in albergo per un breve riposino prima di prepararci per la cena. Solo che senza rendercene nemmeno conto ci siamo addormentati, mezzi vestiti in posizioni improbabili. Ad un certo punto mi sono svegliata un po’ rintontita e ho guardato l’ora sul cellulare. Mezzanotte e mezza!!! Ho costretto Corrado a spogliarsi come si fa coi bambini insonnoliti e ci siamo trascinati sotto le coperte. Una giornata decisamente intensa.

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